Quanto si fuma a scuola?

Molto, a giudicare dai dati della campagna nazionale "Impararesicuri" presentati oggi. Un disegno di legge in discussione al Senato mira a vietare la sigaretta nelle nostre scuole.

20/10/2011
Il frontespizio della campagna "Togliamoci il fumo dagli occhi".
Il frontespizio della campagna "Togliamoci il fumo dagli occhi".

Ragazzi e docenti con sigaretta in mano nei cortili, nuvole di fumo residue nei bagni dopo ogni intervallo, a leggere le indagini, sarebbero all'ordine del giorno negli istituti scolastici del Belpaese. Alla domanda: «Hai mai visto qualche studente fumare nella tua scuola?», la risposta dei ragazzi italiani non lascia spazio a dubbi: dice sì il 95% degli allievi delle superiori, il 51% di quelli delle medie. Un esempio che viene dall'alto: il 77% dei ragazzi della secondaria di secondo grado vede infatti i propri docenti fumare a scuola, come il 49% dei ragazzi delle medie.

A parlare i numeri dell'indagine Togliamoci il fumo dagli occhi (vedi pdf allegato) presentata questa mattina a Palazzo Madama da Cittadinanzattiva: promossa nell’ambito della campagna nazionale “Impararesicuri” è stata realizzata attraverso questionari anonimi compilati da 3.213 studenti, 1.641 di 81 scuole superiori e 1.572 di 73 scuole medie. Coinvolti dunque 154 istituti scolastici di 15 regioni italiane, dalla Sicila al Piemonte passando per Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Lazio, Marche, Abruzzo, Umbria, Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia e Sardegna.

Ma che cosa si fuma negli istituti scolastici? Per lo più sigarette, nel 94% dei casi alle superiori e nel 93% alle medie. La restante percentuale parla anche di spinelli e, in misura minore, di sigari, di crack o di altro non meglio specificato. Tuttavia nell'indagine i numeri crescono quando prevale la descrizione degli altri, mentre ammettere di aver fumato a scuola in prima persona è più complicato: lo riconosce infatti solamente il 31% degli studenti più grandi e appena il 4% di quelli delle medie. «Probabilmente il dato è sottodimensionato in entrambi i casi  - riferisce il rapporto - in quanto il questionario, pur essendo anonimo, è stato somministrato all’interno delle classi, spesso da uno dei docenti presenti nel momento della somministrazione e questo potrebbe aver fatto propendere qualche studente a non dichiararsi fumatore». Chi dichiara di aver fumato fornisce però una mappa dei luoghi privilegiati: gli studenti delle superiori rispetto a quelli delle medie scelgono il cortile (70%), l’esterno della scuola (48%), il bagno (39%); i secondi, invece, fumano prevalentemente fuori dalla scuola (60%), ma anche in bagno (49%) ed in cortile (37%).

E se con la sigaretta in bocca all'interno della scuola si viene scoperti? Alle superiori si va dal rimprovero verbale (nel 46% dei casi) alla segnalazione al dirigente (nel 28% dei casi). «Colpisce, invece - rileva l'indagine- l’atteggiamento di quei docenti che, sommando la voce “fa finta di niente” (16%) a quella “non dice nulla perché anche lui fuma” (9%), con il 25% rappresenta una voce considerevole». Nel caso degli studenti delle scuole medie, predomina invece la chiamata in causa del dirigente scolastico (50% dei casi) e anche il coinvolgimento della famiglia (49%). Inoltre, in quest'ordine di scuola prevale il rapporto personale tra docente e studente: lo studente viene sia ampiamente rimproverato (39%), sia coinvolto in colloqui personali, per “farlo smettere di fumare” (43%).

 

Alla luce dei dati emersi arrivano le proposte. «Oltre che essere una istituzione formativa, la scuola è anche un luogo di lavoro in cui vige quanto previsto dalla legge 81/2008»-, precisa il rapporto. In questo contesto, il Dirigente scolastico, nella veste di datore di lavoro, assume precisi obblighi anche per quanto riguarda la salute e la sicurezza di chi a scuola studia e lavora. Diventa, allora, necessario estendere il divieto del fumo a tutti gli ambienti della scuola, per due ordini di motivi: la protezione verso chi subirebbe gli effetti dannosi legati al fumo passivo a causa delle sostanze cancerogene che si sprigionano nell’aria; il rischio incendio, che potrebbe scaturire a causa delle sigarette, in modo particolare nei laboratori o negli ambienti con attrezzature, sostanze e prodotti pericolosi».

Per questo motivo viene dato pieno appoggio al disegno di legge bipartisan cofirmato dai senatori Ignazio Marino (PD) e Antonio Tomassini (PDL) (“Disposizioni per la tutela della salute e per la prevenzione dei danni derivanti dal consumo dei prodotti del tabacco”, cfr allegato) che propone, tra le altre cose, di vietare la vendita delle sigarette ai minorenni e di proibire il fumo anche negli spazi aperti delle scuole di ogni ordine e grado. Il disegno di legge, comunicato alla presidenza del senato il 29 aprile 2008, a oggi risulta ancora in corso di esame in commissione.

Maria Gallelli
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