Educare alla pienezza della vita

Domenica 6 febbraio si celebra la 33^ Giornata per la vita. Pubblichiamo il messaggio del Consiglio permanente della Cei.

03/02/2011

Domenica prossima, 6 febbraio, si celebrerà la 33^ Giornata per la vita. Istituita nel 1978, in occasione dell'approvazione della legge 194, quella che ha introdotto l'interruzione volontaria di gravidanza nel nostro Paese, questa ricorrenza ha lo scopo di ricordare alla comunità cristiana il dramma dell'aborto: dramma che coinvolge in primis i bambini mai nati; ma che non lascia esenti da rimorsi e dolore anche le loro mamme e i loro papà.

Famiglia Cristiana, come di consueto, propone nel prossimo numero delle storie e delle interviste che raccontano scelte coraggiose di donne e di operatori dei Centri di Aiuto alla Vita, per lo più volontari, che donano tempo ed energie per essere vicini a chi, scoperta una gravidanza, vive l'angoscia e il dubbio di abortire. Questa volta, sul numero 6 in edicola da giovedì 3 febbraio e con data di copertina 6 febbraio, protagonista sarà il Cav di Forlì, fondato da Angela Fabbri, una donna appassionata della vita che ha dedicato gli anni della pensione ad accogliere madri in difficoltà. A fare da cornice le storie di due famiglie che sono riuscite a superare positivamente dubbi e difficoltà e che oggi si godono (o si godranno a breve...) i loro bambini.

Ogni anno, il Consiglio Permanente della Cei, in occasione della Giornata Nazionale per la vita, dirama un messaggio. Quest'anno il suo titolo è "Educare alla pienezza della vita".

«L’educazione è la sfida e il compito urgente a cui tutti siamo chiamati, ciascuno secondo il ruolo proprio e la specifica vocazione. Auspichiamo e vogliamo impegnarci per educare alla pienezza della vita, sostenendo e facendo crescere, a partire dalle nuove generazioni, una cultura della vita che la accolga e la custodisca dal concepimento al suo termine naturale e che la favorisca sempre, anche quando è debole e bisognosa di aiuto.

Come osserva Papa Benedetto XVI, «alla radice della crisi dell’educazione c’è una crisi di fiducia nella vita» (Lettera alla Diocesi e alla città di Roma sul compito urgente dell’educazione, 21 gennaio 2008). Con preoccupante frequenza, la cronaca riferisce episodi di efferata violenza: creature a cui è impedito di nascere, esistenze brutalmente spezzate, anziani abbandonati, vittime di incidenti sulla strada e sul lavoro. Cogliamo in questo il segno di un’estenuazione della cultura della vita, l’unica capace di educare al rispetto e alla cura di essa in ogni stagione e particolarmente nelle sue espressioni più fragili. Il fattore più inquietante è l’assuefazione: tutto pare ormai normale e lascia intravedere un’umanità sorda al grido di chi non può difendersi. Smarrito il senso di Dio, l’uomo smarrisce se stesso: «l’oblio di Dio rende opaca la creatura stessa» (Gaudium et spes, n. 36).

Occorre perciò una svolta culturale, propiziata dai numerosi e confortanti segnali di speranza, germi di un’autentica civiltà dell’amore, presenti nella Chiesa e nella società italiana. Tanti uomini e donne di buona volontà, giovani, laici, sacerdoti e persone consacrate, sono fortemente impegnati a difendere e promuovere la vita. Grazie a loro anche quest’anno molte donne, seppur in condizioni disagiate, saranno messe in condizione di accogliere la vita che nasce, sconfiggendo la tentazione dell’aborto.

