VIDEO
Pubblicato il 27/12/2011

I "nostri" 80 anni a Rai Storia

Il canale tematico della Rai dedicato alla storia ha celebrato gli 80 anni di Famiglia Cristiana, con un'intervista al direttore don Antonio Sciortino. Una sintesi della trasmissione.


Martedì 3 gennaio Rai Storia ha celebrato gli 80 anni della rivista Famiglia Cristiana. Con il direttore, don Antonio Sciortino, abbiamo ripercorso le tappe fondamentali del nostro Paese, filtrate attraverso gli articoli e le inchieste del settimanale. Dal 1931, anno della nascita del giornale Paolino voluto dal beato Giacomo Alberione, sino ai giorni nostri e alla sua distribuzione anche attraverso le nuove tecnologie digitali. La puntata, grazie al prezioso contributo delle Teche Rai, si è arricchita di immagini inedite tratte da un documentario di Sandro Bolchi e Diego Fabbri.

 
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Postato da Celso Vassalini il 20/05/2013 17:08

Chiarissimo ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, tutte le volte che passo per le vie della mia città mi rendo conto quanta gente ci conduce all’interno del coraggio, nella passione, nell’amore e nel talento che contraddistingue gli italiani. Voglio raccontarle l’emozione che ogni mattina provo vedendo dalle vie del centro storico gruppetti di bambini con i loro zainetti pieni di cultura con sguardo fiero avviarsi verso la casa della scuola. Mentre li osservo noto che gli stranieri sono molto di più e quello è il nostro futuro che è il simbolo dell’integrazione. Secondo le previsioni, nel 2050 gli scolari stranieri saranno la maggioranza, allora sono andato a guardare nel nostro presente per capire il nostro futuro”. Ed effettivamente mi soffermo in questa scuola particolare, ascolto le voci dei bambini della scuola elementare (la stessa dove studiarono molti miei concittadini meridionali) oggi con la più alta densità di allievi extracomunitari della mia città. Una scuola che da sempre ha accolto le grandi ondate migratorie dal sud alle periferie del Cairo, passando dall’India, 16 nazionalità differenti, insomma il mondo in una scuola, una vera babele. Invece questa scuola insegna a tutti coloro che temono la diversità e il confronto, un modello di integrazione vera, dove i bambini si sentono italiani, con regole uguali per tutti, disciplinatissimi nei loro grembiulini senza fiocco ma con un senso molto alto del rispetto, dell’educazione. A guardare con quale entusiasmo questi piccoli vanno dentro questa scuola sembra tutto facile. Questa scuola ha regalato loro un’identità. Un piccolo miracolo, una scuola con le capacità di mettere insieme mondi diversi. Ma anche le più belle favole cozzano contro l’attuale politica e quando le cose funzionano bene in Italia con la diffidenza e il pregiudizio che isolano le coraggiose maestre di frontiera, che ci mettono tutto il loro impegno è qui che si sente più forte che altrove la voglia di resistere, di ritrovare un’idea diquartiere e di comunità: attorno a una scuola che sembra Fort Alamo. Se pensiamo al 2050 ci sembra una data lontanissima, invece quel futuro è già iniziato… e gli esempi di funzionalità ci sono e allora perché renderli vani? Il Santo Padre, ha detto il vescovo Monari, ha pronunciato parole forti, radicali e inequivocabili sul rispetto dei diritti “inalienabili” dei migranti, da rispettare “sempre e da tutti”. Ha parlato in particolare dei minori, del loro diritto alla scuola e all’inserimento nel mondo del lavoro. Di un’integrazione sociale che va “facilitata” e non certo ostacolata per le cosiddette seconde generazioni. Ha parlato di Gesù “migrante” e del Vangelo della solidarietà. Difficilmente chi vuol dirsi cristiano potrà più ignorare queste parole quando si troverà ad affrontare le questioni legate all’immigrazione. Per questo auspico che chiunque nasce in Italia abbia diritto alla cittadinanza. Guardando e osservando Il Presidente del Consiglio On. Enrico Letta, la mia memoria corre al discorso di Alcide De Gasperi pronunciato alla Conferenza di Pace di Parigi del 10 agosto 1946. L’Italia che si presentava a quella conferenza di fronte alla potenze vincitrici non era solo un Paese in miseria e devastato dal conflitto mondiale, ma anche un Paese portatore di una fama non certo ragguardevole: voltagabbana, incapace di servare i pacta, e per di più anche ex-alleato dei nazisti. Fu grande in quell’occasione il discorso dell’allora presidente del Consiglio De Gasperi, il quale ostentò non la falsa umiltà di chi è costretto a supplicare, bensì quella vera di chi ha fatta propria la convinzione di essere in debito. Un discorso che ha fatto conoscere al mondo quello che probabilmente è stato il più grande statista italiano del ‘900, il simbolo di un’Italia democratica, antifascista, e soprattutto tanto bramosa di riscattarsi. Sig. Presidente On. Enrico Letta, grazie per la Sua pari Umiltà e Dignità. Grazie, grazie. Celso Vassalini

Pubblicita



Tag Correlati

%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati