Italiani, farmaci e principi attivi

Sono oltre la metà le persone che riconoscono i farmaci in base al nome e alla marca e non al principio attivo. Ecco i risultati di un'inchiesta del Censis.

03/12/2012

Come utilizzano i farmaci gli italiani? Una ricerca del Censis ha stabilito che il 57,6% degli italiani riconosce i farmaci dal nome commerciale e soltanto il 7,6% attraverso il nome del principio attivo. Su questo argomento ha voluto indagare Farmindustria per fare luce sulla modalità di acquisto a seguito della recente introduzione della prescrizione con principio attivo come nuova norma per la ricetta del Servizio sanitario nazionale. Chi identifica di più il farmaco grazie al nome commerciale sono i giovani (68,5%), gli anziani (64,9%), i residenti al Nord-Est (61,6%), gli uomini (59,6%), ma anche le persone con un pessimo stato di salute (64,7%). Chi, invece, sa meglio che esistono altri medicinali equivalenti, solitamente con un costo inferiore sono gli anziani (il 78%) rispetto ai giovani (59,1%), i residenti al Centro (77,2%) rispetto a quelli del Sud (74,5%). Addirittura, quasi il 45% degli italiani ha dichiarato che nell’ultimo anno gli è capitato di pagare una differenza di tasca propria per avere un farmaco di marca piuttosto che quello fornito dal Servizio sanitario con lo stesso principio attivo ma a un costo inferiore. Ad averlo fatto sono soprattutto gli anziani (oltre il 54%), le donne (quasi il 49%) e più ancora le persone con un pessimo stato di salute (il 70,6%). Il disagio provato fra i cittadini è più forte tra gli anziani (oltre il 79%), gli uomini (oltre il 73%) e le persone con un pessimo stato di salute (quasi il 71%). Il 30% degli intervistati ha, infatti, dichiarato che si potrebbe confondere se il farmacista gli consegnasse un medicinale contenente lo stesso principio attivo di quello che prende solitamente ma con una confezione diversa o un nome differente. Il rischio di confusione è molto più alto tra gli anziani (oltre il 39%) e le donne (quasi il 28%): si tratta di categorie di popolazione che hanno una consuetudine di rapporto con i farmaci anche quotidiana. E sono proprio queste ad avere una maggiore avversità al cambiamento del farmaco per ragioni economiche: anziani (quasi il 28% è contrario o ne è disturbato), donne (oltre il 25%) e persone con un pessimo stato di salute (oltre il 29%). Infine, le nuove norme sulla prescrizione sono conosciute dal 77,4%, sempre di più dagli anziani rispetto ai giovani, e dalle donne rispetto agli uomini. In generale, si riconosce nell’alta pressione economica la causa del cambiamento delle scelte prescrittive.

La tendenza rilevata dall’Osservatorio dei medicinali dell’Agenzia Nazionale del Farmaco è stata, per il 2011, l’aumento del consumo dei farmaci in Italia, a fronte della diminuzione della spesa a carico del Servizio Sanitario Nazionale, che si spiega proprio con la diffusione dei farmaci equivalenti o generici. Secondo quest’ultima indagine Censis realizzata per Farmindustria, gli interventi sulle modalità di prescrizione e di accesso ai farmaci andrebbero fortemente a influenzare il rapporto dei cittadini con il farmaco rendendolo più anonimo, dato che  per molti c’è l’abitudine, spesso quotidiana, di prendere un farmaco che riconoscono proprio dal nome commerciale, confezione, forma e colore della confezione.  

Alessandra Turchetti
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