Champions, la sfida delle stelle

Barcellona-Manchester United. Ovvero: due galassie del calcio a confronto. Occhi puntati sul duello Messi-Rooney. Se guardate una partita all'anno scegliete questa, parola di GPO.

28/05/2011
Lionel Messi con Josep Guardiola
Lionel Messi con Josep Guardiola

Stasera si gioca a Londra, nel nuovo stadio di Wembley, tra gli inglesi del Manchester United e gli spagnoli del Barcellona, la finale - partita secca, 90’ e poi casomai 30’ di supplementari e calci di rigore - della Champions League, la ex Coppa dei Campioni, detta anche “coppa dalle grandi orecchie” per la foggia del trofeo che lo scorso anno venne conquistato da una squadra italiana, l’Inter, vincitrice anche del campionato nazionale e della Coppa Italia (il “triplete” ascritto ai poteri magici dell’allenatore portoghese Mourinho, quest’anno abbastanza ininfluente, per non dire negativo, alla guida del Real Madrid) . Se guardate una partita all'anno, questa è quella giusta.

Il cammino nostro in Champions League si è concluso nei quarti di finale, restava l’Inter ed è stata fatta fuori dai tedeschi dello Schalke 04. Negli ottavi si erano fermati Milan (contro gli inglesi del Tottenham) e Roma (contro gli ucraini dello Shaktar Donetz). La Sampdoria, poi addirittura retrocessa in serie B, era stata liquidata nei preliminari, dove fra due mesi giocherà l’Udinese, per l’ultima stagione con quattro squadre italiane (Milan, Inter e Napoli le altre tre) nella massima competizione europea: il declino complessivo del nostro calcio significa appena tre posti dal 2012.

All’indomani dell’arcisfida di Wembley si disputerà a Roma la finale, assolutamente non circondata da attesa spasmodica, della Coppa Italia fra l’Inter, detronizzata nel tricolore, dal Milan, e il Palermo che con la qualificazione accede comunque alla Europa League, il torneo di fascia B – vinto nei giorni scorsi dal Porto dell’emergente allenatore Vilas Boas “figlio” di Mourinho - che ci vedrà anche presenti con Lazio e Roma e che ha registrato la clamorosa eliminazione della Juventus da tutta l’Europa del calcio proprio nell’anno in cui la società bianconera inaugura il suo nuovo stadio, di sua proprietà di avveniristiche prospettive di impiego anche extracalcistico.

Per la partita di stasera grande è l’attesa, si capisce, impossibile è il pronostico. Entrambe le squadre hanno dominato i loro campionati nazionali, e sono arrivate sino alla finalissima della Champions League schiantando le compagini opposte loro dal tabellona. I due allenatori, il catalano Guardiola nel Barcellona e lo scozzese Ferguson nel Manchester United, rappresentano al meglio il nuovo che avanza e il vecchio che resiste. I due più forti giocatori del mondo sono lì, l’argentino Lionel Messi nel Barcellona e l’inglese Wayne Rooney nel Manchester United (Manchester è la città anche del City, riemergente, ricchissimo, sua la Coppa d’Inghilterra, tanti soldi arabi, allenatore italiano, Mancini, e calciatori celebri di tutto il pianeta).


Il pronostico è impossibile, siamo a livelli altissimi dove tutto può succedere ma dove tutto può essere deciso da un niente.
Ma qui vogliamo presentare la partita sotto un luce nuova e intanto realistica. Secondo noi, non si tratta tanto di un confronto fra le due grandi scuole calcistiche in senso storico, quella spagnola adesso campione del mondo e quella inglese comunque sempre in cattedra, considerata fra l’altro la presenza nelle due squadre di giocatori di tante nazioni, specialmente sudamericane. Si tratta di confronto fra due speciali mondi e anche due speciali modi di giocare a pallone, uno assai scolastico ma sempre moderno, l’altro assolutamente innovativo ma assai barocco. Scolastici sono comunque gli inglesi o gli appartenenti al Mancheste United squadra inglese: gioco verticale, lanci per gli attaccanti di punta (Rooney & Rooney), e se i lanci non sono proprio perpendicolari alla linea di metà campo, sono per le ali che poi effettuano il cross tradizionale.

Innovativo ma involuto, orpellato, barocco appunto, è il gioco degli spagnoli o meglio del Barcellona: una sorta di sublime calcetto orizzontale, con attesa dei guizzi in avanti di Messi o chi per esso, tanta geometria euclidea in attesa di uno spunto picassiano. Nel primo tempo della prima semifinale contro il Real Madrid il Barcellona ad un certo punto si trovò ad avere il 79 per 100 del tempo di possesso palla. L’anno scorso l’Inter lasciò che il Barcellona si divertisse ma anche si addormentasse nel gioco orizzontale, e poi colpì. Chissà adesso il Manchester United, sul quale magari puntiamo una sterlina, e non per il fattore campo perché Wembley sarà uno stadio diviso in due parti eguali.

 
Si tratta di due modi diversi di giocare a pallone, e mai la diversità è stata così evidenziata: tanta e in alto. Il Barcellona terrà la palla a lungo, il Manchester United lo lascerà fare. Decisivi, per contrastare i lampi di invenzione, i due difensori più forti, se saranno recuperati in pieno: Rio Ferdinand nel Manchester United, Puyol nel Barcellona.

Davvero non ci sono mai state premesse così marcate di due diversissimi tipi di gioco del pallone nella stessa partita. Assicurato l’interesse, forse anche il divertimento. E chissà quali e quante le indicazioni, le suggestioni per il futuro. Noi italiani staremo a guardare, poi magari cercheremo di assumere Guardiola, specie se vincerà lui (Ferguson è un monumento, non si sposta). Che bellezza, che tristezza.

                                                                  

Gian Paolo Ormezzano
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