Un uomo vestito di bianco
si è affacciato alla finestra
dalle persiane chiare.
Forte, come roccia
della sua terra lontana
parlava alla folla di pace e giustizia,
di amore e libertà.
Parlava ai giovani del loro futuro
seminando gioia e speranza,
agli umili e oppressi donava coraggio,
ai bambini, sorrisi e carezze.
Si è affacciato con il sole e con il vento
che scompigliava i lisci capelli,
con il sereno e la pioggia
che bagnava il suo aperto sorriso.
Ha portato conforto in ogni parte del mondo,
spezzando il giogo della violenza
e oppressione,
come umile pastore ha radunato le greggi.
E gli occhi dal cielo mai ha separato…………
E nel crepuscolo della vita
tenero e mite egli appariva,
sussurrava parole di pace e amore,
la voce era flebile, ma arrivava al cuore.
Ha percorso ogni giorno la via della croce,
e la nostalgia di Dio intarsiava il suo volto.
Somigliava a mio padre, a mio fratello,
al vicino di casa, all’uomo di strada,
a tutti noi che speriamo e soffriamo.
E nel giorno del celeste silenzio
i ciliegi erano tutti fioriti, e il vento
arpeggiava e sfogliava il Gran Libro,
un vento venuto dai monti lontani
portava il profumo dei boschi a lui cari.
E come uno zefiro di luce armoniosa
sfiorava i cuori, i pensieri ed ogni cosa.
Ora, dalla finestra del cielo
come un faro splendente continua ad affacciarsi
illuminando il buio del nostro inquieto mare.
Stretti in una rete d’avvolgente affetto
ci sussurrerà parole di speranza
e memoria d’amore scalfita come su pietra
nei nostri cuori per sempre resterà.
Carmelina Giancola
Pubblicato il 04 aprile 2011 - Commenti (0)