Ici e Chiesa, la campagna col trucco

A proposito delle polemiche sulla Chiesa e l'Ici: ecco un esempio di mobilitazione di decine di migliaia di ingenui. E un po' tafazisti. Che hanno abboccato.

07/12/2011
La pagina Facebook "Vaticano paga tu la manovra fiscale".
La pagina Facebook "Vaticano paga tu la manovra fiscale".

Volete un esempio di una campagna laicista col trucco contro il Vaticano basata sul nulla, cui abboccano decine di migliaia di sprovveduti "indignados" de "noantri"? Andate su Facebook e cercate il sito "Vaticano paga tu la manovra fiscale". Troverete migliaia di cliccatori furenti convinti che la colpa della Manovra sia della Chiesa e del Vaticano, o quantomeno che la Santa Sede, navigando nell'oro, non faccia nulla per aiutare i contribuenti italiani. Proprio così.


     Se si vuole un esempio di provocazione laicista all’insegno dell’oscurantismo e della “disinformatia”, allora si può prendere quella allestita contro l’esenzione dell’Ici, la tassa sugli immobili, da parte degli istituti ecclesiastici dediti alle attività religiose, culturali e assistenziali.

     L’hanno messa in piedi i soliti radicali, seguiti a ruota da qualche politico socialista e qualche agit-prop di Rifondazione comunista, ampiamente seguiti dalla stampa laica e di sinistra. C’è anche un manipolo di opinionisti satirici che di fronte alle iniquità della Manovra anziché dirigere la propria penna acuminata sugli evasori fiscali, (il cardinale Bagnasco ha definito le cifre degli evasori “impressionanti”), preferiscono entrare a piedi uniti sulla Chiesa cattolica, in nome di presunti benefici e inesistenti privilegi da abolire.

     Come abbiamo detto c’è perfino un sito su Facebook che raccoglie migliaia di sprovveduti adepti che hanno abboccato all’esca del “tutti paghino le tasse, anche il Vaticano”. Peccato che l’esenzione dell’Ici sia riservata solo per gli immobili nei quali gli enti commerciali (anche laici) svolgono alcune specifiche attività, come recita la legge 222/1985. Enti “destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative o sportive, nonché delle attività di religione o di culto”.

     Se una parrocchia, poniamo, possiede una pensione, una trattoria, un negozio o una libreria, paga l’Ici fino all’ultimo centesimo, anche se i suoi utili vengono reinvestiti a fin di bene. La pretestuosa campagna laicista che sta sollevando un gran polverone al grido di “stop ai privilegi del Vaticano” sta quindi aggredendo quel poco di protezione sociale che è rimasta in piedi in Italia: ospedali, scuole per l’infanzia, oratori, doposcuola per i bambini indigenti, asili, mense dei poveri, centri di accoglienza, dispensari della Caritas, case famiglia, consultori, istituti per giovani madri. Stesso discorso per l’abbattimento del 50% dell’Ires (l’imposta sui redditi societari) riservata solo agli enti ecclesiastici assistenziali o di beneficenza. Complimenti, amici laicisti.

     Essendo stato compromesso attraverso i tagli agli sgravi fiscali tutto il Welfare pubblico della famiglia (rette per l’istruzione, spese mediche e assistenziali e via dicendo) e avendo gli enti locali difficoltà ad erogare i servizi primari (assistenza ai disabili e agli anziani, asili nido, trasporti, mense , centri di accoglienza), si cerca di compromettere anche l’ultima rete di protezione sociale rimasta, quella di cui si fa carico la Chiesa. Una logica così spietata o così “tafazista” che un laico serio non potrebbe mai concepire.

     Tafazi era quello splendido personaggio in calzamaglia del repertorio di Aldo Giovanni e Giacomo che si martellava in quel posto con una bottiglia. Splendido simbolo del carattere autolesionista degli italiani. Anche il più mangiapreti, anche il più libertino, anche il più devoto degli adepti alla dea Ragione infatti sa che qualsiasi polemica, per quanto aspra e provocatoria, deve infatti avere come orizzonte il bene della collettività.

