28/01/2011
Mauro Masi, direttore generale della Rai.
Solo Mauro Masi, direttore generale della Rai, conosce i motivi che l’hanno spinto all’infelice telefonata con Michele Santoro. Sapeva che una simile iniziativa non ha precedenti. Sapeva che Santoro, oltre a giostrare bene con le parole, si fa forte di una sentenza giudiziaria che lo rende inamovibile. Sapeva cioè in anticipo di correre dei rischi. E tanto bene lo sapeva da impappinarsi due volte di seguito.
La prima volta quando ha negato di voler chiudere la trasmissione, limitandosi alla frettolosa e imbarazzata lettura di una norma aziendale. La seconda, facendo marcia indietro quando Santoro gli ha chiesto se davvero Annozero stava violando le regole. Ma no: solo che “potrebbe...”. In breve, una clamorosa telefonata per dire che il direttore generale si dissocia, ma solo a futura memoria. Quanto al presente, batte in ritirata.
Tante volte abbiamo scritto che Santoro giudica Annozero una proprietà privata, e non staremo a ripeterci. Per quel che riguarda però le inchieste su Berlusconi, sbaglia chi pensa a un bis di Avetrana, ossia le tv che impazzano anche quando non succede niente. Qui continua a succedere di tutto e di peggio, giorno per giorno. Gli avversari del primo ministro ci vanno a nozze? Sia pure, ma sono i fatti che parlerebbero da soli, senza neanche bisogno di megafoni. Del resto ci sarà una ragione se anche un berlusconiano come Maurizio Belpietro pubblica su Libero tutte le intercettazioni. Oltre alla professionalità, è un mettere le mani avanti.
Ma torniamo a Masi. Da gran tempo vorrebbe far fuori Santoro, e non ci riesce. Per un simile obiettivo servirebbero poteri certi e strumenti idonei, che non esistono. Fingere forza in condizioni di debolezza è un errore che si paga. L’unico risultato è di confermare che la Rai non è governata, che forse ormai è ingovernabile, che gli influssi politici ne aggravano il caos interno e l’immagine esterna. Masi voleva forse imitare gli interventi furiosi di Berlusconi, o magari fargli un piacere? Si risenta la registrazione, e giudichi da solo.
Giorgio Vecchiato