20/05/2012
Dal nostro inviato a Mesagne e Brindisi
A Brindisi c’era la volontà di fare una strage fra gli
studenti, tuttavia prende sempre più corpo l’ipotesi di un gesto isolato, non
legato alle organizzazioni mafiose o eversive. Lo ha fatto capire il
procuratore capo di Brindisi, Marco Di Napoli, il quale ha spiegato che gli
investigatori sarebbero in possesso di immagini che riprendono il killer
(ammesso che sia uno solo). Si attendono sviluppi nelle prossime ore.
Fin
dall’inizio gli investigatori hanno avuto dubbi sulla matrice mafiosa
dell’attentato alla scuola di Brindisi. A parte le inquietanti coincidenze
legate al nome della scuola (intitolata a Francesca Morvillo, la moglie del
giudice Falcone morta con lui 20 anni nella strage di Capaci) troppe cose non
tornano. La mafia, anche la più spietata, non ha mai colpito le scuole. Inoltre
la mafia dispone di esplosivi sofisticati e non farebbe un attentato con mezzi
rudimentali, sia pur micidiali, come le bombole di gas. Infine le mafie cercano
consenso sul territorio, ma colpire gli studenti crea una rivolta generale da
parte dell’opinione pubblica.
Anche
se si tratta di un gesto isolato, restano comunque da capire le motivazioni
della follia omicida di chi voleva una strage di studenti.
Mentre
Di Napoli spiegava gli sviluppi delle indagini, a Mesagne, la cittadina natale
di Melissa Bassi, si è celebrata una messa concelebrata da don Luigi Ciotti, il
presidente di Libera. In chiesa erano presenti anche Massimo e Rita,i genitori
della ragazza di 16 anni morta sabato
mattina davanti alla scuola di Brindisi, schiantati dal dolore, ma composti.
Hanno lasciato la chiesa prima della benedizione finale, per evitare l’assedio
dei cronisti.
“Il
Vangelo ci impone di parlare chiaro. Diamo meno bacetti ai santi e alla
Madonna, dobbiamo essere capaci di sporcarci le mani per costruire verità e
giustizia”, ha detto don Ciotti nella sua omelia. “Dobbiamo rompere i silenzi e
le zone grigie, ci servono coraggio e forza”, ha aggiunto. Per don Ciotti,
“Melissa continuerà a camminare con noi se noi le prestiamo un po’ della nostra
vita per costruire la giustizia e cercare la verità. Tiriamo fuori le nostre
unghie”.
“La violenza comunque non giunge mai per caso”, ha aggiunto don
Ciotti, facendo riferimento agli sviluppi delle indagini. “Al papà e alla mamma
di Melissa diciamo solo che gli vogliamo bene”, ha concluso la sua omelia con
la voce rotta dalla commozione.
Subito
dopo la messa si è svolto nella piazza principale di Mesagne un incontro con la Carovana della legalità,
che aveva programmato da giorni il suo arrivo nel brindisino. Sul palco, oltre
a don Ciotti, anche il presidente della Regione, Nichi Vendola, e i sindaci di
Brindisi e Mesagne. Tantissimi i giovani e le famiglie. Su uno striscione
abbiamo letto: “Saremo sempre uno più di voi”.
Durante
la giornata si svolgeranno a Mesagne altre iniziative, fra le quali una veglia
di preghiera organizzata dai gruppi giovanili. Domani mattina i volontari di
Libera faranno un presidio davanti alla scuola colpita dall’attentato e
distribuiranno agli studenti alcuni prodotti alimentari in vendita nelle
botteghe della legalità.
Roberto Zichittella