Una Giornata che va oltre il dolore

Oggi è la "Giornata del malato" e ricordiamo i tanti bambini in ospedale e le famiglie. Per loro progetti di accoglienza e la possibilità di vivere il presente frequentando la scuola.

Bambini malati, la vita continua in corsia

11/02/2013

Quando la malattia arriva, ruvida e silenziosa, non guarda né al momento né all’età. Di colpo cambia la vita di ogni giorno, fa diventare un letto d’ospedale casa e famiglia. Genitori e parenti si trasferiscono in corsia, ma poco dopo, come se nulla fosse successo, arrivano dalla quotidianità anche libri, quaderni e professori. «Dal 1994 insegno ai ragazzi delle medie ricoverati nell’ospedale San Gerardo di Monza, quest’anno ho circa trenta alunni. Nella struttura ce ne sono complessivamente circa 150-200. La scuola è composta da una sezione di primaria con due insegnanti, una di secondaria di primo grado, con tre insegnanti, una di secondaria di secondo grado con una docente che coordina il coinvolgimento di molti professori delle scuole superiori del territorio, di varie discipline, che hanno dato la loro disponibilità».

Flavia Tarquini insegna scienze matematiche chimiche fisiche e naturali nella scuola in ospedale dell’Istituto Comprensivo “Salvo D’Acquisto” di Monza presso l’Ospedale S. Gerardo - Fondazione Monza Brianza per il Bambino e la sua Mamma. L’esperienza monzese è antica, risale al 1980 con l’apertura della sezione elementare. Oggi il servizio è presente nei reparti di day hospital, pediatria, centro trapianti. La professoressa racconta partecipe la sua esperienza pluriennale: «È un lavoro d’equipe: una volta a settimana abbiamo una riunione con l’assistente sociale, lo psicologo e il medico. Le lezioni sono spesso individuali per necessità, solo qualche volta ci sono dei laboratori nel piccolo gruppo come quello in cui si riunisce la redazione del nostro giornale, “Il piccolo notiziario”. E i piani di studio sono personalizzati: si cerca di mantenere il rapporto con la scuola di appartenenza del ragazzo, anche collegandosi in videoconferenza con le classi d’origine. Il nostro obiettivo non è quello di promettere il futuro, ma di farlo vivere nel presente. È un’esperienza che arricchisce molto, gli alunni ci insegnano tanto e noi abbiamo da imparare da loro».  

La scuola in ospedale in Italia nasce intorno agli anni ’50, quando in alcuni reparti pediatrici vengono aperte delle sezioni speciali per dare un sostegno didattico ai piccoli pazienti e rendere più semplice il loro rientro nella classe di provenienza. Solo nel 1986, però, una circolare ministeriale ratifica la nascita delle sezioni scolastiche all’interno degli ospedali e ne sancisce il carattere “normale”: sono sezioni staccate di una scuola che sta sul territorio. Nell’anno scolastico 2010-2011 sono stati 77.803  gli studenti italiani coinvolti nelle sezioni ospedaliere. Un diritto allo studio garantito a ciascun malato anche in ospedale, che si affianca all’intervento a domicilio che prevede invece l’approvazione di uno specifico progetto da parte dell’istituto di provenienza del minore che non può frequentare la scuola per almeno 30 giorni e gli si garantisce così di essere seguito direttamente a casa da uno o più docenti della sua scuola.

In Lombardia la scuola in ospedale (31 istituzioni scolastiche coinvolte, 26 aziende ospedaliere, 89 insegnanti di scuola d’infanzia, primaria e secondaria) ha aperto le porte anche alla sperimentazione di nuove tecnologie multimediali: «Dalla scorsa settimana 15 docenti usano gli iPad e negli ospedali il registro è informatizzato», spiega Bruna Baggio dell’Ufficio scolastico regionale, referente lombarda per la scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare. Un quadro dettagliato della situazione presente sul territorio è illustrato nel recente volume La lavagna sul comodino. Scuola in ospedale e istruzione domiciliare nel sistema lombardo a cura di Pier Cesare Rivoltella e Morena Modenini, nato in collaborazione con il CREMIT (Centro di Ricerca sull'Educazione ai Media, all'Informazione e alla Tecnologia) dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

«Svolgiamo il nostro canonico orario di servizio, organizzandoci in modo da garantire anche la copertura al pomeriggio», spiega Denis Ruggeri, docente di informatica dell’ITI Castelli (Istituto istruzione superiore) presso la scuola in ospedale degli Spedali Civili di Brescia. «Occorre stabilire un forte patto educativo con lo studente in un momento di debolezza, in un mondo fatto di malattia. Il lavoro è personalizzato, un vestito fatto su misura. Noi docenti cerchiamo di non andare oltre un certo limite, esistono figure specializzate come gli psicologi, ma il coinvolgimento empatico è molto forte. Due anni fa tre ragazzi non ce l’hanno fatta, è stato un duro colpo. Degli adolescenti colpisce l’approccio nei confronti della vita: nelle patologie più serie è come se togliessero tutti i fronzoli per riscoprire i valori essenziali dell’esistenza» .

Elena Crespi, docente di Lettere dell’IC Ilaria Alpi di Milano, che segue anche alcune allieve all’Ospedale San Paolo del capoluogo lombardo ricoverate a causa di disturbi alimentari aggiunge: «Vediamo i ragazzi nella loro fragilità, ma ci appaiono come una risorsa. A volte poi, anche noi che frequentiamo corsi di formazione per fare questa particolare esperienza non riusciamo a finalizzare la sofferenza, vorremmo fare di più ma ci è impossibile. In realtà siamo chiamati soprattutto a una cosa: insegnare in ospedale ciò che in quel momento stanno imparando in classe i compagni. Si fanno le stesse cose anche se si ha una flebo in un braccio. Abbiamo, per i piccoli pazienti, un grande valore: rappresentiamo uno scampolo di normalità, l’unico in un contesto assolutamente anormale».

 

Per informazioni generali sulla "scuola in ospedale" si rimanda al sito: http://pso.istruzione.it/

Per dettagli sulla realtà lombarda: www.hshlombardia.it e in particolare  www.scuolainospedalemonza.it;  http://www.websupporto.it/seminario; www.icilariaalpi.it .

 

 

Maria Gallelli e Annachiara Valle
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati