Neonati prematuri: Italia prima

Presentato oggi al Senato il Manifesto dei diritti del bambino nato prematuro: siamo il primo Paese al mondo a recepire le indicazioni Onu e Oms.

21/12/2010

Sono 13 milioni ogni anno i bambini che nascono prematuri; 500 mila soltanto in Europa. Un'emergenza che deve essere affrontata con gli strumenti adeguati. Così, oggi 21 dicembre è stato presentato al Senato un documento storico, che rappresente il primo risultato del lavoro dell'Advisory Board sulla prematurità, un comitato composto da  neonatologi, ginecologi, esperti internazionali, OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e genitori - creato con l'obiettivo di proporre soluzioni e dialogare con le istituzioni per supportare coloro che ogni giorno combattono il fenomeno della prematurità.

   L'Italia è il primo Paese al mondo a recepire le indicazione dell'Onu e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Con il “Manifesto dei diritti del bambino nato prematuro” il nostro Paese assume il ruolo di guida a livello mondiale nella predisposizione di misure concrete per affrontare il problema.

   Cuore pulsante del manifesto è la “Carta dei diritti del bambino nato prematuro”, nella quale si vuole affermare il diritto prioritario del bambino che “deve, per diritto positivo, essere considerato una persona” (art. 1) e deve poter “nascere nell’ambito di un sistema assistenziale che garantisca sicurezza e benessere, in particolare nelle condizioni che configurino rischio di gravidanza/parto/nascita pretermine, di sofferenza feto-neonatale e/o di malformazioni ad esordio postnatale” (art. 2).
 
    L'obiettivo è stato reso possibile grazie all’iniziativa dell’Associazione Vivere Onlus – Associazione di coordinamento nazionale delle Associazioni per la Neonatologia – con il patrocinio del Senato della Repubblica, dell’Associazione parlamentare per la difesa e la tutela del diritto alla prevenzione, di Save the Children Italia, della SIN (Società Italiana di Neonatologia), della SIGO (Società Italiana di Ginecologia Ostetricia) e dell'azienda farmaceutica Abbott.

   “Considero questo documento come un lusinghiero primato italiano e mi auguro che possa costituire uno stimolo per sviluppare anche negli altri Paesi politiche di sostegno ai bambini nati prematuri e alle loro famiglie”, ha dichiarato il senatore Antonio Tomassini, presidente della XII Commissione igiene e sanità del Senato della Repubblica e presidente dell’Associazione parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione. “Se si pensa che in Italia ogni anno vengono alla luce circa 40.000 bambini prematuri, il 6,9% di tutte le nascite", aggiunge il senatore Tomassini, "ci si rende conto dell’importanza che rivestono politiche sanitarie e legislative adeguate. Per questo desidero ringraziare i componenti dell’Advisory Board sulla prematurità per questa lodevole iniziativa e tutti coloro che quotidianamente offrono il loro impegno per combattere questo fenomeno di rilevante importanza per la sanità italiana”.

   “Ciò che è ormai irrinunciabile è il riconoscimento dell’assistenza perinatale quale modalità decisiva nella individuazione e correzione dei fattori di rischio pre e post – natali che conducono al danno neurologico, dalla paralisi cerebrale infantile, alle disabilità sensoriali, ai disturbi comportamentali e dell’apprendimento”, ha affermato invece il professor Paolo Giliberti, presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN). “In questo senso, occorre continuare a percorrere le strade che hanno già permesso di raggiungere traguardi impensabili fino a pochi anni fa. Come la sempre più consistente riduzione della mortalità del neonato pretermine. Ciò in perfetta linea con quanto sostiene l’art. 8 della Carta dei diritti del bambino nato prematuro: Il neonato prematuro ha diritto alla continuità delle cure post-ricovero, perseguita attraverso un piano di assistenza personale esplicitato e condiviso con i genitori, che coinvolga le competenze sul territorio e che, in particolare, preveda, dopo la dimissione, l’attuazione nel tempo di un appropriato follow-up multidisciplinare, coordinato dall’equipe che lo ha accolto e curato alla nascita e che lo sta seguendo”.        


    “Un bambino nato prima del termine deve essere trattato come qualunque persona considerata a rischio e di conseguenza assistito in modo adeguato”, ha aggiunto l’onorevole Giuseppe Palumbo, presidente della XII Commissione affari sociali della Camera. “Una società attenta e sensibile ai diritti di tutti non può venir meno al proprio impegno etico nei confronti dei più deboli in particolare: siamo infatti di fronte a un problema rilevante non solo dal punto di vista sanitario, ma anche sociale, poichè dietro a un trattamento non paritario ed equo della vita, si può celare una disuguaglianza pericolosa e ingiustificata. In questo senso siamo tutti chiamati a cogliere un’opportunità unica: trasformare il primato conquistato oggi dall’Italia in un progetto a medio lungo termine in  cui il nostro Paese si ponga come guida per la realizzazione di sinergie trasversali mirate alla definizione di politiche internazionali di salvaguardia dei piccoli prematuri e delle loro famiglie”.

   “Finalmente è stato documentato in maniera ufficiale il diritto di tutti i bambini nati prematuri di usufruire nell’immediato e nel futuro del massimo livello di cure e di attenzioni necessarie”, ha concluso l'avvocato Martina Bruscagnin, presidente dell’Associazione Vivere Onlus. "E’ necessario a questo punto dare seguito agli impegni presi per sostenere in modo continuativo tutti coloro che sono coinvolti nella lotta alla prematurità, senza dimenticare che i neonati prematuri che sopravvivono al parto presentano un maggior rischio di complicanze per la salute e che per questo motivo, oltre al peso specifico e determinante delle strutture sanitarie e dei medici che vi lavorano, è basilare che i genitori di questi bambini possano contare su tutele reali ed efficaci”. 

  

di Giusi Galimberti
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