Vogliamo di cuore ringraziare le famiglie, le parrocchie, gli istituti religiosi, i consultori d’ispirazione cristiana e tutte le associazioni che giorno dopo giorno si adoperano per sostenere la vita nascente, tendendo la mano a chi è in difficoltà e da solo non riuscirebbe a fare fronte agli impegni che essa comporta. Quest’azione di sostegno verso la vita che nasce, per essere davvero feconda, esige un contesto ecclesiale propizio, come pure interventi sociali e legislativi mirati. Occorre diffondere un nuovo umanesimo, educando ogni persona di buona volontà, e in particolare le giovani generazioni, a guardare alla vita come al dono più alto che Dio ha fatto all’umanità. «L’uomo – afferma Benedetto XVI – è veramente creato per ciò che è grande, per l’infinito. Il desiderio della vita più grande è un segno del fatto che ci ha creati Lui, che portiamo la sua “impronta”. Dio è vita, e per questo ogni creatura tende alla vita; in modo unico e speciale la persona umana, fatta ad immagine di Dio, aspira all’amore, alla gioia e alla pace» (Messaggio per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù 2011, 6 agosto 2010, n. 1).

È proprio la bellezza e la forza dell’amore a dare pienezza di senso alla vita e a tradursi in spirito di sacrificio, dedizione generosa e accompagnamento assiduo. Pensiamo con riconoscenza alle tante famiglie che accudiscono nelle loro case i familiari anziani e agli sposi che, talvolta anche in ristrettezze economiche, accolgono con slancio nuove creature. Guardiamo con affetto ai genitori che, con grande pazienza, accompagnano i figli adolescenti nella crescita umana e spirituale e li orientano con profonda tenerezza verso ciò che è giusto e buono. Ci piace sottolineare il contributo di quei nonni che, con abnegazione, si affiancano alle nuove generazioni educandole alla sapienza e aiutandole a discernere, alla luce della loro esperienza, ciò che conta davvero.

Oltre le mura della propria casa, molti giovani incontrano autentici maestri di vita: sono i sacerdoti che si spendono per le comunità loro affidate, esprimendo la paternità di Dio verso i piccoli e i poveri; sono gli insegnanti che, con passione e competenza, introducono al mistero della vita, facendo della scuola un’esperienza generativa e un luogo di vera educazione. Anche a loro diciamo grazie. Ogni ambiente umano, animato da un’adeguata azione educativa, può divenire fecondo e far rifiorire la vita. È necessario, però, che l’anelito alla fraternità, posto nel profondo del cuore di ogni uomo, sia illuminato dalla consapevolezza della figliolanza e dalla gratitudine per un dono così grande, dando ali al desiderio di pienezza di senso dell’esistenza umana.

Il nostro stile di vita, contraddistinto dall’impegno per il dono di sé, diventa così un inno di lode e ci rende seminatori di speranza in questi tempi difficili ed entusiasmanti.


                                                                                 Il Consiglio Permanente                                                                      della Conferenza Episcopale Italiana

Stefano Stimamiglio
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Postato da giorgio traverso il 07/02/2011 20:31

Dovete permettermi di criticare,il documento del Consiglio Permanente Della Conferenza Episcpale Italiana.Personalmente mi trovo d'accordo nel difendere la vita,particolarmente quella dei bambini.Purtroppo,malgrado,tutte le disaprovazioni ne muoiono ancora molti di fame,maltrattati e sfruttati.L'aborto non è una cosa bella,però nella società in qui viviamo,è stato utile per casi estremi.Sopra tutto,per persone non abbienti.Ricordiamoci che quando era clandestino era permesso alla gente ricca.Vorrei sapere,data la mia ignoranza,quando la vita è finita.Secondo voi Eluana Englaro era ancora in vita?Vi ricordate tutti quei poltici cattolici,che si riempivano la bocca con la FAMIGLIA.Oltre ad avere più di una famiglia,non hanno fatto niente per sostenerla.Collego il documento dei vescovi,all'articolo di Francesco Anfossi,sulla condizione economiche delle famiglie italiane,dove molte di esse non arrivano a fine mese.Chi li mantiene i loro figli?Quelli che spendono migliaia di euro,per delle donnine allegre.A questo punto,devo spezzare una lancia a favore della chiesa cattolica,perchè ci sono molti sacerdoti e cattolici credenti che si prodigano per alleviare le sofferenze dei più sfortunati.Vi ringrazio per l'ospitalità e vi Saluto cordiamente Giorgio Traverso

Postato da setim75 il 03/02/2011 21:21

grazie a DIO esistono ancora queste giornate che danno voce a tutte quelle vittime innocenti causati dal genocidio non dimentichiamoci mai che la vita e' un dono dal momento del concepimento e come tale va accolto con amore .

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