15/01/2012
Un gruppo di naufraghi della Costa Concordia sull'isola del Giglio (copertina e questa foto: Ansa).
Come è stato possibile? Come è stato possibile che una nave tecnologicamente avanzatissima, la “Costa Concordia” uno dei gioielli della flotta Costa, sia potuta naufragare come il Titanic, esattamente un secolo dopo, al largo dell’isola del Giglio? Eppure è accaduto, nelle acque italiane. Una tragedia d’altri tempi. Il bilancio (provvisorio) è di 5 morti e 14 feriti. Ma ci sono dispersi di cui non si sa ancora nulla. Per i sommozzatori è un'impresa difficilissima e frenetica, ispezionare quell'immenso labirinto di corridoi, saloni e cabine semisommerso. Non c'e' certezza che tutte le persone a bordo siano state recuperate. Si teme che qualcuno sia rimasto intrappolato nei corridoi o nelle cabine.
La nave ha uno squarcio lungo almeno 70 metri sulla fiancata di sinistra e un'inclinazione di 80 gradi dalla parte opposta, a ridosso degli scogli, la causa del naufragio. Il comandante della nave è in stato di fermo. Sarebbe stato lui ad aver diretto l'imbarcazione verso la secca. Inoltre non sarebbe stato l'ultimo ad aver abbandonato la nave, come impone il codice della marineria. I magistrati vogliono vederci chiaro. Il naufragio è al vaglio di tre inchieste. La nave procedeva troppo vicino all'isola del Giglio, forse per salutare gli abitanti dell'isola, secondo una consuetudine inaugurata da un altro comandante.
Una sessantina di persone erano intrappolate e sono state liberate dai Vigili del Fuoco. Molti passeggeri, presi dal panico, si sono gettati in mare e di alcuni non si conosce la sorte. I naufraghi sono stati portati all’Isola del Giglio e a Porto Santo Stefano, all’Elba. La nave era attesa a Savona per la prima tappa della crociera ''Profumo degli agrumi'' nel Mediterraneo, ed era partita circa due ore prima da Civitavecchia. L’incubo è iniziato all’ora di cena, quando i 4.200 passeggeri a bordo della nave (oltre 3.000 dei quali passeggeri e circa mille di equipaggio) erano a tavola: uno scossone, poi la luce che va via. Il tempo di capire quello che sta succedendo e l'invito ad indossare i salvagente e avvicinarsi alle scialuppe, ''per precauzione''.
Sembrava che le cose procedessero nella maniera dovuta, pur in una situazione di emergenza, ma qualcosa non ha funzionato. Imbarcando acqua lo scafo si inclinava sempre di più tra paurosi scricchiolii e molti passeggeri sono caduti in acqua, qualcuno forse vi si e' gettato per la paura, nelle acque gelide della notte, al buio e senza soccorsi, nonostante fossero accorse diverse imbarcazioni (traghetti, yacht da turismo, pescherecci) e si fossero levati in volo alcuni elicotteri.
"Stavamo cenando quando è andata via la luce, abbiamo sentito un colpo e un boato, e le stoviglie sono cadute per terra": cosi' ha raccontato all'agenzia Ansa Luciano Castro, da bordo della Costa Concordia. All'inizio e' stato detto che si trattava di un guasto elettrico, ma tutti si sono accorti che i bicchieri sul tavolo non stavano piu' in piedi. “Scene da Titanic”, ha commentato Mara Parmegiani, anche lei giornalista, come Castro, e anche lei per caso tra i crocieristi della Concordia. Prima l'invito ad avvinarsi alle scialuppe ''per precauzione'', poi ogni incertezza e' stata spazzata via da sette fischi brevi ed uno lungo: il segnale di abbandono della nave.
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