Quando il paziente si aiuta con la prevenzione

Una recente Carta globale internazionale mira a garantire alcuni diritti a tutti coloro che soffrono di fibrillazione atriale. Primo fra tutti, ridurre il rischio di Ictus cerebrale.

11/06/2012

I problemi che minacciano la salute e il funzionamento del cuore, qualsiasi sia la loro gravità, mettono sempre in allarme coloro che ne soffrono. Per non parlare, poi, dei loro familiari. Tra le numerose diagnosi, desideriamo ricordare la fibrillazione atriale, che i medici descrivono come una frequente anomalia del ritmo cardiaco. Un’anomalia a causa della quale il sangue, non pompato in modo corretto, rischia di ristagnare all’interno delle camere superiori del cuore (chiamate atri) favorendo la formazione di trombi. Se questi ultimi fanno ingresso nella circolazione del sangue, basta poco perché riescano a raggiungere il cervello e così a provocare un ictus cerebrale. Secondo le ultime stime a disposizione, in Europa oltre 6 milioni di persone risultano affette da questa malattia. Un dato in crescita, visto il graduale accentuarsi dell’invecchiamento della popolazione.

A fare il punto su una patologia così delicata e diffusa, ma il più delle volte poco conosciuta o trascurata, un recente convegno tenutosi lo scorso maggio presso il Senato della Repubblica e promosso dalla Fondazione Charta, con il patrocinio dell’Associazione Parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione, di Cittadinanzattiva, di Alice e della Società italiana di Medicina Generale. Obiettivo fondamentale è stato quello di mettere in evidenza gli elementi necessari a costruire un corretto ed efficace percorso diagnostico e terapeutico, oltre che a ridurre sensibilmente il rischio di ictus in pazienti affetti da fibrillazione atriale, promuovendo il ruolo attivo e responsabile del paziente.

Questa l’interessante novità, forse unica nel suo genere, corroborata dalla stesura di una particolare “carta”. Più precisamente, «la Carta globale del Paziente con Fibrillazione Atriale consiste in un documento realizzato a livello internazionale da oltre 40 tra Società Scientifiche e Associazioni di pazienti tra cui, per l’Italia, Cittadinanzattiva e Alice (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale), per comunicare in modo uniforme a livello mondiale la necessità di migliorare la cura e il trattamento delle persone con fibrillazione atriale e di quelle a rischio di ictus», precisa Maria Luisa Sacchetti, Presidente Onorario di Alice. La carta contiene suggerimenti concreti sugli interventi più importanti che politici, aziende sanitarie, enti regolatori del servizio sanitario e governi nazionali possono attuare per salvare le vite, ridurre il peso della malattia e gli enormi costi ad essa collegati.

In sostanza, la carta mira, in primo luogo, a garantire una migliore diagnosi con relativo trattamento della fibrillazione atriale e più efficaci misure per prevenire l’ictus ad essa collegato, facendole diventare una priorità sanitaria nazionale; in secondo luogo, a far migliorare le conoscenze e la pratica clinica del personale sanitario per assicurare ai pazienti un trattamento appropriato durante tutto il percorso assistenziale; in terza battuta, a stimolare la creazione di Registri Nazionali degli Ictus per registrare in modo sistematico e accurato l’incidenza, la prevalenza e gli esiti delle persone con ictus correlato alla Fibrillazione Atriale; e, infine, a promuovere campagne di informazione per aumentare la consapevolezza dei cittadini sulla patologia e sui suoi rischi.

Simone Bruno
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