24/01/2012
Cinzia Franchini, presidente della Fita-Cna (foto copertina: Ansa).
I blocchi dei camionisti che
stanno fermando l’Italia sono sostenuti da un’unica organizzazione sindacale,
Trasporto Unito, che vanta circa 7.000 aderenti su 114.000 imprese di
autotrasporto. Chiediamo allora a Cinzia Franchini, presidente del maggior
sindacato dei “padroncini”, la Fita-Cna con 35.000 associati, di valutare
l’utilità di una protesta così estrema per risolvere i problemi degli
autotrasportatori.
- Signora Franchini, i blocchi erano inevitabili?
“Io ritengo di no, tanto è vero
che l’associazione che presiedo non ha proclamato il fermo. Dal mio punto di
vista non era assolutamente opportuno farlo. Innanzi tutto perché la situazione
è drammatica per l’intero Paese. Noi avevamo intuito che il disagio sociale era
ed è grande, e che se avessimo fermato l’autotrasporto, alla nostra protesta si sarebbero potute collegare altre categorie di lavoratori. In effetti adesso in strada
ci sono tanti disperati che non sono camionisti. Non solo: alla fine questa
nostra disperazione viene strumentalizzata da soggetti che sono poco
interessati ai problemi dell’autotrasporto. Sono in cerca di visibilità, magari
hanno anche interessi politici. Insomma, c’è dell’altro. Maurizio Longo, che
poi è il segretario dell’unica sigla che ha proclamato il fermo, Trasporto
Unito, potremmo definirlo un “professionista del fermo”. E’ stato in precedenza
segretario della Fita-Cna e se n’è andato dopo il fermo che bloccò l’Italia nel
2007 e non ebbe però nessun risultato concreto per le aziende di autotrasporto”
- Qual è la posizione del suo sindacato sui problemi
sollevati: costo di gasolio, autostrade e assicurazioni e ritardi nei
pagamenti?
“In realtà molte delle richieste
avanzate da queste persone sono richieste già accolte dal governo Monti. Per
esempio i 400 milioni per l’autotrasporto già confermati dal governo
Berlusconi, sono stati confermati anche dal nuovo Governo, e non era scontato
che fosse così. Servono per agevolazioni nel nostro mondo, come sconti
sull’Inail, sconti sui servizi sanitari nelle assicurazioni, pedaggi
autostradali, formazione. Il rimborso anticipato delle accise sul gasolio per
il 2011 e il 2012, poi, è già stato confermato: vengono rimborsati 19 centesimi
al litro. Di fatto, vuol dire che con il provvedimento contenuto nel decreto
sulle liberalizzazioni di Monti, noi potremo recuperare ogni trimestre questi
19 centesimi al litro, mentre in passato il recupero era annuale, quindi in
tempi molto più lunghi”.
- Cos’altro avete chiesto negli incontri col Governo?
“Per esempio, di rivedere il
calendario dei divieti di circolazione. Sono arrivate a essere 84 le giornate
nelle quali non possiamo lavorare. Sono tante: siamo il Paese d’Europa con più
giornate di fermo. Questo ci penalizza tanto, e forse va anche in
controtendenza rispetto a quanto il governo Monti sta predicando: se teniamo
aperti i supermercati 24 ore al giorno non si capisce perché dobbiamo fermare
sempre più l’autotrasporto. E, da questo punto di vista, ci è stato detto che
la revisione del calendario del divieto di circolare dovrebbe rientrare nel
prossimo decreto in approvazione dal Governo. Quanto ai tempi di pagamento e
alla remunerazione dei tempi di attesa, sono tematiche che rientrano già in una
normativa che c’è. Se la legge non funziona, parliamone, ma non ha senso
bloccare l’Italia per questo. Per rivedere una norma, non bastano due giorni.
Occorre confrontarsi, ragionare, aprire tavoli di confronto sia col governo sia
con la committenza”.
- E i problemi più generali della vostra categoria, quali
sono?
“Principalmente, l’aumento
esorbitante dei costi. Noi siamo forse l’unica categoria che è stata realmente
liberalizzata, già da tanti anni, però ci troviamo a confrontarci con i nostri
fornitori che sono tutti grandi monopolisti: i fornitori di carburante, le grandi
concessionarie autostradali, le assicurazioni, le banche. E’ per questo che ci
auguriamo che le liberalizzazioni promesse vengano fatte seriamente, perché
riteniamo che il nostro mondo possa trarne giovamento. Per esempio, che i
prezzi del carburante si abbassino o almeno si livellino agli altri Paesi
d’Europa”.
- E’ possibile che ci siano presenze della criminalità in
questa rivolta?
“A questa protesta si sono aggiunti soggetti che non
hanno nulla a che fare con l’autotrasporto, e riteniamo anche la malavita
organizzata”.
Rosanna Biffi