19/04/2012
È normale che a gente poco normale come me accada di tutto. Un po’ di giorni fa
una rivista mi ha fatto un’intervista carina.
Sono con l’acqua alla gola, causa debiti. Le
nostre attività sono meno finanziate e soffrono
tremendamente. Perciò ne ho approfittato
(voi mi conoscete) e mi sono lasciato scappare
questa frase: «Basta soldi per salvare i cani. Aiutate
noi che salviamo vite umane».
È scoppiato il finimondo, i miei mezzi di comunicazione
sono intasati. Sono diventato un
carnefice, uno stragista… Il povero san Francesco
mi è arrivato condito in tutte le salse. Le offese
si commentano da sole. Ne ho sorriso. Trascrivo
due frasi tra le mille. Una è tragica e scandalosa:
«Spero che lei possa ripensare alla castroneria
che ha detto e rettificare. Se così non
fosse mi auguro che Dio abbia un cane e che la
possa mordere quando si troverà al suo cospetto
». (Già che mi pensi al cospetto del Signore,
mi pare un atto di grande generosità!). L’altra è
quasi comica: «Stasera si rilegga san Francesco,
poi dica 5 Padre nostro e 3 Ave Maria e vada a
letto vergognandosi tanto».
Il mese scorso, da questa rubrica, ho lanciato
un appello per aiutare un grave caso umano.
Sono tornate solo due risposte, di giovanissimi
senza un centesimo ma con un cuore grande.
Amo gli animali, soprattutto i cavalli. Li ho
usati, fra i primi in Italia, per l’ippoterapia
con i disabili e per le passeggiate ecologiche
con ragazzi tossicodipendenti. A Cassino proponiamo
pet-therapy. In Cascina nella sala da
pranzo troneggia Eva, il pappagallo (foto). Raramente
mangio carne. Questo per dire del
mio normale rapporto di simpatia per gli animali.
Ogni cosa, però, deve stare al suo posto
e godere di giuste priorità.
Inoltre, vorrei tanto che leggessimo la vita
di san Francesco partendo dal lupo di Gubbio
con relative interpretazioni. Noi che lavoriamo
con i poveri e gli emarginati abbiamo tanto bisogno
di gente onesta, sensibile, disponibile a
condividere il poco che ha con chi non ha niente.
Gli enti pubblici sono latitanti e sono sepolti
in debiti ingiustificati. Avete ragione quando
tirate in ballo Chiesa, Vaticano… come avete
ragione quando noi non siamo seri e ci abbandoniamo
alla Divina Provvidenza con sufficiente
fede. Però, permettete che invettive così
spropositate si faccia fatica a inquadrarle. Non
posso digerire la frase scritta in molte e-mail:
«Meglio un cane che un figlio!».
Antonio Mazzi