Farmaci, l'Italia approda in Europa

L'Aifa obbliga i medici all’indicazione del solo principio attivo nelle prescrizioni dei medicinali, senza indicarne il nome. Lo scopo è quello di ridurre i costi della sanità.

28/08/2012
Foto Thinkstock
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«Ora il mondo del farmaco italiano è più vicino a quello dell’Europa». Questa la prima osservazione sulla norma da poco approvata che obbliga i medici all’indicazione del solo principio attivo nelle prescrizioni dei medicinali. Il nome commerciale del farmaco potrà essere scritto solo se “non sostituibile” e motivandone in ogni caso la scelta. In questo modo, l’assistito potrà acquistare in farmacia il prodotto dal prezzo più basso con il principio attivo indicando, fermo restando la libertà di decidere, pagando la differenza, di comprare quello “noto” con lo stesso principio.

Occorreranno due mesi per adeguare i sistemi informatici dei medici a questa nuova operazione, ha fatto sapere il Ministero della Salute che sta lavorando per aggiornare i vari software ma, nel frattempo, si dovrà comunque integrare la ricetta manualmente, se necessario. «Con la nuova norma, la pratica prescrittiva italiana si avvicina a quella europea e nordamericana, con il giusto risalto dato al principio attivo», ha commentato il ministro Balduzzi, mettendo in evidenza che, finalmente, passa l’informazione che è il principio attivo a curare e non la marca. L’introduzione della nuova norma è stata ben accolta dalla Federazione nazionale consumatori e utenti, che parla di potenziali risparmi per 6-700 milioni di euro annui con l'utilizzo dei farmaci equivalenti. Il consumo italiano ad oggi  si attestava attorno al 16-18% contro quello di altri paesi ben più elevato, con punte del 40-50%.

L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha prontamente rafforzato la campagna informativa finalizzata a spiegare che questi farmaci hanno effettivamente le stesse proprietà terapeutiche di quelli di marca. Sul sito dell'AIFA (www.aifa.it) è disponibile un documento di approfondimento per sgomberare il campo sulle false opinioni intorno ai generici, ad esempio che siano di qualità scadente o di minore efficacia. Nel documento si spiegano l’iter autorizzativo, la composizione e, soprattutto, la bioequivalenza per definire in maniera esaustiva che un medicinale equivalente ha la stessa composizione qualitativa e quantitativa del medicinale di riferimento e rispetta i tre requisiti fondamentali necessari per l’autorizzazione all’immissione in commercio: qualità, sicurezza ed efficacia.

Inoltre,  per favorire il ricorso a questa tipologia di farmaci da parte dei cittadini, l’approfondimento dell’AIFA comprende anche una sezione di “domande e risposte”  disponibile non solo sulla home page del portale istituzionale ma anche sul canale tematico dedicato al cittadino. Con queste azioni, l’AIFA ha voluto sottolineare il valore del consumo dei farmaci equivalenti per il mantenimento della sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Nuove risorse, infatti, si possono così liberare per lo studio di farmaci innovativi, e, contemporaneamente, il cittadino risparmia.

Infine, AIFA sta lavorando, sotto indirizzo del Ministero della Salute, all'aggiornamento degli elenchi dei farmaci per principio attivo, oltre a mettere in rete dagli inizi di agosto un “concept paper” sui farmaci biosimilari, i medicinali biologici e simili che rivestono un ruolo essenziale per il trattamento di numerose patologie. AIFA ha infatti ritenuto indispensabile fornire un documento che definisca le condizioni necessarie in ambito farmaceutico per assicurare un adeguato utilizzo e accesso anche ai prodotti biosimilari.  

Alessandra Turchetti
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