Aci, 6 giugno sciopero della benzina

Forte iniziativa dell'Aci per far comprendere al Governo le conseguenze delle scelte compiute sul caro carburanti. In ginocchio un intero settore strategico.

23/05/2012

Una famiglia spenderà per l’auto nel 2012 1.680 euro in carburante, ai quali vanno aggiunti 715€ per l’assicurazione, 270€ per la manutenzione, 220€ per parcheggi e garage, 190€ per pedaggi, 120€ per le multe e un insieme di altri costi per un totale complessivo di oltre 3.500 euro a fronte dei 3.278€ del 2011. I conti li ha fatti l'Aci, l'Automobile Club d'Italia, che per protestare contro i continui aumenti fiscali che gravano sui carburanti, e più in generale sull’auto, mettendo in ginocchio l'intero comparto automotive, indice per il 6 giugno il primo sciopero della benzina della sua storia.
 

Gli automobilisti non faranno rifornimento il 6 giugno – ha dichiarato il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani – per dire coralmente basta agli aumenti dei prezzi alla pompa, saliti di oltre il 20% in un anno. Il problema sta nelle troppe accise, che continuano a rappresentare la forma di tassazione preferita dallo Stato perché immediata, ineludibile e senza costi gestionali per l’Erario”. L’Automobile Club d’Italia sottolinea l’insostenibilità economica e sociale dell’attuale pressione fiscale sui veicoli che ha scatenato una raffica di aumenti: il problema, infatti, sta nelle troppe accise, che continuano a rappresentare la forma di tassazione preferita dallo Stato perché immediata, ineludibile e senza costi gestionali per l’Erario.

Negli USA un’analoga iniziativa generò nel 1997 una riduzione del costo della benzina fino a 30 centesimi di dollaro in 24 ore. Un risultato difficilmente replicabile oggi, ma che comunque dimostra l’efficacia di una risposta corale degli automobilisti contro l’eccessivo carico fiscale sui carburanti. “La nostra iniziativa non è un muro contro muro – spiega Sticchi Damiani – perché il dialogo è più importante della protesta per far comprendere al Governo la conseguenza delle scelte compiute sull’auto che stanno mettendo in ginocchio un settore strategico per il Paese. I dati 2012 indicano uno spaventoso calo delle immatricolazioni, ma quello che più ci preoccupa è l’aumento della disaffezione all’uso dell’automobile".


E gli italiani si difendono diminuendo i consumi e passando al gas

Intanto è boom per le vendite di auto a metano: nei primi 4 mesi dell'anno, a fronte di un mercato in calo del 20,2%, infatti, le vendite dei modelli alimentati a metano sono cresciute del 51,7%. Una tendenza dettata dagli aumenti dei prezzi del carburante che fanno preferire alimentazioni alternative convenienti e a basso impatto ambientale.

Con un'auto a metano il costo del carburante è poco più di un terzo di quello di un' auto a benzina. Anche se la diffusione di questo tipo di propulsione sconta ancora la difficoltà di avere una rete capillare in tutta Italia per il rifornimento di metano, a differenza per esempio del Gpl con il quale è più facile, ovunque nel nostro Paese, fare il "pieno"
.

I costi dei carburanti tradizionali di derivazione petrolifera sono ormai insostenibili: la benzina segna un aumento del 3,2% rispetto a marzo 2012 e cresce su base annua del 20,9% (in accelerazione rispetto al 18,6% registrato lo scorso mese) e anche il gasolio incrementa del 20,5%.

Pino Pignatta
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Postato da Argonauta54 il 24/05/2012 15:55

Condivido la presenza di Famiglia Cristiana nel sponsorizzare l'articolo dell' Aci. I soldi ci sono, ma manca il coraggio di andarli a prendere, un coraggio di 285 miliardi di euro di evasione totale ogni anno, eppure si continua a morire, perchè Cesare oggi è incapace di agire e intraprendere con coraggio e determinazione una seria e coerente lotta all' evasione fiscale. La complicità della Cee con il suo silenzio imperdonabile ha buttato l'ancora standosene in alto mare, perchè non vuole sentire le grida dei diseredati, dei sofferenti, della povera gente che annaspa nel mettere un piatto a tavola, è facile per loro che i loro conti sono al loro posto, eppure, oggi si naviga a vista e Cesare lo sà. Dai a cesare quello che è di Cesare, e dai a Dio quello che devi dare a Dio, questo vale pure per Cesare ai tempi d'oggi, fino a quando il cittadino contribuente dovrà subire l'innettezza dell' attuale mondo politico? Chi impedisce la crescita del nostro Paese è un rinnegato e usurpatore, vedi la Fiat e altri organismi che da molti decenni ha usufruito finanziamenti e oggi le autovetture le costruiscono all' estero. E' facile giudicare, ma siete veramente dalla parte della ragione cari imprenditori?

Postato da giogo il 22/05/2012 16:22

Aderirò senz'altro a questa lodevole iniziativa, ma perchè nell'articolo non si accenna alle auto elettriche o ibride...non fate come la Fiat che proprio NON SE NE PARLA...sono sbigottito che una grossa azienda con cali vistosissimi di vendite in EU non dia cenni in questo senso...vedi es. la Renault con 3+1 modelli addirittura totalmente elettriche, non parliamo di altre case automobilistiche anche con modelli prestigiosi...per non menzionare poi i Giapponesi che sono molto avanti nel settore. Che ne dice l'articolista del comportamento "quasi suicida" della Fiat-Marchionne...serve per sfilarsi dall'Italia visto che il periodo delle vacche grasse è finito??(sostegno-statale settore auto) perchè se non ci si rinnova si soccombe...il sospetto è incalzante vista la stagnazione di modelli "veramente innovativi". Cordiali saluti

Risposta di: Pino Pignatta

Gentile Giogo,
sul tema della propulsione alternativa, l'edizione in edicola di Famiglia Cristiana dedicherà presto uno spazio alle ultime novità in fatto di automobili a metano e Gpl, che sembrano conquistare sempre nuovi clienti a causa del "caro carburanti" che soffoca benzina e gasolio. Delle auto elettriche abbiamo parlato di recente e torneremo certo sull'argomento. Per quanto riguarda la "Fiat-Marchionne", di là dal recentissimo annuncio di un accordo con la giapponese Mazda per lanciare nuove spider in sinergia con il marchio Alfa Romeo (ahinoi, saranno prodotte a Hiroshima, e non nel nostro Paese) siamo sempre, tutti, in attesa di un'ampia articolazione dei programmi industriali e d'investimento di "Fabbrica Italia". Attendiamo con fiducia.
                                                                                  
                                                                                        Pino Pignatta

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