Donne e farmaci

Uno sguardo differente

02/02/2011

"Farmaci e donne. Salute e Medicina in una prospettiva di genere" è stato l'oggetto del quarto Seminario  Nazionale  della Società Italiana  di Farmacologia, che si è tenuto il 20 gennaio 2011 presso l’Istituto Superiore della Sanità, a Roma.

Il tema è semplice: non è detto che le cure farmacologiche adatte ai maschi vadano bene anche per le femmine; e, domanda che sta ancora a monte, non sempre l'efficacia dei farmaci sono stati studiati in ugual modo per donne e uomini.

L'immagine più evidente e riconoscibile che marca la differenza fra gli uomini e le donne è che, in genere, il peso corporeo delle donne è decisamente minore di quello degli uomini. Sempre più spesso, però, le malattie una volta ritenute degli uomini ora colpiscono anche le donne: le malattie cardiovascolari, l'obesità e il carcinoma polmonare sono solo tre esempi.

In questo conteso l'AIFA, l’Autorità nazionale competente per la regolamentazione dei farmaci  - che opera sotto la direzione del Ministero della Salute - ha istituito un gruppo di lavoro che si dedicherà al tema Farmaci e genere. «Le differenze biologiche legate al genere non sono state indagate  a fondo e troppo spesso sono scarsamente tenute in considerazione nei trattamenti sanitari in generale e in quelli farmacologici in particolare, pur essendo emerse differenze tanto nell'epidemiologia quanto nei meccanismi e nell'espressione delle principali patologie», dice in sintesi direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco. Che ha aggiunto: «Caratteristiche biologiche ma anche socio culturali differenziano uomini e donne, ma di questo spesso non si tiene conto nella sperimentazioni cliniche e nella successiva analisi dei dati».

Il Gruppo di lavoro si propon, dunque, «di coinvolgere una Commissione tecnico-scientifica nella valutazione degli aspetti specifici dei pazienti uomini e dei pazienti donne, di informare e sensibilizzare maggiormente il cittadino in materia di medicina e farmacologia "di genere", di sensibilizzare i comitati etici e di accertarsi sulle modalità di reclutamento di pazienti donne negli studi clinici e nelle analisi di dati, di integrare negli studi sui farmaci aspetti quali le fasce d’età e gli stadi ormonali, la farmacodinamica e la farmacogenetica, di introdurre linee guida per la sperimentazione farmacologica di genere».

Harma Keen
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