Sangue alpino sul nuovo Afghanistan

Morto il caporale Tiziano Chierotti, 24 anni, di Sanremo, inquadrato nella Brigata Taurinense. Colpiti altri 3 militari. Dall'inizio della missione, 52 caduti e circa 130 feriti.

25/10/2012
Il caporale Tiziano Chierotti. Foto Ansa.
Il caporale Tiziano Chierotti. Foto Ansa.

Si chiama transizione, è il passaggio di consegne tra la coalizione internazionale da ormai 11 anni in Afghanistan e le legittime autorità del Paese. Dovrebbe durare ancora due anni. Fino alla fine del 2014. «Sappiamo che questa fase della presenza italiana è la più delicata e complicata», ha spiegato il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola: «Il Governo si è impegnato a rispettare le date del ritiro in accordo con gli alleati transatlantici, fino a completare la transizione verso le forze di sicurezza afgane». La morte di un alpino e il ferimento di altri tre penne nere insanguinano il faticoso processo di normalizzazione (che ha visto, negli ultimi tempi, anche trattative ufficiali tra americani e talebani, poi sopese in primavera e ora, a quanto se ne sa, in stand by). 

Tutto è accaduto giovedì 25 ottobre, intorno alle 13,40 ora locale: spari e colpi di razzi anti-carro hanno colpito una pattuglia mista di militari italiani e afgani nella provincia calda di Farah. Il bilancio finale è pesante: è morto un alpino di 24 anni, il caporale Tiziano Chierotti, mentre tre suoi compagni sono rimasti feriti. Non sono in pericolo di vita. Morto anche un soldato afgano che partecipava all'operazione.  Secondo le prime ricostruzioni, i militari italiani coinvolti erano impegnati in una attività di pattuglia congiunta della Task Force South East con unità del 207/o Corpo dell'esercito afgano nel villaggio di Siav, a circa 20 chilometri a ovest della base operativa avanzata 'Lavaredò di Bakwa - dove è basata la Task Force South East costituita dal 2/o reggimento alpini di Cuneo - quando sono stati attaccati con armi da fuoco da un gruppo di insorti. Immediata, fa sapere il comando italiano, la reazione della pattuglia che ha subito messo in sicurezza l'abitato di Siav per poi prestare soccorso ai feriti, i quali dopo meno di trenta minuti sono stati evacuati in elicottero presso l'ospedale da campo di Farah, dove sono stati ricoverati. Tre hanno riportato ferite alle gambe e non sono in pericolo di vita. Il caporale Chierotti, gravemente colpito all'addome, è stato trasportato dall'ospedale di Farah alla struttura sanitaria di livello superiore di Camp Bastion. Ma il giovane, originario di Sanremo, è morto per il repentino aggravarsi delle condizioni cliniche, nonostante i tentativi di rianimazione.

Dall'inizio della missione, le Forze armate italiane contano militari 52 morti e circa 130 soldati feriti in occasione. In occasione dell’audizione davanti alle commissioni Difesa di Camera e Senato dell’11 ottobre, il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha confermato il progressivo disimpegno dei militari italiani dal teatro afghano nell’arco dei prossimi due anni. Il contingente stanziato subirà una riduzione sempre più accentuata, in linea con il piano Nato che prevede il ritiro della missione internazionale Isaf (International Security Assistance Force) entro il 2014.

Lo scontro mortale di Bakwa, però, fa capire come l'Afghanistan, a poco più di due anni dalla conclusione della missione Isaf sia tutt'altro che pacificato. Anche nella regione Ovest, a guida italiana, dove sono impiegati i circa 4.000 militari del contingente nazionale. Il 24 ottobre lo scoppio di un ordigno artigianale ha causato la morte di Salim Mobarez, capo del distretto di Porchaman nella provincia di Farah. Il giorno prima nel distretto di Obe - sempre nell'Ovest a responsabilità italiana - gli insorti hanno teso un agguato ad un reparto delle forze di sicurezza afgane causando tra sette e 12 morti.

Alberto Chiara
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