25/01/2012
Manifestazione di protesta del consigliere comunale del Pd Athos De Luca contro la cartellonistica a Roma (foto Eidon).
Oltre 50 mila cartelloni pubblicitari, di cui la metà abusivi, piazzati vicino alle carreggiate o perfino in mezzo alla strada. Questo il record scandaloso di Roma e i cartelloni oltre a deturpare anche gli scorci più belli della Capitale, provocano incidenti.
L'ultimo, due settimane fa, in viale Cristoforo Colombo, la strada ad alto scorrimento che collega il centro ad Ostia. Per poco non c'è scappato il morto. E lo scorso novembre, sulla via Tuscolana, due giovani in scooter sono morti dopo essere andati a sbattere contro un cartellone piazzato sullo spartitraffico che divide la carreggiata.
Ne era stata ordinata la rimozione 13 mesi prima, ma era ancora al suo posto.
Dopo l'incidente mortale e i reportage della stampa internazionale (dalla tv di stato francese a “The Guardian”) finalmente la giunta capitolina ha deciso di regolamentare il settore ma deve confrontarsi con una lobby potente. A Roma le ditte autorizzate a installare cartelloni sono nominalmente 400, mentre a Parigi sono solo quattro. Il risultato è che il piano regolatore affissioni è al palo.
I romani non ci stanno e per questo è nata addirittura un'associazione, “Basta Cartelloni”, che promuove iniziative di resistenza civica, ovvero di sera si esce tutti insieme a tappare con il cemento i buchi sull'asfalto, segnale evidente che un nuovo impianto sarà installato dopo qualche giorno.
Porre fine a un assurdo Far West
È nata addirittura un'associazione, “Basta Cartelloni” che ha
organizzato una manifestazione a Roma, insieme alla Fondazione Luigi
Guccione – vittime della strada, Associazione Disabili Visivi, Istituto
internazionale Consumo e Ambiente e Cittadinanzattiva, la quale che nei
mesi scorsi aveva raccolto 10 mila firme per una delibera di iniziativa
popolare che il Consiglio comunale ha però bocciato. Nell'attesa che si
ponga fine a questo assurdo Far west dei cartelloni, sono arrivate anche
le denunce.
Come riporta un quotidiano romano, sono 44 le persone denunciate alla
Procura della Repubblica dal nucleo di polizia municipale che indaga sul
fenomeno dei cartelloni abusivi.
Tra i denunciati anche il dirigente comunale dell’ufficio affissioni e
pubblicità che, a detta degli investigatori, avrebbe omesso “di emettere
atti di decadenza delle autorizzazioni” alle ditte che risultavano
“avere tre o più impianti installati in violazione di norma”. I vigili
avrebbero riscontrato abusi, negligenze, licenze sospette e omessi
controlli.
Finora le rimozioni sono state appena 1.500, ben poca cosa rispetto alla
gravità del problema.
Molte realizzate solo dopo le denunce e le proteste dei cittadini.
Il sindaco Gianni Alemanno parla della vicenda dei cartelloni
pubblicitari come di “un sistema illegale parallelo che coinvolge non
solo imprenditori locali, ma anche grandi gruppi”.
Carrtellonistica stradale a Torino (foto Ansa).
Cartelloni fuori controllo anche in futuro?
Secondo l'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali, se anche fosse approvato il Regolamento che il Comune di Roma si è impegnato a varare entro fine gennaio, la densità di cartelloni rimarrebbe sempre eccessiva: 37,3 metri quadri per chilometro di rete stradale, l'estensione media sul quale ci si assesterebbe è peggio di Bologna (10,9), Genova (17,7) e Torino (32,6).
“Il problema non è solo di quantità, ma soprattutto di metodo. Non si può derogare al Codice della Strada e ai vincoli paesaggistici e il Comune dovrebbe far pagare più salati gli spazi e reinvestire quei soldi nella cura delle strade e del verde urbano, che ne hanno bisogno” afferma Roberto Crea,
di Cittadinanzattiva. “C'è il pericolo che le deroghe al Codice della Strada vengano estese e che siano le imprese stesse a decidere dove mettere i cartelloni”.
La situazione è così fuori controllo che oggi nessun
operatore sa con certezza se la propria pubblicità sarà affissa su un
impianto regolare o che viola normative esistenti.
Questo ha due conseguenze: un danno di immagine per l’inserzionista e il
rischio di sanzioni anche per questo, come previsto dalla normativa
vigente. Ciò, paradossalmente, riguarda le stesse istituzioni e
addirittura l’Amministrazione capitolina: Cittadinanzattiva ha
denunciato che, durante l’estate scorsa, molti dei manifesti della
campagna di Roma Capitale contro l’abbandono dei cani sono stati affissi
su impianti gravemente irregolari.
Il Comune dovrà sanzionare sé stesso per questo motivo pagando con soldi
pubblici una propria mancanza di verifiche preliminari e di controlli
successivi. Tuttavia, nessuno è ancora intervenuto per fornire
chiarimenti convincenti e nessuno pare responsabile di questo vergognoso
episodio.
Gabriele Salari