17/01/2011
foto: thinkstock
Sulla spinosa questione dei figli unici e del loro sviluppo affettivo e sociale, si sono accumulati nel corso degli ultimi decenni numerosi studi e altrettante posizioni teoriche. A livello generale, i ricercatori e i clinici dell’età evolutiva hanno sempre riconosciuto, tra i tratti caratteriali dei figli unici, una più accentuata presenza di timidezza e introversione rispetto ai bambini con uno o più fratelli/sorelle. Ciò a causa della solitudine e della conseguente infelicità.
Tuttavia, una recente ricerca, i cui risultati vanno considerati con estrema cautela, giunge a una conclusione opposta: il livello di felicità dichiarato dai bambini tende a diminuire in proporzione al numero di fratelli/sorelle. Quindi, più fratelli e sorelle si hanno, meno si è felici. Lo studio è stato realizzato dall’agenzia governativa britannica Economic and Social Research Council su un campione di 100 mila soggetti (di cui 40 mila famiglie). A 2.500 giovani sono stati forniti anche questionari dettagliati, analizzati poi dall’Institute for Social and Economic Research dell’Università dell’Essex.
I risultati parlano da soli: il 54% ha subìto del bullismo da parte di fratelli e sorelle più grandi, il 30% è stato apostrofato con brutti nomi o trattato male, il 17,6% ha sofferto per i propri giochi, portati via o rotti dagli altri. Anche lo spazio in casa da dividere, l’attenzione dei genitori, le preferenze mostrate da questi ultimi hanno avuto un ruolo determinante.
Altri studi recenti, al contrario, evidenziano che avere fratelli ha molti lati positivi: nei momenti di difficoltà si può contare sul sostegno reciproco, si impara prima, grazie al confronto, a risolvere i conflitti, si capisce che anche gli altri hanno un proprio spazio e che l’universo non ruota intorno a sé.
Simone Bruno