     Si è poi ironizzato sulle esigenze di di culto, che non riguardano solo la Chiesa cattolica nel caso dell'esenzione ma anche le altre religioni (la norma infatti non è costruita ad hoc per le istituzioni cattoliche ma riguarda tutte le attività non commerciali di rilevante valore sociale). Su questo bastano le parole del presidente di Assoedilizia Colombo Clerici, il quale ha spiegato che “la spiritualità religiosa è considerata una componente fondamentale della natura umana”, risponde in sé al requisito dell’interesse collettivo e quindi “al pari della salute, della cultura, del benessere, deve essere assicurato e garantito al cittadino dallo Stato”. E dunque se lo Stato tassasse un ospedale della Chiesa sarebbe come se mettesse un’imposta sui suoi ospedali: un’assurda e folle partita di giro. 

     Meditate, amici laicisti e un po’ tafazisti, meditate. Prendetevela con la chiesa adorante dei "fedeli del nero", del mancato scontrino e della fattura che non c'è, che la Chiesa ha sempre denunciato (perché il cristiano è anche un contribuente galantuomo che dà a Cesare quel che è di Cesare).  Non guardate il dito che indica la luna. Guardate la luna.

Francesco Anfossi
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Postato da VincenzoCaiello il 03/01/2012 04:04

Ha citato la legge ma solo la parte che le faceva più comodo. C'è un aggiunta interessante: La legge 4 agosto 2006 n. 248 dispone che: «L'esenzione si intende applicabile alle attività indicate che non abbiano esclusivamente natura commerciale». Questa formulazione permette di mantenere l'esenzione per le sedi di attività che abbiano fini "non esclusivamente commerciali". Ciò significa che se la chiesa ha un bell'hotel a 5 stelle, con una cappella per il culto, le tasse non le paga perché il tutto non è esclusivamente a fini commerciali.

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice direttore FC)

Caro Caiello,
purtroppo per le organizzazioni ecclesiastiche non è così. Perché il Fisco, al momento delle verifiche, considera "l'utilizzo prevalente", mica quello più comodo per il contribuente. D'altra parte, provi a pensarci: se non fosse così, che cosa impedirebbe ai proprietari di hotel di ricavare nei propri locali una piccola cappella e, con quella, ritenersi esentato dal pagamento delle tasse?
Saluti

Postato da Federico47 il 19/12/2011 11:11

Caro sig. Scaglione, nonostante lei vicediriga un giornale, le sfugge che le decine di elusioni dell ' ICI da parte di alberghi alberghetti e altri esercizi commerciali sono ormai documentate sul Web e sulla stampa. Poi non si capisce per quale arcano motivo lavoratori e pensionati già in regola col fisco possono essere benissimo chiamati a fare ulteriori SACRIFICI mentre proprio a chi dei "sacrifici" fa una bandiera, pur possedendo il più vasto patrimonio immobiliare privato esistente al mondo, sacrifici non se possono chiedere. Ma giustamente, come dice lei, siccome l' evasione è putroppo diffusa, perchè la chiesa non si deve allineare? Benissimo, ma poi, gentilmente, non ci vengano a rompere con le Scritture più o meno sacre ! La saluto e le invio auguri di buone feste "estensibili" alla "Famiglia" !

