Hollande, indigestione di normalità

Il nuovo Presidente di Francia e i suoi ministri si sforzano di sembrare "normali". Con effetti a volte gustosi.

09/06/2012
Hollande si fa fotografare con un giovane ammiratore (foto Reuters).
Hollande si fa fotografare con un giovane ammiratore (foto Reuters).

François Hollande l’aveva solennemente promesso: “Sarò un presidente normale, la mia presidenza sarà esemplare”. Sottinteso: il predecessore Nicolas Sarkozy era “anormale” e in nessun caso poteva essere considerato un esempio.


Peccato che la normalità e l’esemplarità si fermino al casello dell’autostrada e che il Presidente socialista eletto il 6 maggio non esiti a polverizzare i limiti di velocità in barba ai radar e al codice della strada. Non solo: l’auto presidenziale sfreccia al casello senza rallentare e senza pagare il pedaggio. E’ accaduto martedì scorso, 6 giugno, quando il presidente eletto il 6 maggio è andato in Normandia per assistere alle cerimonie commemorative del 68° anniversario del D day, il giorno dello sbarco alleato. 

Fedele alla promessa, e per dimostrare una volta di più che la sua presidenza è orientata al risparmio, Hollande aveva deciso di fare il viaggio in automobile. Già la settimana precedente, per andare a partecipare al vertice europeo a Bruxelles, “Monsieur normal” aveva preso il treno come un cittadino qualsiasi invece di volare con un aereo della flotta presidenziale. Finito il vertice, e visto che a quell’ora (le 2 del mattino) non c’erano più treni per Parigi, Hollande aveva fatto il viaggio di ritorno in macchina. 

Piccolo particolare: i servizi di sicurezza esigono che anche quando il Presidente viaggia in treno o in auto, ci sia comunque un aereo a sua disposizione. Ragion per cui un apparecchio aveva fatto il viaggio Parigi-Bruxelles e ritorno a vuoto. Domanda ingenua: dov’è il risparmio?

Torniamo al viaggio in Normandia. Già prima di imboccare l’autostrada per Caen, l’auto presidenziale aveva attraversato la “banlieue” di Parigi a tutto spiano, con punte fino a 140km/h in un tratto dove la velocità è limitata a 70 km/h. Poi, sull’autostrada (dove il limite è 130 km/h) l’autista ha premuto l’acceleratore, e i radar hanno cronometrato l’auto a 180 km/h. Per un comune mortale (o meglio per un automobilista “normale”) sarebbe immediatamente scattata la sanzione: ritiro della patente. 

Al casello di Caen, l’autista non ha neppure rallentato, è passato velocissimo, ovviamente senza pagare il pedaggio. Certo che rispetto a tutti i problemi con i quali è alle prese il neo Presidente francese, il superamento del limite di velocità è una bazzecola. Ma proprio perché Hollande non perde un’occasione per sbandierare la sua “normalità”, l’episodio ha suscitato commenti sarcastici o addirittura indignati. 

La “normalità” è un concetto relativo, per non dire soggettivo, e non si può fare a meno di constatare che anche in un Paese sfegatatamente egualitario com’è la Francia c’è chi è più “normale” degli altri. Tutto questo non meriterebbe di più che un sorriso o un’alzata di spalle, se la smania della “normalità” non avesse contaminato i ministri, spingendoli a emulare il Presidente senza temere il ridicolo. Per esempio il primo ministro Ayrault, che per recarsi in una località della periferia di Parigi ha preso la metropolitana insieme con una trentina di guardie del corpo, collaboratori e poliziotti, gettando lo scompiglio tra i viaggiatori “normali”.

Di un episodio ancora più gustoso è stato protagonista il ministro degli Esteri Laurent Fabius, che si è pubblicamente vantato di aver volato su un aereo della compagnia “low cost” AirBerlin per andare da Berlino a Roma. La stampa si è fatta beffe di Fabius sottolineando che se il ministro degli Esteri francese era salito su quell’aereo era stato perché quella sera non aveva scelta, dato che non c’erano altri voli diretti per Roma. Nonsolo: Air Berlin è una compagnia “low cost” per modo di dire visto che sui suoi apparecchi esiste una prima classe, nella quale, ovviamente, ha preso posto il ministro. “Fabius come Kennedy”, ha ironizzato un giornale tedesco che ha pubblicato una foto del ministro degli Esteri con un fumetto che gli esce dalla bocca e recita: “Ich bin ein Berlin Air”.

Paolo Romani
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