Purtroppo gli aborti non calano

Presentato il VII Rapporto del Movimento per la Vita sull’applicazione della legge 194. Carlo Casini commenta i recenti dati sul calo degli aborti.

19/10/2012
Carlo Casini presidente del Movimento per la Vita
Carlo Casini presidente del Movimento per la Vita

«La Relazione ministeriale presentata nelle scorse settimane presenta molti elementi di novità ma per il resto è un dèja vu» commenta Carlo Casini presentando la controrelazione realizzata dal Movimento per la vita di cui è presidente. Alla conferenza stampa a cui era presenta anche il vicepresidente Pino Morandini, Casini ha spiegato che «la linea seguita dai tecnici dell’Istituto superiore di Sanità, consolidata da almeno trent’anni è quella di dimostrare che la legge 194 funziona». E la legge funziona se il numero degli aborti diminuiscono. Ma, aldilà della fredda ovvietà dei numeri, è proprio così?

Una diminuzione reale del fenomeno abortivo è quello che vorremmo tutti. Tuttavia
riempirci gli occhi di numeri che rappresentano solo in parte la realtà può essere rassicurante, ma è falso come spiega Carlo Casini: «I tecnici dimenticano o fanno finta di dimenticare alcune questioni. Anzitutto l’introduzione della pillola del giorno dopo che in numero non accertabile (ma comunque ampia vista che ne vengono vendute 380mila confezioni l’anno) provoca la distruzione dell’embrione. Così come la diffusione di farmaci destinati a patologie specifiche che però provocano l’aborto. Diffuse attraverso internet rappresentano la sublimazione dell’aborto fai-da-te». Aborti a tutti gli effetti ma non censiti che se contati aggiungerebbero altre 60-70mila Ivg al totale.

Poi  c’è da tener conto del crollo verticale della popolazione femminile (prima del 1983 ne nascevano mezzo milione l’anno, ora meno di 250mila). Metà delle donne significa metà delle potenziali madri e metà gravidanze avviate. «Ciononostante» ha proseguito Casini «è innegabile una crescita della consapevolezza che l’interruzione di gravidanza coinvolge due soggetti: la mamma ed il bambino. Ma è difficile ipotizzare che si sia raggiunta “grazie” alla legge. Casomai questo sguardo sul più piccolo e indifeso degli uomini si è realizzato “nonostante” la legge, e dipende essenzialmente dall’insegnamento incessante della Chiesa e dall’opera del Popolo della vita che grazie all’azione dei Centri di aiuto alla vita ha salvato 17mila bambini nel solo 2011, incontrando aiutando e assistendo, nello stesso periodo, oltre 60mila donne».

«E invece un’azione efficace dello Stato sarebbe importantissima per i suoi effetti immediati, ma anche per far crescere in democrazia ed umanità l’intera società» ha concluso Casini, «Per questo rilanciamo la proposta di modifica dell’art. 1 CC definendo che i diritti si acquisiscono al momento del concepimento e non alla nascita ed al tempo stesso la riforma del sistema consultoriale per trasformare i consultori in strutture che si pongano al fianco della donna per rimuovere le cause dell’aborto»

Daniele Nardi
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Postato da paola trastulli il 25/10/2012 17:24

L'aborto è il frutto dell'abbandono perchè la donna che si vede sola, abbandonata da tutti, ha paura. La strada giusta è quella di aiutare le ragazze ma anche le donne con una relazione affettiva stabile a superare i propri problemi consigliando soluzioni "caso per caso" e sostenendo la donna passo per passo senza lasciarla sola mai. Oggi una donna ha paura di non farcela economicamente, di essere abbandonata dal padre del bambino oppure si trova contro la propria famiglia di origine che fa finta di non vedere. Quando poi si tratta di adolescenti è importante l'attività di prevenzione in quanto poi la situazione diventa particolarmente difficile. Una adolescente con un figlio significa poi, in realtà, una ragazzina con un bambino che non riuscirà a gestire, per cui la decisione non è più la sua ma è quella della famiglia. Quando invece poi parliamo di prostituzione il discorso diventa ancora più difficile, allora viene incontro la possibilità legale di lasciare il bambino in ospedale senza riconoscerlo. Qui l'aiuto dei Centri di sostegno è ancora più necessario. Di parole se ne possono dire tante, ma quello che serve sono i fatti.

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