15/11/2012
Il presidente della Cei Angelo Bagnasco (Ansa).
Il cattolico?Se votasse oggi, si terrebbe lontano dalle urne. Tra i cattolici praticanti la propensione all’astensionismo è più alta che nel resto della popolazione (il 56 per cento dichiara che andrà a votare contro il 58 della stima nazionale). Il sondaggio condotto da Swg per conto dei Cristiano sociali analizza il rapporto tra i cattolici e la politica e indaga anche il giudizio sul Governo Monti. Diminuisce, secondo i dati raccolti a settembre e riaggiornati al 13 novembre, anche il peso dei cattolici in Italia. Pur arrivando, tra praticanti e non praticanti a un buon 71 per cento, si registrano però nove punti percentuali in meno rispetto al 2006.
La priorità politica, per l’elettorato cattolico sia di Centrodestra che di Centrosinistra resta l’intervento per l’occupazione, la crescita e lo sviluppo (rispettivamente per il 47 e per il 49 per cento degli intervistati), mentre per gli elettori cattolici di centro la priorità assoluta (43 per cento) va alla riduzione degli sprechi della pubblica amministrazione. Seguono come priorità per il Centrosinistra la lotta all’evasione fiscale (48 per cento) e la lotta alla corruzione (38), per il Centrodestra la riduzione degli sprechi della pubblica amministrazione (42 per cento) e l’evasione fiscale (25 per cento). Tra chi si dichiara cattolico, complessivamente tra l’elettorato di Centrosinistra, Centro e Centrodestra il 48 per cento ritiene, inoltre, che la politica debba essere laica, ma debba prendere in considerazione anchen la cultura e la morale cattolica.
Scarso appeal hanno, però, le cosiddette questioni eticamente sensibili, mentre ampia considerazione ha la dottrina sociale della Chiesa. Migliorare le leggi su aborto, eutanasia, ricerca sulle cellule staminali interessa, considerando tutte le collocazioni politiche, soltanto al 5 per cento degli elettori cattolici e i diritti delle coppie gay soltanto al 2 per cento. Forse anche per questo il 66 per cento dei cattolici ritiene che non sia corretto che le autorità ecclesiastiche intervengano nel dibattito politico italiano, sebbene il 44 per cento continua ad avere comunque fiducia nella gerarchia della Chiesa. Fra i fattori che frenano la realizzazione del bene comune, inoltre, secondo i cattolici del Centrosinistra al primo posto ci sono corruzione (51 per cento), inadeguatezza della classe politica (49) e mancanza di valori (28 per cento); per quelli del Centrodestra al primo posto va l’inadeguatezza dei politici (41 per cento), al secondo la corruzione (36) e al terzo la mancanza di valori.
Quelli di centro, invece, alle prime due categorie (inadeguatezza, per il 44 per cento e corruzione per il 33) aggiungono al terzo posto le raccomandazioni (29 per cento). Un minoranza (il 33 per cento) sarebbe favorevole alla costituzione di un nuovo partito, mentre il 58 per cento degli elettori cattolici vorrebbe il rinnovamento dei partiti attuali. Per quanto riguarda, infine, le indicazioni di voto, dichiarano che a guidare le proprie scelte saranno soprattutto la legalità (39 per cento), l’equità sociale (39) e la tutela della famiglia (29 per cento) e che, nel 75 per cento dei casi, si sente di avere fiducia nel singolo politico senza distinzione tra quelli di area cattolica e gli altri. Sulle coalizioni risulta leggermente in calo (2 per cento) il favore dei praticanti nei confronti del centro sinistra, coalizione alla quale andrebbe il 33,5 per cento dei voti. Forte perdita per il Centrodestra (dal 52.5 al 30.5), mentre un 16.5 per cento dichiara che voterà il movimento 5 stelle di Grillo.
Complessivamente il Centrosinistra, sul totale dei cattolici (praticanti e saltuari) avrebbe un gradimento del 36 per cento contro il 30.5 del Centrodestra. Inoltre, se si dovesse andare a un ipotetico ballottaggio, i cattolici praticanti politicamente collocati a destra si schiererebbero con il Pd e Sel per il 48 per cento e con Pdl, Lega Nord e destra per il 36. Ottimo il giudizio sul Governo Monti che piace più ai cattolici praticanti (49 per cento) che al resto degli elettori (36 per cento) e apertura di credito per la Lista per l’Italia di Montezemolo, Riccardi, Olivero e Dellai. Lpi, secondo i sondaggi avrebbe un consenso totale da parte degli elettori pari al 9.3 per cento, mentre i cattolici praticanti lo apprezzano per il 16.2 per cento. I voti sarebbero drenati soprattutto dal centro destra, dal Fli di Fini e dall’Udc di Casini.
Annachiara Valle