Crisi, la Banca Mondiale vede nero

Le ultime stime degli analisti sono catastrofiche: crollerà la crescita globale e le conseguenze saranno peggiori di quelle del 2008. Anche per i Paesi in via di sviluppo.

31/01/2012
Le previsioni non sono rosee nemmeno per i Paesi in via di sviluppo. In India la rupia si è deprezzata del 4,4 per cento nei confronti del dollaro statunitense (foto Ansa).
Le previsioni non sono rosee nemmeno per i Paesi in via di sviluppo. In India la rupia si è deprezzata del 4,4 per cento nei confronti del dollaro statunitense (foto Ansa).

La crescita economica globale e’ destinata a un possibile crollo e la crisi che ne consegue sara’ peggiore di quella del 2008. L’ allarme e’ riportato nel "Global Economic Prospects’ il rapporto che la Banca Mondiale pubblica due volte l’anno. Questa catastrofica previsione riflette le stesse anticipazioni fatte dagli economisti del Fondo Monetario Internazionale. Per quel che riguarda gli Stati Uniti, le previsioni di crescita sono state abbassate per il 2012 dal 2,9 per cento al 2.2 e per quel che riguarderà il 2013 dal 2.7 al 2.4. Secondo gli analisti della Banca Mondiale il motivo di questo passo indietro e’ causato dal fatto che i politici americani da mesi passano il tempo a litigare senza raggiungere alcun accordo sulla riforma fiscale e sul bilancio.

Le previsioni non sono rosee nemmeno per i Paesi in via di sviluppo per i quali le previsioni di crescita economica sono state ridotte dal 6.2 per cento al 5.4. Per i Paesi industrializzati e’ stato anticipato un calo della crescita dal 2,7 per cento all’1.4. Anche l’indice di mercato dei 17 Paesi che usano l’euro pronostica una contrazione della crescita dall’1.8 al -0. 3 per cento. Secondo gli esperti una recessione in Europa, accompagnata da un rallentamento in Paesi tipo India e Brasile potrà seriamente danneggiare la crescita economica globale.

“Probabilmente – spiega Hans Timmer direttore dei progetti di sviluppo della Banca Mondiale – molti Paesi europei, Germania inclusa, entreranno nella fase di recessione nel quarto trimestre”. “L’economia globale – concorda l'economista Justin Yifu Lin – sta entrando in una fase di incertezza. Il rischio di un congelamento dei mercati e di una crisi simile a quella che si e’ verificata nel settembre 2008 e’ assai reale”.

La Germania, che condivide in parte le grigie previsioni della Banca Mondiale, mercoledì ha annunciato d’ aver abbassato per il 2012 le previsioni di crescita dall’ 1 al 0.7 per cento. “I Paesi in via di sviluppo, che sino a oggi hanno avuto una crescita relativamente forte - ha spiegato Justin Yifu Lin - saranno quelli che soffriranno di più nei mesi in cui Europa e Stati Uniti lotteranno per combattere la crisi”. “Dovranno sin d’ora - ha poi aggiunto l’economista - prevedere come gestire il deficit, rivedere lo stato di salute delle loro banche e spendere denaro per creare una rete di protezione sociale. Purtroppo molti governi oggi sono molto più deboli di quanto non lo erano nel 2008. Nessun Paese sara’ risparmiato, il calo di crescita sara’ molto piu’ profondo e durera’ piu’ a lungo”.

Il calo globale colpira’ duramente i Paesi in via di sviluppo perche’ provochera’ il ribasso dei prezzi dei metalli, dei prodotti agricoli mentre fara’ aumentare la richiesta di importazioni. I prezzi dei metalli, secondo Hans Timmer sono gia’ in ribasso, rispetto ai primi mesi del 2011, dal 10 al 25 per cento. Negli Stati Uniti si sente gia’ la morsa della crisi in Europa e conseguente ribasso degli ordini d’ acquisto: in novembre, secondo i dati del dipartimento del commercio, le esportazioni hanno subito un calo del 6 per cento.

Mariuccia Chiantaretto
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Postato da DOR1955 il 31/01/2012 15:22

Presumendo che nessun essere umano mangi (fisicamente) il denaro e sommato tutto il valore mobiliare esistente al mondo, non si "capisce" come mai esista da tempo questa grande crisi di tipo economico, destinata peraltro ad aggravarsi. Forse la vera spiegazione non è nel rallentamento dell economia globale, quanto nel fatto, certo, della ripartizione delle ricchezze. Da un lato pochi - 2/3% -"fortunati" (o ladri, a seconda del punto di vista) con il 90% dei beni , dall'altro, molti (il 97-98% della popolazione mondiale) con il restante 10%. Spiegata la crisi. Semplicistica?. Forse, ma questa è verità assoluta. E fino a quando non ci sarà un po di riequilibrio ci sarà sempre crisi, o peggio (quasi certe), rivolte e guerre. Ma chi decide le sorti del mondo le capisce queste cose?. O pensa di essere immune e al di sopra di tutto?.

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