Le lingue morte sono vive

Il Centro studi "La permanenza" ha come obiettivo dimostrare il valore formativo della cultura umanistica. A Bologna un ciclo di letture-lezioni sui classici.

15/05/2013

I genitori dei ragazzi che hanno scelto studi umanistici possono stare tranquilli. Il latino e il greco non sono lingue morte e il loro studio è tutt’altro che inutile, se è vero che i classici ci aiutano a riflettere su temi che proprio oggi sono di piena attualità.

Dimostrare il valore formativo della cultura umanistica è uno degli obiettivi del Centro studi La permanenza del classico del dipartimento di Filologia classica e medievale dell’ Alma mater di Bologna, che anche quest’anno organizza il ciclo di letture-lezioni sui classici ormai alla dodicesima edizione.

Res Novae
(Rivoluzioni) è il tema dell’edizione di quest’anno, che andrà in scena ogni giovedì del mese di maggio alle 21 nell’ ex chiesa di Santa Lucia oggi aula magna dell’università, con l’intervento di attori, studiosi, giornalisti e sociologi, da Luigi Lo Cascio a Luciano Canfora, da Giovanna Botteri a Franca d’Agostini a Giuseppe de Rita.
Atteso l’intervento del latinista Ivano Dionigi, rettore dell’Alma mater, e del filosofo Massimo Cacciari nella serata finale di giovedì 30 maggio.

«Il tema di quest’anno è un tuffo nella storia», ha spiegato Dionigi.
E anche un monito. Le grandi rivoluzioni finiscono per rivelarsi restaurazioni, in una modalità che si ripete ciclicamente, dall’antica Grecia all’avanguardia operaia di Lenin passando per la rivoluzione francese. Ce lo raccontano Tucidide e Omero, Seneca e Plutarco, Cicerone e Sant’Agostino ma anche Galileo e Lavoisier.
«La storia ci insegna che i grandi cambiamenti molto spesso finiscono male, con rivoluzionari che diventano ghigliottinatori e conservatori», continua, «non a caso la parola greca che indica la guerra civile e lo scontro tra classi è stasis».

Un tema che aiuta a riflettere, in un momento di confusione in cui si parla anche troppo di conservatori e progressisti.

«Immaginate una società profondamente ingiusta- spiega il grecista Federico Condello, uno degli organizzatori del ciclo- con pochissimi ricchissimi e moltissimi nullatenenti, schiavista e sessista, attraversata da crisi economiche periodiche e al suo interno animata da una lotta permanente tra la casta e la controcasta. Direste che è antica solo perchè non ho nominato Internet».

L’ingresso alle serate funziona su invito (i biglietti sono disponibili, fino a esaurimento, il martedì precedente lo spettacolo dalle 17 alle 18 presso il centro studi in via Zamboni 32) ma quest’anno anche i non bolognesi possono assistere all’evento via streaming sul sito.

www.permanenza.unibo.it.

Simonetta Pagnotti
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