Sclerosi, nuove cure all'orizzonte

Si tratta delle cellule staminali mesenchimali del midollo osseo che, sugli animali, si sono dimostrate capaci di arrestare la progressione della malattia.

26/05/2011
Un gruppo di ricercatori dell'Associazione italiana sclerosi multipla
Un gruppo di ricercatori dell'Associazione italiana sclerosi multipla

Si è celebrata mercoledì 25 maggio, nel corso della “Settimana Nazionale della Sclerosi Multipla 2011”, la terza edizione della Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla, in contemporanea in oltre 65 paesi del mondo. Tante iniziative e manifestazioni per sensibilizzare e promuovere la conoscenza e la ricerca su questa malattia che colpisce oltre 61mila persone in Italia, e 2,5 milioni nel resto del mondo.

In Italia, l’Associazione italiana sclerosi multipla (AISM) è impegnata da anni su questo fronte ed ha sempre mantenuto una particolare attenzione nei confronti della ricerca scientifica: è il primo ente nazionale a finanziare gli studi sulla patologia e tra i primi a livello mondiale, con un investimento nel 2010 di 4,3 milioni di euro tramite la sua Fondazione. Le linee di indagini sono multiple, dalle terapie innovative allo sviluppo di tecnologie e strumenti per migliorare la diagnostica e il monitoraggio quali le neuroimmagini, oltre alla ricerca di base per capire il meccanismo di insorgenza e le cause della malattia.

E un nuovo filone sempre più promettente: quello sulle cellule staminali mesenchimali del midollo osseo che in modelli animali si sono dimostrate capaci di arrestare la progressione del disordine grazie a un effetto protettivo nei confronti dei neuroni e al blocco dell’aggressione del sistema immunitario al rivestimento mielinico delle fibre nervose. La sclerosi multipla, infatti, è una patologia autoimmune: i linfociti attaccano la guaina mielinica delle conduzioni nervose e ne provocano la degenerazione e il conseguente deficit di funzione. E’ a decorso cronico e la perdita di mielina si può verificare in più aree del sistema nervoso centrale che prendono il nome di placche. La sclerosi multipla può esordire a ogni età della vita, ma è diagnosticata per lo più tra i 20 e i 40 anni e nelle donne, che risultano colpite in numero doppio rispetto agli uomini.

Le cause sono ancora in parte sconosciute: per il 20-30% entra in gioco una predisposizione genetica, per il restante 60-70% vari fattori ambientali. Ad oggi si indaga sul virus di Epstein-Barr, responsabile della mononucleosi infettiva, sulla carenza di vitamina D o su altri elementi quali possibili infezioni batteriche. Sarebbe l’insieme di più fattori a innescare il meccanismo autoimmunitario alla base dell’insorgenza dei sintomi. “Ricerca AISM: il ponte per una vita di qualità”, è lo slogan lanciato in questi giorni per ricordare l’impegno e gli sforzi presenti e futuri: entro la fine del 2011 partirà uno studio clinico internazionale su pazienti con stadio non avanzato di sclerosi multipla ai quali verranno somministrate le loro stesse cellule staminali prelevate da midollo osseo e reinfuse a scopo terapeutico. Ma nei prossimi anni infatti arriveranno anche risposte dalla genetica per definire quanti e quali geni sono coinvolti.

La Senatrice, Premio Nobel Rita Levi Montalcini, presidente onorario dell’Associazione, alla vigilia dei lavori ha mandato il suo augurio: «Formulo i più vivi auguri per il successo del Congresso Ricerca AISM: il ponte per una vita di qualità, che avrà luogo domani e che vedrà riuniti esperti del settore. Le tematiche affrontate nell’ambito delle ricerche perseguite hanno ottenuto e continuano ad ottenere eccellenti risultati, non soltanto a livello di ricerca di base ma anche e soprattutto per la salute delle persone afflitte da questa grave patologia».

Alessandra Turchetti
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