18/07/2012
Un momento della manifestazione nazionale contro Green Hill e la vivisezione sugli animali,a Roma (Ansa).
Green Hill, ovvero Collina verde. Un po' come le case di riposo spesso hanno nomi come “Collina dei gelsomini”, così l'allevamento di cani di Montichiari (Brescia) che alleva beagle destinati ai laboratori di tutta Europa, ha un nome che suona bene. Eppure da alcuni anni Green Hill è di proprietà di un’azienda americana, la Marshall Farm, nota me il più grande fornitore di cani da laboratorio che esista.
Green Hill è l'ultimo stabilimento di questo tipo presente in Italia. Trenta uomini della Forestale vi hanno fatto irruzione mercoledì 18 luglio, su disposizione della Procura della Repubblica, contestando vari reati tra cui quello di maltrattamento di animali.
La notizia è subito girata sui social media e su Twitter la parola “Forestale” è uno degli hashtag, ovvero delle parole più citate, della giornata.
La Forestale ha sequestrato un numero imprecisato di cani beagle, sia cuccioli che adulti, e l’intera struttura costituita da quattro capannoni, uffici e relative pertinenze per un totale di circa 5 ettari.
Secondo la Lav (Lega Antivivisezione), all’interno dello stabulario vi sarebbero circa 2.700 tra fattrici e cuccioli: “I beagle vengono allevati in massa e cresciuti senza vedere la luce del sole o poter passeggiare all’aria aperta, mantenuti all’interno di gabbie di dimensioni esigue, dalle quali escono solo al momento di essere trasferiti presso la loro destinazione finale: il laboratorio dal quale usciranno solo come carcasse, da smaltire come rifiuti speciali”.
Una battaglia simbolo
Per chi ama gli animali, Green Hill è diventato un simbolo. Molti ricorderanno l'immagine del cucciolo di beagle che veniva passato al di sopra della recinzione tra gli attivisti che erano riusciti a penetrare nello stabilimento il 30 giugno scorso. Ironia della sorte, il sequestro di oggi non li rende liberi: i cuccioli non potranno comunque uscire dall’azienda e i rappresentanti della Green Hill sono stati nominati custodi giudiziari insieme al sindaco della cittadina lombarda e alla locale ASL.
Alcune associazioni si stanno però offrendo per divenire i garanti legali e poter vigilare sul futuro dei cani. Come si possa in una struttura immensa come Green Hill garantire il rispetto delle necessità fisiche e comportamentali dei cani, visti i numeri enormi di cui si parla, resta infatti un mistero.
“Speriamo che questi nuovi sviluppi mostrino chiaramente gli orrori della vivisezione e portino in primo piano le ragioni scientifiche ed etiche di chi la combatte, - afferma Michela Kuan, biologa, responsabile LAV settore vivisezione - un atto importante in un contesto finora considerato intoccabile come la sperimentazione animale”. Nonostante più dell’86% degli italiani sia contrario, né l’attuale legge nazionale né la direttiva europea pongono reali vincoli al ricorso agli animali, quasi 900 mila l’anno in 600 strutture pubbliche e private solo in Italia.
Il beagle è caro a tutti perché è la razza di Snoopy, ma continua a essere la razza di cani più utilizzata per la sperimentazione, non per motivi scientifici, ma pratici: è stato “selezionato” per la taglia, la lunghezza del pelo (per iniezioni e prelievi), resistenza cardiaca, temperamento docile e capacità di vivere in gruppo, in modo da essere facilmente stabulato e costare meno.
Ed è all’esame del Senato la norma, già approvata dalla Camera dei Deputati, che vieterebbe l’allevamento di cani, gatti e primati non umani per la sperimentazione, imporrebbe l’obbligo di anestesia e analgesia per i test e, vietando le esercitazioni belliche e didattiche con animali, sosterrebbe concretamente il ricorso ai metodi sostituivi della vivisezione.
In Italia, circa 1200 cani all’anno vengono usati per studi di tossicità per le sostanze industriali; tossicità per le sostanze d’abuso, come alcol e stupefacenti; trapianto di organi e tessuti; cancro; test bellici; ricerca di base in qualsiasi settore, compresi quelli sulla deprivazione materna e sull’erezione, prodotta fisicamente, tramite scosse elettriche.
Gabriele Salari