"Eh no, ancora una volta si generalizza il termine "clandestini". Tra l'altro quelli che delinquono sono anche regolari, io lo vedo". Don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità a Milano e voce autorevole in città, non ci sta all'equiparazione tra clandestinità e reati fatta dal sindaco Letizia Moratti. Ribatte: "Rapportare la delinquenza alla regolarità e all'irregolarità così genericamente, con assiomi, non solo non ha senso ma crea ulteriore confusione. Ci vorrebbero dati seri, ricerche, che dimostrerebbero che questo rapporto buttato lì come slogan non funziona. Dopo di che, c'è sicuramente il problema della criminalità, dell'illegalità, che non è legato tout court al dato dell'irregolarità. Sarebbe troppo facile. Avremmo tutti gli immigrati regolari e le persone regolari che non delinquono, e non mi pare che sia così. E' proprio un'affermazione demagogica". Don Colmegna ritorna anche sul reato di clandestinità evocato dal sindaco di Milano: "Il tema del reato di clandestinità non lo condividiamo, perché il reato è un fatto personale e non può essere legato alla condizione di clandestinità. Situazione che va certo affrontata, ma nei termini attuali si allarga una situazione di confusione come quella che stiamo vivendo".
Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login
Se non sei registrato clicca qui
«I clandestini che non hanno un lavoro regolare, normalmente delinquono». Lo ha detto il sindaco di Milano, Letizia Moratti, durante un convegno all'Università Cattolica di Milano dedicato...
Alberto Chiara