Alcuni giorni fa, mio marito guardava delle vecchie foto appese al muro. La frase che ha detto mi è rimasta impressa: “non ti fa effetto sapere di essere stata accarezzata da un beato?”
Già, non ci avevo mai pensato, ma è successo proprio così.
5 – 6 Giugno 1988: Giovanni Paolo II, viene in visita a Reggio Emilia. Il programma è denso. Incontrerà, tra gli altri, gli studenti delle scuole della città e della provincia.
E’ così che ho l’opportunità, unica nella mia vita, di toccarlo e di ricevere da lui una carezza. Il momento è davvero intenso ed emozionante, nonostante sia brevissimo.
Ricordo che nei giorni precedenti a scuola viene fatto un sorteggio: solo alcuni di noi infatti entreranno in duomo. Gli altri dovranno accontentarsi di restare fuori e di seguire l’incontro attraverso i maxischermi.
Ricordo l’attesa sulla piazza, la navata centrale del duomo vuota e noi stipati nelle navate laterali dietro i banchi che sono stati messi come transenne per contenerci. Ricordo l’emozione del portone centrale che si apre e quell’uomo vestito di bianco, ancora giovane e in forma, dritto e veloce, molto diverso da come lo vedrò poi attraverso televisione e giornali, negli anni seguenti.
Ricordo che avanzava mentre mille mani cercavano di toccarlo.
Ricordo che, non so come, mi sono trovata nella prima fila e che ho realizzato solo in un secondo momento che, se fosse rimasto sulla destra, forse sarei riuscita a toccarlo.
Ricordo che mi ero preparata tante cose da dirgli, ma poi quando me lo sono trovato davanti l’emozione è stata fortissima e l’ho solo sfiorato, mentre lui mi accarezzava una guancia con la sua mano fredda. Ricordo in modo nettissimo la sensazione di quel palmo liscio, freddo e con un profumo particolare.
Un attimo, poi era già passato oltre. Altre mani lo toccavano, altre voci lo chiamavano, altri visi venivano accarezzati...
Ricordo che, nella confusione e nel turbamento, ho pensato che forse anche quando Gesù passava, la gente si assiepava in questo modo e gli faceva festa allungandosi e sbracciando.
E poi ricordo che ho pianto, ho pianto molto anche dopo, ma nel cuore sentivo comunque una grande pace.
La foto che conservo gelosamente ritrae quell’attimo che non mi stanco di raccontare anche ora, dopo tanti anni, ai miei figli quasi adolescenti.
Mio marito ha partecipato a molte GMG, ma mi invidia quel momento: lui il Papa non l’ha mai toccato!
Pubblicato il 30 aprile 2011 - Commenti (1)