05/10/2012
Silvio Berlusconi (Ansa).
Il Popolo della libertà ha ormai le ore contate. Il suo padre padrone ha deciso per il resettaggio, dopo la lunga serie di grotteschi scandali che ne hanno compromesso inevitabilmente l’immagine, a cominciare da “Er Batman” Fiorito, in carcere con l’accusa di peculato, (ma forse, per l’immagine del Pdl, è stata più devastante la festa-crapula al Foro Italico messa in piedi dal consigliere regionale pidiellino Carlo De Romanis). Negli ultimi tempi Silvio Berlusconi è apparso piuttosto distante dalla guida del sua creatura, più impegnato nelle faccende di famiglia. L’immobilismo del Pdl causato dallla sua assenza ha finito per rendere ancor più evidente la quasi totale mancanza di democrazia interna tra i suoi componenti. Un vuoto che ha dato la stura a malumori, aspri contrasti, mal di pancia, faide interne. Gli ex di Forza Italia ad esempio sperano di tornare a una formazione centrista e moderata come era alle origini, scaricando i “colonnelli” di Fini rimasti dentro il Pdl.
Ma in questo “grande gioco” entrano anche gli ex democristiani, i berlusconiani puri, gli ex liberali, gli ex finiani rimasti. Senza dimenticare che è pur sempre un grande gioco a somma zero, perché alla fine si decide sempre ad Arcore. “Basta, mi avete stufato” ha detto Berlusconi di fronte a un simile campo di macerie. E così è scattata l’operazione riciclaggio di un partito che alle politiche del 2008 aveva il 38 per cento dei consensi. L’obiettivo, dopo la sconfitta alle amministrative del 2012 che avevano visto un crollo dei consensi, è di “tenere” almeno il nocciolo duro 18-20 per cento per poi andare a trattare politicamente per la formazione del nuovo governo. Su cosa “trattare” lo deciderà solo e soltanto Silvio Berlusconi.
Francesco Anfossi