Postato da Franco Salis il 18/12/2011 21:09

Sono rimasto stupito della “censura” del mio commento inviato il 14.12.2011 ore 15,05,nella rubrica di don Sciortino.Ho voluto riflettere qualche giorno sulla motivazione e l’ho rinvenuta, non in un errore tecnico, ma in una certa aggressione a danno del mio interlocutore. Non intendevo riproporre, ma la risposta del vice direttore Fulvio Scaglione a Federico 47 del 17/12/2011 09.17 mi ha spinto a farlo. Ora ve lo ripropongo con le correzioni da me stesso fatte,di seguito. Aggiungendo qualche nota in considerazione della polemica ICI e Chiesa. Nella bufala è caduto L’Avvenire, e non i radicali, ma può capitare a chiunque che non abbia dimestichezza con dati catastali. Spero che sia nota anche a folgore,che però tace,egli difende acriticamente tutto non importa se fatto vero o falsità. Sarebbe dovuto bastare questo per convincere il cardinale Bagnasco ad astenersi dal pronunciare quanto scritto in Avvenire il “La campagna contro la Chiesa, all'insegna non di un discutibile ma legittimo "cambiamo la legge per farle pagare di più" ma del falso "la Chiesa non paga l'Ici", la dice lunga. La rabbia cerca capri espiatori e di retori pronti a indicarli ne abbiamo in quantità.” CARDINALE BAGNASCO DICE IL FALSO, SAPENDO DI DIRLO . Non c’è ricerca del capro espiatorio né nessuna polemica . Il dossier di Avvenire, VISIBILMENTE INFANTILE, perché altro non fa che pubblicare e sventolare pagamenti ICI ESEGUITI quasi che la polemica fosse innestata dall’accusa di non pagare per niente. NO, L’ACCUSA E’ DI NON SAPERE QUANTO PAGA E SE PAGA TUTTO. Ripeto ancora che sono convinto, ma la convinzione è fatta a “naso” che la Chiesa(istituzione) sia “creditrice” nei confronti dello stato ,ma il PROBLEMA E’ DI TRASPARENZA. Come del resto invocato dallo stesso Papa, che, secondo Codice di Diritto Canonico Can. 331 il Papa è - Il Vescovo della Chiesa di Roma, in cui permane l'ufficio concesso dal Signore singolarmente a Pietro, primo degli Apostoli, e che deve essere trasmesso ai suoi successori, è capo del Collegio dei Vescovi, Vicario di Cristo e Pastore qui in terra della Chiesa universale; egli perciò, in forza del suo ufficio, ha potestà ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa, potestà che può sempre esercitare liberamente . L’estensore/i del citato articolo avrebbero dovuto sapere che il potere concesso a Gesù di allontanare i demoni anche dopo quaranta giorni di digiuno, non è concesso né a Pietro, che lo ha rinnegato per tre volte, né tanto peggio ai successori come la STORIA HA DIMOSTRATO MOLTO AMPIAMENTE. Il citato articolo serve solo a conferire “potere assoluto”, che quand’anche fosse relativo è uno delle fonti di cui si serve il maligno per seminare la zizzania. E’ nel “potere” che si insinua il maligno per corrompere le persone del popolo di Dio a partire dal suo capo. Che merito si potrebbe accreditare il maligno di far compiere azioni malvagie a Franco Salis, per quel che conta! Molto meglio puntare in alto (ma forse è meglio non sfidarlo troppo).Mi limito, ma l’elenco potrebbe essere, se non infinito ma abbastanza ragguardevole, a due soli episodi: primo, il Papa istituisce il Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione affidandolo successivamente e incautamente al vescovo Salvatore Fisichella , di cui conosciamo l’immane danno che ha procurato alla Chiesa col triste fatto della Comunione al fuggitivo e soprattutto per le argomentazioni addotte, vergognose non per un vescovo, ma per un seminarista della quarta ginnasio. Secondo, sopraffatto dalla stampa, ma soprattutto dalla Procura della Repubblica di Roma, affida al dr. Ettore Gotti Tedeschi, accusato in concorso col direttore generale Paolo Cipriani di violazione del decreto legislativo 231 del 2007 che è la normativa di attuazione della direttiva Ue sulla prevenzione del riciclaggio, (non ancora giudicati colpevoli, ma interverrà senz’altro la prescrizione, con buona pace della Giustizia terrena). Entrambi anzi che recarsi dal giudice naturale, si dichiarano “perplessi”, cui segue identica esternazione di “perplessità” da parte della “santa Sede” (quand’è che la smettete con l’abuso di questi aggettivi) che con tanto di faccia tosta manifesta “fiducia” ai due soggetti. Ecco il testo “riveduto” La famiglia era una “istituzione” violenta , dove la mancata obbedienza era punita severamente anche con la soppressione fisica di chi non obbediva con l’assenso delle “autorità” persino quelle ecclesiali, perché ad essi funzionali. Quanti sono i casi di disobbedienti che sono finiti in manicomio? quanti “ospiti” di questo istituto erano persone non malate, ma solo persone che mettevano in atto comportamenti incompatibili con le regole stabilite dal padre-padrone? Ci siamo dimenticati delle case di “correzione” di cui erano ospiti lo stesso tipo di persone in cui si faceva abbondante uso delle pene corporali. Quanti sono affetti da la sindrome di Stoccolma? giacché soffocati nella loro personalità hanno finito per “onorare” il loro persecutore” con conseguenti patologie psichiatriche. La violenza fuori della famiglia era anche messa in atto con le “sassaiole”, che qualche passante adulto richiamava solo se veniva suo malgrado coinvolto (un sasso alla sua capoccia). Quando l’aggressività poi non si esprimeva a danno delle persone lo si esprimeva contro animali: i cani venivano aizzati contro gatti che venivano sbranati e i giovani si godevano lo “spettacolo” di vedere il gatto sbranato con le budella ben in vista. La gioia di vivere era solo prerogativa di chi era agiato non certamente di chi viveva di stenti(dobbiamo pur vivere, dicevano). La guerra aveva distrutto tutto, il piano Marshall, gestito dalle parrocchie (ricordo ancora la dicitura :dono del popolo e del governo degli stati uniti d’America= tutto buono ciò che proveniva dall’America, tutto orrendo quello della Russia che mangiavano bambini). Chi disobbediva a questo “suggerimento” veniva scomunicato perché comunista, assieme a chi si rifiutava di dare le” decime”( sino al 1960 circa) .Nella Chiesa c’è voluto il Vaticano II per cambiare le cose . Obbedienza una virtù? L’obbedienza è stata solo la forma edulcorata del dominio del più forte nei confronti del più debole. L’obbedienza è una virtù solo quando si fa la volontà di Dio. Forse vuoi dire il rispetto delle norme, che è ancora oggi una virtù perché consente la pacifica convivenza. Ma non quando la regola è stabilita dal “padre” che era il “capo della famiglia" come ripeteva il sacerdote che presenziava alle nozze (i celebranti erano i nubendi ora come allora, ma nessuno lo sapeva, dando lettura dell’art. 144 codice civile, oggi modificato .Le regole se vuoi che abbiano efficacia e puoi esigere una adeguata e non esemplare punizione in caso di non rispetto, solo quando le norme sono messe insieme e accettate da tutti i membri . La famiglia era la forma più aberrante della violenza istituzionalizzata ed era funzionale alla violenza dello stato. Forse ciò che è rimasto oggi della violenza in famiglia trae proprio origine da quella aberrazione. Per la dirigenza della classe politica valgono le stesse argomentazioni, “mutatis mutandis” anche se non si è mai arrivati al “porcellum” elettorale(ci si è avvicinati con la legge truffa di Tambroni ) ma mai a livello di Arcore o Certosa. Ciao

