04/03/2012
I bolognesi in coda per l'ingresso alla camera ardente di Lucio Dalla, in Piazza Maggiore (foto sopra e di copertina: Ansa)..
Era da un pezzo che non si vedeva tanta gente in piazza,
nemmeno nel pieno dei saldi. Bologna sembra tornata ai suoi tempi migliori,
quando la gente si riversava nelle vie del centro per partecipare alla vita
della città, lontana dai riti dello shopping e dell’ happy hour. I bolognesi
hanno sempre voluto bene a Lucio Dalla, ma si sono accorti di quello che hanno
perso solo quando, increduli, hanno appreso la notizia della sua morte, come
spesso succede con le persone care.
In pochi, per quanto grandi e famosi, hanno ricevuto un ultimo saluto come questo.
Da ieri mattina, il sabato che ha preceduto i solenni funerali nella Basilica
di San Petronio, la gente si è accalcata in Piazza Grande, per rendere omaggio
alla salma di Lucio, nella camera ardente allestita nel cortile d’onore di
Palazzo d’Accursio.
Una fila ordinata e ininterrotta, giovani, anziani,
famiglie con i bambini per mano e i più piccoli in carrozzina. Composti, senza
bisogno di servizio d’ordine e senza trasformare in spettacolo l’omaggio dei vip,
molti dei quali a loro volta in lacrime, come gli amici di una vita, Morandi e
Ron, o giornalisti in punta di piedi come Travaglio. E pazienza se qualche
politico si è messo in mostra. I bolognesi non hanno concesso a nessuno la
passerella.
Il loro è stato un tributo avvolgente e silenzioso come un
plebiscito.
Lucio Dalla era di casa, a Bologna. Non si è mai
comportato da vip. Si è aggirato tranquillamente per le strade del centro,
scendendo a fare spese o a bere un caffè nella centralissima via d’Azeglio,
dove abitava. Nessuno si sognava di fermarlo e di chiedergli un autografo, più
facile rivolgergli un semplice “Ciao”, come a un amico.
Nonostante questo, appena morto, Lucio è già diventato un
mito. Ancor prima che il feretro rientrasse dalla Svizzera, via D’Azeglio è
diventata inaccessibile, invasa da una folla di gente ordinata che voleva
portare fiori e biglietti sulla porta del numero 15, peggio che davanti al
balcone di Romeo e Giulietta a Verona. Centinaia, migliaia di persone,
impossibile contarle.
I grandi store hanno spento spontaneamente la loro musica
per lasciare entrare le canzoni di Dalla, trasmesse ininterrottamente dagli
altoparlanti in Piazza Maggiore, i negozi hanno esposto il loro saluto.
Paolo Taviani, ospite a “Che tempo fa”, ha detto che Lucio
Dalla era un grande poeta e che, purtroppo, in un secolo i poeti nascono col
contagocce. Bologna questo l’ha sempre saputo, ma sembrava essersene
dimenticata. Oggi ha ritrovato questa consapevolezza. Per questo il saluto a
Lucio Dalla ha un’immensa, corale, valenza civica.
Simonetta Pagnotti