Gallinari, una preghiera da lontano

Il brigatista, responsabile dell'uccisione del giudice Palma, della strage di via Fani e dell'uccisione di Aldo Moro, ricordato tra le polemiche.

19/01/2013

Tra la neve di Coviolo avanzano gli amici, “i compagni” venuti a dare l’ultimo addio a Prospero Gallinari. Sulla bara, avvolta da una bandiera rossa con la falce a martello e la stella a cinque punte, anche una bandiera palestinese, fiori e candele. Se i ragazzi di oggi passassero di qui forse non capirebbero il perché di quei pugni chiusi, il perché delle polemiche e dei dibattiti in rete. Non riconoscerebbero Oreste Scalzone, in prima fila davanti alla bara, che intona l’internazionale, non saprebbero chi è Raffaele Fiore, tra i primi accorsi al funerale, e tra i responsabili della strage di via Fani. Non riconoscerebbero né Bruno Seghetti, che prova a parlare tra i singhiozzi, né Renato Curcio, fondatore e capo storico delle Br.

Prospero Gallinari, l’assassino del giudice Palma, nel gruppo di fuoco che uccise la scorta di Moro, tra i quattro carcerieri del presidente democristiano, tra gli autori del sequestro del giudice Sossi, è morto nella sua Reggio Emilia, a 62 anni, stroncato da un infarto. Tra gli esponenti di spicco delle Brigate rosse, è stato a lungo ritenuto l’assassino materiale di Aldo Moro fin quando Mario Moretti non se ne assunse la responsabilità. Raccontò Cossiga che, in realtà, Gallinari si mise a piangere davanti al presidente democristiano raggomitolato nel bagagliaio della Renault rossa e che Mario Moretti, colto dal panico, non ce la fece a sparare. “Chi sparò, in realtà, fu l’ingegner Altobelli, il nome sotto il quale si nascondeva Germano Maccari, il quarto uomo di via Montalcini, la prigione di Moro”.

Condannato all'ergastolo, aveva ottenuto la sospensione della pena per le precarie condizioni di salute. La cronaca e le foto del funerale corrono su twitter “Mi spiace che sia morto prima che potessi incontrarlo, avrei voluto capire che persona era”, dice oggi uno dei familiari delle vittime delle Br, mentre molti ex brigatisti si limitano a dire una preghiera da lontano per non finire nella bolgia mediatica che si è scatenata sull’evento.

Dopo i funerali nel cimitero di Coviolo la salma è stata cremata. Le ceneri saranno tumulate nella cappella di famiglia. Insieme con le risposte non date e con un pezzo di memoria della storia del nostro Paese.

Annachiara Valle
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Postato da fabius52 il 23/01/2013 09:31

Pace all'anima di Prospero Gallinari, uno che pensava di cambiare il mondo, e se c'è riuscito, l'ha fatto in peggio. Malinconia per le idee morte del novecento, radunate al funerale del brigatista rosso nel nome di umanissimo quanto irriducibile reducismo delle parole e dei simboli: la falce e il martello, l'Internazionale, la stella a cinque punte e (poteva mancare?) la bandiera palestinese, logico omaggio a chi il terrorismo ha la "fortuna" di teorizzarlo e praticarlo ancora. Per i convenuti, un bagno di nostalgia, per chi come me ricorda quegli anni mal spesi da tanta gioventù, un po’ di legittimo compatimento.

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