11/04/2012
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Finalmente qualche buona notizia sul fronte famiglia dal Governo Monti. Il titolare delle politiche per la famiglia, il ministro dell'Integrazione e Cooperazione Andrea Riccardi, ha in questi giorni proposto alcune interessanti innovazioni che andrebbero a migliorare le condizioni di molti genitori, soprattutto donne, che faticano e non poco a conciliare la loro vita famigliare e quella lavorativa, attualmente e da molti anni uno dei punti dolenti (e gravemente carenti) dell’attuale legislazione lavoristica del nostro Paese.
Le principali novità riguardano, da un lato, l’aumento dell’età massima del figlio entro la quale poter godere del congedo - oggi limitata all’ottavo anno e da portare secondo la riforma che ha in mente Riccardi al diciottesimo -, e dall’altro l’integrazione della retribuzione lorda in caso di congedo, oggi attestata al 30% fino al terzo anno di età del bambino e di lì innanzi azzerata ma da innalzare al 70% della retribuzione lorda mensile per il tempo della durata del congedo secondo l’ipotesi di riforma. Il maggior costo non andrà ad appesantire le aziende ma verrà caricata al lavoratore stesso che restituirà l’importo con una trattenuta sullo stipendio o in maniera frazionata quando riprenderà il suo posto o detraendolo dal Tfr in caso di successive dimissioni.
La prima misura, in particolare, tende a facilitare i compiti genitoriali nella delicata fase dell’adolescenza, permettendo ai genitori che ne vedano la necessità di rimanere per un tempo più a lungo a fianco dei figli. Altre misure interessanti allo studio sarebbe quella, collegata alle conseguenze dell’innalzamento dell’età pensionabile, di estendere la possibilità di congedo parentale ai nonni per accudire i nipoti, soprattutto nel caso il lavoro precario dei genitori non consentisse a questi ultimi di godere dei benefici di legge.
Contemplata anche una facilitazione all’accesso al part-time dei neo-genitori, la possibilità di far scattare il congedo, in caso di parti prematuri, dopo la dimissione del neonato dall’ospedale (di solito diversi mesi dopo la nascita) e la possibilità di partecipare a concorsi interni e procedure selettive pubbliche alle donne in congedo per non far perdere loro occasioni di innalzamenti di carriera in conseguenza di una maternità.
Il ministro Riccardi potrebbe integrare questo pacchetto di proposte o come emendamenti alla riforma del lavoro del ministro Elsa Foriero già in discussione al Parlamento oppure in un ddl autonomo. Al momento la prima ipotesi è quella più accreditata. Positivo il parere del Forum delle Associazioni Familiari. «Così si va nella direzione di una migliore conciliazione tra famiglia e lavoro, un segnale finalmente positivo che guardiamo con grande favore», ha dichiarato il suo presidente Francesco Belletti.
Stefano Stimamiglio