Fiat, il modello Pomigliano per tutti

Dal primo gennaio Fiat Group Automobiles ha intenzione di cancellare gli accordi sindacali vigenti e «ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto». Replica della Fiom.

21/11/2011
L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne (foto: Ansa).
L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne (foto: Ansa).

Anno nuovo, regole nuove. Così, almeno, vuole il Lingotto. I contratti messi a punto a Pomigliano (2010) e a Mirafiori (2011) piacciono al punto da volerli applicare in tutti gli stabilimenti italiani: Fiat Group Automobiles ha disdetto gli accordi sindacali vigenti e «ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto». Gli effetti a partire dal primo gennaio 2012. Lo si è appreso da fonti sindacali. L'azienda ha scritto una lettera alle rappresentanze dei lavoratori, nella quale si rende comunque disponibile «a promuovere incontri per finalizzare e valutare le conseguenze del recesso» e «alla eventuale predisposizione di nuove intese collettive». «Entro il 31 dicembre», commenta Roberto Di Maulo, segretario generale del sindacato autonomo Fismic, «bisogna realizzare il contratto auto. Era già un impegno, ora è urgente e pressante».

«Estendere l'accordo di Pomigliano a tutti i 72.000 lavoratori del gruppo Fiat non vuol dire solo estendere un brutto accordo, ma porta a modificare la natura stessa della organizzazione sindacale: si passa infatti a una fase di sindacato aziendale e corporativo». Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, che ha concluso a Torino l'assemblea regionale dei metalmeccanici Cgil. «Chiederemo subito un incontro all'azienda per verificare gli effetti del recesso e con l'obiettivo di continuare ad assicurare ai lavoratori gli stessi trattamenti economici, anzi possibilmente migliorandoli, senza mettere in discussione i diritti»: così Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, ha commentato la disdetta degli accordi sindacali negli stabilimenti automobilistici del gruppo. «Noi abbiamo criticato l'uscita da Federmeccanica - osserva - e questa è una reazione della Fiat. È un fatto grave e ci preoccupa alla luce di una situazione economica molto delicata con l'aumento della cassa integrazione, non aiuta le parti a ritrovare un clima positivo». Quanto all'intenzione della Fiom di andare avanti sulla strada delle azioni legali, Palombella afferma: «Decisione legittima, ma noi vogliamo contrattare e tutelare con accordi i diritti dei lavoratori. Andremo avanti sulla strada negoziale».

Alberto Chiara
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Postato da M.Gianni il 25/11/2011 22:24

Purtroppo c'è molto poco da dibattere, quello che stà facendo Marchionne è il risultato della finanziarizzazione dell'economia (e la famiglia Agnelli ha delle pesantissime responsabilità) ed ha approffittato della totale mancanza di politiche industriali di questo paese e godendo inoltre dell'appoggio di un ministro del lavoro (Sacconi)che anzichè fare da mediatore tra le parti in causa si è schierato dalla parte del più forte. Comunque se la FIAT volesse lasciare questo Paese si accomodi pure, ma prima restituisca tutti i soldi che ha spillato ai contribuenti italiani.

Postato da dino avanzi il 23/11/2011 13:18

Avete presente l'effetto Scargill ? N.B. peccato che questo articolo tra poco esce dalla prima pagina, si poteva sviluppare un utile dibattito.

Postato da spark il 23/11/2011 09:06

ripeto, cerchiamo di essere onesti prima di tutto con noi stessi: se si e' posti di fronte alla scelta "o come voglio io oppure me ne vado dall'Italia", a casa mia questo si chiama "ricatto" e non "contrattare", poi si puo' anche cedere al ricatto; visto che non c'e' piu' nessuna istituzione , ne politica, ne sindacale, ne religiosa, ne etica ,ne niente che riesca a mettere e far rispettare regole in quello che ipocritamente si continua a chiamare mercato del lavoro , mentre assomiglia sempre piu' a un mercato di sfruttati senza piu' diritti . Ma per favore, siamo seri, chiamiamo le cose con il loro nome. Osvaldo Bardelli

Postato da Franco Salis il 22/11/2011 19:02

Avrei voluto rileggere il contratto di Pomigliano che si trova nell’elenco dei file che ho perduto perché mi si è guastato il computer ed ora dovrò cercare un tecnico per ricuperarli. Pertanto dovrò andare a memoria con grande possibilità di errore. Ciò premesso, ricordo che erano stati cancellati vari diritti, faticosamente conquistati con lotte anche aspre del movimento sindacale sin dal primo dopo guerra e fra questi anche la sicurezza nel lavoro. Oggi è apparso altro servizio: “ Morti sul lavoro, già 600 vittime” a firma di Mario Pignatta. I due servizi mi sembrano l’uno contrapposto all’altro, diciamo per far tutti contenti: se non ti piace l’uno, ti prendi l’altro: non va bene. Per spiegarmi meglio dico che condivido spark il 22/11/2011 12.10 e M.Gianni il 21/11/2011 21.15 e dissento decisamente da dino avanzi il 21/11/2011 17.25. Eppure Raffaele Bonanni ha accettato il contratto di Pomigliano, ed era presente a Todi. A mio avviso senza alcun titolo perché la CISL non è mai stato sindacato cattolico(lui potrà anche esserlo), e che quindi si è intrufolato a Todi come alcuni riescono senza invito a intrufolarsi ai pranzi della Casa Bianca, nonostante il servizio di sicurezza decisamente più imponente di quello di Todi, come ho detto in precedenza. Insomma non ci sono troppe contraddizioni? Ciao

Postato da dino avanzi il 22/11/2011 17:46

E se la Fiat chiude in Italia?

Postato da spark il 22/11/2011 12:10

Contrattare con chi? con chi ha unilateralmente disdetto gli accordi confederali attualmente in vigore? con chi , unilaterlamente, si e' dimesso dalla propria associazione di categoria? contrattare con quelli che ti dicono :prendere o lasciare e trasferisco tutto all'estero? Con quelli che da piu' di un anno sbandierano investimenti miliardari in Italia, di cui non se ne vede traccia? Mi sembrerebbe piu' onesto affermare che da un po di tempo, il verbo "contrattare", nei rapporti tra le parti, non esiste piu! E non solo in Italia (purtroppo!); potremmo discutere a lungo sulle cause, ma non cambierebbe niente. In tutta questa deregulation delle relazioni nel mondo del lavoro, solo la CGIL, pur con tutti i limiti e gli errori che gli vogliamo attribuire,tenta ancora di rappresentare i diritti di chi lavora. Anche se non so quanto possa servire, gradirei lo stesso, un commento della COMMISSIONE EPISCOPALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO, LA GIUSTIZIA E LA PACE della CEI, su questo modo di interpretare la contrattazione tra le parti! Osvaldo Bardelli

Postato da M.Gianni il 21/11/2011 21:15

Caro Dino Avanzi, contrattare non vuol dire ricattare i lavoratori. Qualcuno ci aveva spiegato che il contratto che era stato fatto a Pomigliano sarebbe stata una eccezione, stante la situazione in cui versava quello stabilimento e la zona in cui era ubicato. Oggi a un anno e mezzo di distanza lo vogliono applicare in tutto il gruppo FIAT. Invito infine il Sig. Dino Avanzi a farsi 41 anni su una catena di montaggio e poi vediamo ancora se la pensa cosi.Come diceva una vecchia ma sempre attuale pubblicità " Provare per credere"

Postato da dino avanzi il 21/11/2011 17:25

Preferisco il sindacato che contratta, non il sindacato che promuove azioni legali.

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