Borgna, primo sindaco non vedente

Per Federico Borgna, non vedente, sindaco di Cuneo da poco più di due mesi, la disabilità è una sfida da superare. Come la spending review.

17/08/2012
Federico Borgna, 38 anni, sindaco di Cuneo, è il primo non vedente alla guida di un capoluogo di provincia (foto Donato).
Federico Borgna, 38 anni, sindaco di Cuneo, è il primo non vedente alla guida di un capoluogo di provincia (foto Donato).

Senza inutili giri di parole. Nella vita, come in politica, il fatto di essere cieco Federico Borgna, neosindaco di Cuneo, lo affronta a viso aperto: «La mia disabilità è stata la molla che mi ha spinto a intraprendere anche questa sfida. Se dimostrerò di fare bene il sindaco, sarà una vittoria non solo personale, ma per tutti i ciechi. È la responsabilità che sento di più. Ma immaginatevi un non vedente che si propone per un lavoro. Se gli chiederanno cosa è in grado di fare, adesso potrà rispondere: anche il sindaco di Cuneo».

A carte scoperte, anche quando si tratta di commentare brutti fatti di cronaca. Come la notizia di un’intera famiglia di falsi ciechi, scoperti a fine luglio dalla Guardia di Finanza a Torino: «Se si tratta di truffatori vanno puniti. Anche perché il loro comportamento toglie diritti e possibilità ai veri ciechi. E questo mi fa molta rabbia. Ma bisogna stare attenti a non fare di tutta l’erba un fascio. Pochi sanno ad esempio che si può essere riconosciuti non vedenti non per l’acuità del visus, ma per il campo visivo: una persona può essere cieca assoluta per la legge e, paradossalmente, riuscire a leggere il giornale, perché ha una piccolissima porzione del campo visivo che funziona perfettamente». E ricorda: «Quando la mia vista era ancora a un ventesimo, ad esempio, riuscivo a giocare a calcio. Non distinguevo i dettagli dei visi delle persone con cui giocavo, ma il pallone lo vedevo; vedevo le sagome e le porte».

Federico Borgna, promotore finanziario di 38 anni e presidente piemontese dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, a fine maggio è stato eletto sindaco di Cuneo: è il primo non vedente alla guida di un capoluogo di provincia. «Avevo già partecipato alle elezioni regionali del 2010 tra le fila del Pd. Ma dopo le ultime primarie cittadine non mi sono riconosciuto in alcuni punti del programma e ho aderito a una lista civica, alla quale per le elezioni si è poi unita anche l’Udc. La candidatura a sindaco non rientrava nei miei piani di vita, è arrivata del tutto inaspettata a meno di due mesi dalle urne. È solo grazie a un fantastico gioco di squadra se siamo riusciti a vincere».

Una campagna elettorale scandita dagli slogan “Cuneo guarda avanti” e “Cuneo nuova in tutti i sensi”, «perché dovevamo far sapere che sono cieco, senza strumentalizzarlo, ma facendo capire allo stesso tempo che non sarebbe stato un problema». E una vittoria con un gusto particolare, anche da un punto di vista strettamente politico: «Di fatto la nostra proposta, a Cuneo, ha fortemente ridotto l’impatto dell’antipolitica », spiega Borgna. «Qui Grillo ha raggiunto il 7 per cento, quando in altre parti d’Italia è arrivato al 20 o 30 per cento».
A più di due mesi dall’elezione, l’entusiasmo non accenna a spegnersi. «La mia routine quotidiana è stata completamente stravolta. Non mi bastano più venti minuti per andare a piedi da casa mia al Municipio, ora impiego quasi un’ora perché la gente mi ferma per salutarmi, parlarmi e segnalarmi i problemi della città. Ne ero convinto prima e ne sto avendo la riprova: un sindaco, in definitiva, deve saper ascoltare, capire e decidere. La vista è solo uno strumento. Importante, ma non l’unico».

La tranquillità con cui Borgna parla della sua disabilità è il risultato di un lungo percorso. «Ho iniziato a perdere la vista per una rara forma di retinite pigmentosa a 11 anni. Nel 2004 la mia malattia si è aggravata e da allora sono cieco al 100 per cento. È stata una strada in salita. Il bastone bianco, le prime volte che lo prendi in mano, diventa un macigno pesantissimo. Ricordo che per un mese ho girato tenendolo chiuso in mano: aprirlo e passeggiare per Cuneo voleva dire dichiarare al mondo che non ci vedevo.

Equivaleva a dichiarare che ero stato sconfitto. Ma poi mi sono chiesto: sconfitto da cosa?». Arriva così un momento in cui la disabilità diventa un’esperienza per imparare insegnamenti che poche altre situazioni sono in grado di trasmettere. «La malattia mi ha aiutato a ragionare sui miei limiti. Le persone non sono abituate a pensarci: fanno una serie di cose, dandole per scontate, e non ne fanno altre perché pensano di non essere in grado. Per me è oggettivo che ci siano determinati limiti. Però, in definitiva, le cose che non posso fare sono molte meno di quante si possa pensare. E quindi, in questo senso, la disabilità mi ha aiutato a conoscermi meglio e a ragionare mettendomi nei panni dei più deboli; la cecità mi ha aiutato a guardare il mondo tenendo i piedi per terra».

Il sintetizzatore vocale del telefonino, intanto, legge, velocissimo, il testo degli Sms e delle e-mail. Solo un orecchio allenato può riuscire a dare un senso compiuto al treno di parole che fuoriesce dall’apparecchio.
«Le nuove tecnologie mi danno la possibilità di fare praticamente tutto. Computer e smartphone li uso ogni giorno e mi permettono di svolgere il mio lavoro. Sono miei e li ho portati con me nell’attività di sindaco, senza far spendere un euro al Comune». Come nella vita privata, in appena due mesi a Palazzo civico Borgna è riuscito a trovare una quadra anche nell’attività pubblica. Burocrazia compresa. «Come faccio con i documenti da firmare? È semplice. Li scannerizzo e li rendo tutti digitali. Un software li legge per me, proprio come le e-mail e i messaggi che ricevo sul telefono. È sorprendente, se pensate che la firma dei non vedenti è legale solo dal 1985».

Un velo di preoccupazione, nella voce di Borgna, riaffiora solo quando il discorso tocca i problemi della città e la revisione della spesa pubblica imposta dal Governo. «Sono molto concentrato sull’emergenza di carattere sociale e sui temi del lavoro e della casa. Nonostante Cuneo, rispetto a molti altri capoluoghi italiani, sia un’isola ancora abbastanza felice, iniziano a esserci casi a cui diventa davvero difficile dare risposte concrete. La spending review, inoltre, significa per noi avere a disposizione quest’anno 500 mila euro in meno rispetto al preventivato e 2 milioni di euro in meno nel 2013. Sono tagli importanti, che stanno mettendo me e la Giunta di fronte a un’altra bella sfida».

Fabio Lepore
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