E io mi faccio aiutare dal robot

Dalla ricerca americana passi in avanti nella scienza robotica, che può diventare un valido sostegno per l'uomo: dalla vita quotidiana in famiglia alle applicazioni negli ospedali..

10/09/2011

Sarà un sogno o un tema fantascientifico ma per le casalinghe e tutte le donne alle prese con mille cose da fare è una buona notizia: si avvicina sempre di più alla realtà il mito del robot che aiuta nelle faccende domestiche, una vera e propria colf virtuale. Ricercatori americani del Cornell's Personal Robotics Laboratory hanno creato un braccio automatico in grado di riconoscere oggetti diversi e disporli in maniera opportuna.

E il lavoro non è da poco: è più facile addestrare un robot a riconoscere ed afferrare gli utensili ma è molto più complicato fargli distinguere i diversi luoghi dove poggiarli, ad esempio, in cucina, la mensola dei piatti o il cassetto delle posate. Gli scienziati della Cornell University hanno trovato la soluzione: una telecamera 3D è stata montata sul braccio meccanico conferendogli la capacità di muoversi nello spazio e di sistemare gli utensili nei luoghi differenziati. E sembra perfino che questo robot sia un po’ sensibile: la collocazione degli oggetti raggiunge la correttezza del 98% se si muove in ambienti già esplorati, scende al 95% in quelli nuovi.

I ricercatori sono convinti di poter migliorare ancora  le prestazioni in gioco. «Sarei veramente entusiasta se riuscissimo anche solo a costruire una macchina capace di comportarsi come un bimbo di sei mesi», ha dichiarato Ashutosh Saxena, informatico del team di ricerca. «Sono convinto che questi gioielli della robotica applicata alle abitazioni saranno disponibili entro il prossimo decennio al prezzo di un auto».

Del resto la robotica, la scienza che studia la costruzione e le possibili applicazioni dei robot nell’ambito della riproducibilità su macchine del comportamento degli esseri umani, ha fatto passi da gigante. Pensiamo alla chirurgia robotica: costituisce ormai la forma più sofisticata di chirurgia mininvasiva, in grado di  estendere i benefici della mininvasività ad interventi complessi prevalentemente dell’apparato gastrointestinale e urologico.

Con l’ausilio del robot in sala operatoria, si ottengono la riduzione di perdite ematiche, un minor dolore postoperatorio, una più breve convalescenza, minori complicanze nel tempo come le aderenze addominali, erniazioni e laparoceli. Ma quasi tutti i tipi di interventi tradizionali, grazie al robot, possono essere eseguiti con tecnica mininvasiva.
Largo, dunque, alla robotica come tecnologia a servizio dell’uomo.

Alessandra Turchetti
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