Brindisi, dolore e rabbia in Rete

Citatissima una frase di Antonino Caponnetto, procuratore di Palermo ai tempi di Falcone e Borsellino: la mafia teme più la scuola che la giustizia.

20/05/2012
Fiori sul luogo dell'attentato (Ansa).
Fiori sul luogo dell'attentato (Ansa).

Sono passati pochi minuti dalla strage di Brindisi che i social network diffondono la notizia e raccolgono i primi commenti. È Facebook la fonte delle foto di Melissa che poi saranno condivise da migliaia di utenti e siti internet per tutto il giorno: il profilo della ragazza di Mesagne non è accessibile, ma le poche immagini sono visibili a tutti. Tantissime persone commentano quanto è avvenuto con dolore, sdegno e una forte condanna della criminalità organizzata. Il social network è il luogo in cui si esprimono i giovani, spesso coetanei di Melissa, come Laura che scrive: “Era una ragazza come noi, meritava di vivere la sua vita”, mentre Raggio di sole, che, come molti, usa uno pseudonimo, commenta: “Voleva fare la stilista! Aveva un sogno! Un sogno come tutte noi”. Fin dalla mattinata, si moltiplicano i gruppi dedicati a Melissa, spesso accompagnati dalla sigla RIP (riposa in pace).


A sera, sono più di cento. “Sfortunata e bellissima. Ho creato una pagina nel suo ricordo. Lei sarà il simbolo contro la mafia. Ciao Melissa…”, spiega l’anonima creatrice del gruppo più numeroso, “Addio Melissa Bassi, uccisa a 16 anni dalla mafia. Ingiustizia”, con oltre settemila aderenti a fine giornata. Come tipico dei social network, tra i commenti prevalgono le frasi dettate dall’emozione, l’espressione del proprio stato d’animo. C’è chi ricorda il “piccolo angelo” accompagnandolo con “cuoricini”, “tvb”, “faccine tristi”, “RIP”, chi spera perché Veronica, gravemente ferita, riesca a salvarsi, chi invece lancia maledizioni contro gli assassini. Anche le immagini diventano un mezzo per esprimere le proprie emozioni. Diffusissime le foto di Melissa, continuamente condivise, mentre non manca chi pubblica la bandiera italiana listata a lutto. È molto usata anche l’immagine con cui la scuola Morvillo-Falcone aveva vinto nel 2007 il concorso “La legalità nel quotidiano”: una serie di primissimi piani che ritraggono degli occhi aperti con al centro una foto in bianco e nero dei giudici Falcone e Borsellino. E una frase che recita: “Guarda in faccia la legalità”. 

Facebook è invaso dalle foto dei presidi di solidarietà nelle varie città. Iniziano le prime condivisioni anche dall’estero con commenti in inglese - “killed by mafia” - e francese. Su Twitter la situazione è simile. In una classifica che viene continuamente modificata da ogni nuovo tweet pubblicato, in alcuni momenti della giornata le parole #RIPMelissa e #brindisi sono state le seconde più utilizzate in tutto il mondo. In Italia, #brindisi, #Melissa Bassi, #Morvillo Falcone erano le più utilizzate in mattinata, mentre in serata, tra le dieci parole più usate, cinque si riferivano alle strage in Puglia. Anche su Twitter prevalgono i messaggi di affetto, dolore e rabbia. In alcuni casi, però, i commenti si fanno più politici e “razionali” rispetto a Facebook. C’è chi polemizza verso la pubblicazione delle fotografie della vittima sui media,  ma soprattutto parte la fiera della ipotesi sulla matrice della strage, dai “servizi deviati” alle “trame oscure”. I social network diventano anche il luogo in cui politici, artisti, scrittori e sportivi rilasciano le prime dichiarazioni. 

Nichi Vendola, ad esempio, comunica su Facebook di aver ricevuto una telefonata dagli Usa dal premier Monti, poi pubblica le sue riflessioni durante la giornata e scrive, infine, una lettera agli studenti pugliesi. Questo è invece il primo commento che Roberto Saviano affida a Facebook e Twitter: “Molti concordi su sacra corona unita. Ciò che mi distrugge è che l’obiettivo fosse proprio la scuola. Penso a Melissa e ai feriti”. 
Nel giorno della morte di Melissa, i social network sono decisamente schierati contro la criminalità organizzata. In tanti profili, la frase forse più utilizzata, cominciando dal leader di Libera, don Luigi Ciotti, e probabilmente più significativa del “sentire della rete”, è una citazione del giudice Antonino Caponnetto: “La mafia teme più la scuola che la giustizia”.

Stefano Pasta
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Postato da Teresi Giovanni il 20/05/2012 21:30

Non ci sono parole per poter condannare un atto così vile come l’attentato alla Scuola di Brindisi ove ha perso la vita l’alunna Melissa Bassi e ferite altre giovani vite. Desidero dedicare questa mia poesia a Melissa ai suoi genitori e a coloro che hanno perso la vita innocentemente. “Alle vittime innocenti” Dio ha accolto/il candido fiore/reciso e calpestato./Piange sul sangue versato./Il vento dell’odio/solleva la polvere nera/su ciò che ha creato./E’ offeso, è deluso …/Ignoti passi cruenti/ vagano nel fango/ ignominia del mondo,/insanguinato da mano assassina./Dio stringe nelle sue mani/l’innocenza recisa,/riscalda ancora le albe/e i tramonti,/continua ad amare …/Gira il globo avvolto dal vento/nel silenzio, nel suo duro cemento./Dio è incredulo dell’assenza/del cuore, della mente./Abbraccia le anime pure,/i fiori più belli/profumo della sua Luce/ ch’è vera sola gioia di salvezza. Giovanni Teresi

Postato da Profe il 20/05/2012 16:38

I precedenti articoli di F.Anfossi e L.Scalettari ("Orrore a Brindisi, bomba di mafi" e "Come nelle stragi del '93")facevano notare le somiglianze con le stragi del periodo '92-'93: la crisi politica e i colpi inferti alle mafie. Gli elementi che fanno pensare a questo sono: l'approssimarsi dell'anniversario della strage di Capaci, la vicinanza del Tribunale, l'arrivo a Brindisi della Carovana della legalità di Libera. Aggiungerei anche la coincidenza, allora con la richiesta di alleggerimento del carcere duro (41 bis) di cui a suo tempo non sapevamo nulla, ora con la discussione in Parlamento del ddl sull'anticorruzione, di cui i giornali non parlano.

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