20/05/2012
La manifestazione degli studenti a Brindisi (Ansa).
Ci sono due sospetti sotto interrogatorio a Brindisi. Potrebbero essere coinvolti nell'attentato che è costato la vita della giovane studentessa Melissa Bassi. Gli investigatori continuano a scavare nel passato criminale di questa zona dove forze dell'ordine e criminalità continuano ad affrontarsi.
L'ultimo blitz delle forze
dell'ordine c'era stato lo scorso 9 maggio. Sedici arresti in un'operazione che
gli investigatori, ispirandosi al titolo di un film, avevano ribattezzato “Di hard”. Ma prima
c'erano state le operazioni “Codice da Vinci”, “last minute”, “primula rossa”,
“campane silenti” e “revenge”.
In
Puglia il braccio di ferro fra lo Stato e la criminalità organizzata di stampo
mafioso, rappresentata nella regione dalla Sacra Corona Unita, va avanti da
anni. La zona di Brindisi, dove la bomba di questa mattina ha ucciso la
sedicenne Melissa Bassi e ridotto in fin di vita una sua compagna, è una delle
più colpite dalle infiltrazioni della mafia locale. A Brindisi l'attività
criminale più diffusa sono le estorsioni.
Gli
imprenditori e i commercianti del brindisino denunciano da tempo i
taglieggiamenti, le richieste di pagamento del “pizzo”, le minacce e le intimidazioni.
Ci sono stati anche casi di piccoli imprenditori sequestrati in casa per alcune
ore a scopo intimidatorio. A volte, però, ci sono anche attentati. Come quello
avvenuto nella notte del 5 maggio ai danni di Fabio Marini, 35 anni, presidente
dell'associazione antiracket di Mesagne (una cittadina in provincia di
Brindisi). Subito dopo il rientro a casa di Marini, la sua auto è stata incendiata e completamente distrutta.
In
seguito a quell'episodio, l'8 maggio si era svolto al Viminale un incontro fra
il ministro dell'interno Anna Maria Cancellieri e un gruppo di parlamentari e
rappresentanti delle istituzioni locali. Il 9 maggio, proprio mentre avveniva
il blitz delle forze dell'ordine, c'era stato anche un vertice fra i
rappresentanti delle nove associazioni antiracket del Coordinamento provinciale
brindisino. L'allarme era alto.
L'attentato
contro Marini era stato preceduto da altri episodi inquietanti, come l'incendio all'auto di un imprenditore e gli
spari, in pieno giorno, contro una
palestra.
Ora
l'attentato vile e sanguinario contro la scuola (“un sacrilegio”, secondo Nichi
Vendola, presidente della Regione Puglia) alza paurosamente il livello della
sfida allo Stato. Ma la città sta reagendo. Ieri alle 18, in Piazza Vittoria, c'è stata una manifestazione pubblica a presidio della democrazia. Lunedì sarà a
Brindisi anche il ministro Cancellieri.
Roberto Zichittella