Citterich, un testimone cristiano

Vitttorio Citterich (1930-2011) all'epoca in cui conduceva il Tg1.

E' stato inviato, corrispondente da Mosca durante la Guerra fredda, conduttore e vicedirettore del Tg1. Vittorio Cittercih è stato soprattutto un giornalista e un intellettuale di razza. Nato a Salonicco nel 1930 è morto a Roma il 2 agosto scorso. Arrivò in Italia quattordicenne. Cominciò a scrivere per Testimonianze, la rivista fondata da padre Erneseto Balducci, impegnata nel dialogo tra culture e religioni, e per Politica, edita dal Mulino.

Poi passò al quotidiano fiorentino Il Mattino. Studente prima, collaboratore e amico poi di Giorgio La Pira, Citterich seguì il sindaco-santo nel suo famoso viaggio al Cremlino quando il primo cittadino del capoluogo toscano immaginò un'alleanza per la pace tra la sua città e il cuore dell'Urss, alla luce delle rispettive fedi storiche, la cattolica e l'ortodossa. Passò quindi all'Avvnire d'Italia, il quotidiano cattolico diretto da Raimondo Manzini, diventato in seguito direttore dell'Osservatore Romano. Per quella testata seguì il Concilio Vaticano II. Chiamato, infine, dalla Rai ne divenne ben presto uno dei volti più noti. Dal 1967 al 1970 fu corrispondente da Mopsca del Tg1, di cui divenne poi conduttore e vicedirettore.

L'Osservatore Romano ha dedicato a Citterich un commosso ricordo, concluso con una citazione di Edmond Rostand: «È di notte che è bello credere nella luce, dobbiamo forzare l'aurora a nascere, credendoci». «Vittorio Citterich esortava: "La Pira certamente ci ha creduto. Crediamoci anche noi". È un invito – conclude l'Osservatore – in cui sembra riflettersi in modo esauriente l'uomo, il giornalista e il cristiano che Vittorio Citterich è stato».