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apr

In braccio al papa

Inviato da: Alexander Arrieta

A Famiglia Cristiana Desidero innanzitutto rivolgere a tutti voi un caloroso augurio per il 55°anniversario della rivista; anche mio marito ed io avremmo festeggiato quest’anno i nostri 55 anni insieme,ma purtroppo il mio amatissimo sposo è mancato un mese fa.
La vostra rivista ci ha accompagnato nel nostro cammino di famiglia cristianamente impegnata.
Ho accolto con gioia il vostro invito a partecipare con un umile contributo personale alla beatificazione di Papa Giovanni Paolo II perché la sua figura ha avuto un ruolo rilevante nella nostra famiglia ed abbiamo avuto modo di incrociarlo di persona per ben due volte e la gioia e serenità che seppe infonderci ci ha accompagnato nei momenti più difficili della nostra vita. Il nostro legame particolare con questo Papa iniziò durante la mia settima gravidanza che arrivò inaspettata, ma che mio marito ed io, entrambi già un po’ avanti negli anni, decidemmo di affrontare con coraggio e serenità confidando nell’aiuto e nel sostegno della Madonna. Durante la mia gravidanza due Papi vennero eletti : Giovanni Paolo I, il cui Pontificato durò pochi giorni , e immediatamente dopo Giovanni Paolo II, il giorno della sua elezione mio marito ed io decidemmo che Giovanni Paolo sarebbe stato anche il nome della nostra creatura che nacque nell’aprile 1979. Nell’estate di quello stesso anno la nostra numerosa famiglia ( 9 persone) decise di andare in roulotte per alcuni giorni a Roma dove un nostro cugino gesuita, appena rientrato dall’Australia, stava studiando presso la Gregoriana. Egli ci aiutò a trovare ospitalità nel grande parco presso il convento delle suore del Cenacolo e ci accompagnò all’udienza generale in piazza San Pietro. Era questa un’ udienza particolare perché precedeva le celebrazioni per la festa dei santi Pietro e Paolo, pertanto quando alle 13.30 entrammo nella piazza questa si stava riempiendo, tuttavia noi riuscimmo a trovare alcune sedie dove sederci e dei giornali con i quali improvvisare dei copricapo perché il sole picchiava forte. Attendemmo per cinque ore l’arrivo della processione con il Santo Padre e, incredibile ma vero , nessuno dei ragazzi diede alcun segno di stanchezza o di impazienza e il neonato , nella sua cesta di vimini, dormì tranquillamente. Quando finalmente all’orizzonte riuscimmo ad intravedere il copricapo del Papa, mio marito mi suggerì di prendere in braccio il bimbo e di avvicinarmi alle transenne, all’inizio pensai che l’impresa fosse impossibile: troppa gente si frapponeva ma me e queste, ma, poiché mio marito insisteva , decisi di provare a farmi largo fra la folla tenendo sollevato il neonato sopra la testa, riuscii a percorrere diversi metri, infine però fui fermata dalle guardie svizzere che non sembravano molto d’accordo con la mia iniziativa. Stavo ormai arrendendomi quando il Papa, che aveva visto il bimbo sollevato in alto, fece un cenno alle guardie affinché queste glielo portassero. Giovanni Paolo , due mesi e mezzo, arrivò tra le braccia del Papa attraverso il passamano della folla eppure non era spaventato anzi mentre il papa l’abbracciava sembrava sorridere. Eravamo tutti emozionati e commossi e riuscii a fatica a scattare la foto allegata. Da quell’avvenimento tredici anni erano trascorsi quando , in occasione dei 50 anni dell’Opera Madonnina del Grappa di Sestri Levante, ci fu offerta l’opportunità di partecipare insieme ad altri associati ad un viaggio a Roma. Giovanni Paolo volle venire con noi e nel suo zainetto portò anche la foto che lo ritraeva con il Santo Padre, voleva riuscire a mostrargliela e a parlargli. Ci riuscì perché andò molto presto in piazza San Pietro per posizionarsi vicino alle transenne e quando il Papa si avvicinò egli attrasse la sua attenzione, gli mostrò la foto e ci fu un breve, ma intenso scambio di battute che lasciarono il segno nel cuore del mio ragazzo. Giovanni Paolo si è laureato in ingegneria, lavora con la sua fidanzata per un associazione che si occupa dei mercati equo solidali ed è stato lui ad incoraggiarmi ad aderire alle iniziative promosse per la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II. Sarò a Roma il primo maggio per testimoniare della bontà e della grandezza di questo Papa e per chiedergli la grazia di continuare ad aiutare la nostra numerosa famiglia in particolare desidero affidargli i nostri giovani affinché rimangano sempre fedeli al Dio dell’amore e della pace e una delle mie nuore ed il suo figliolo, mio nipote, affinché riescano a superare le gravi malattie dalle quali sono stati colpiti. Grazie

Pubblicato il 10 aprile 2011 - Commenti (0)

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