Postato da Federico47 il 17/12/2011 09:17

Caro Folgorevogliamo scommettere che se la "campagna di stampa" avesse riguardato qualunque altro evasore tu non avresti avuto nulla da eccepire ?

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice direttore FC)

Caro Federico47,
non mi inserisco nel botta e risposta con Folgore. Ma non posso non far notare che proprio per questo la campagna su "Chiesa e Ici" è una campagna col trucco: perché dà per scontata una cosa falsa, cioè che la Chiesa non paghi le tasse. Al contrario: la Chiesa paga tutte le tasse dovute per legge e se c'è qualcuno che fa il furbo intervenga l'Agenzia delle entrate. Cosa che infatti è già successa. Non basta? Si cambi la legge?
Tutti gli altri discorsi, è bene dirlo, sono fasullaggini. Compreso quello sugli eventuali "favori" di cui godrebbe la Chiesa. Proprio secondo i dati dell'Agenzia delle entrate, dedotti dalle dichiarazioni dei rediti del 2008, ci sono 35 milioni e 618.345 contribuenti italiani che non arrivano a mettere insieme un reddito lordo di 2.415 euro al mese. Inoltre: il 25% dei contribuenti italiani resta sotto i 15 mila euro di reddito lordo complessivo l’anno, pari a 1.250 euro lordi di reddito mensile.
In altre parole: l'Italia è il Paese dell'evasione fiscale di massa. Proprio per questo, secondo me, partono certe campagne: un capro espiatorio serve sempre.

Postato da Federico47 il 17/12/2011 09:15

Perfetto ironyman hai centrato magnificamente il punto. Nulla da aggiungere e nulla da togliere. Ma a lato di questa controversia, mi pare ormai ampiamente dimostrato che la chiesa è molto più preoccupata per le cose di questo mondo, che di quelle “dell’altro”. Proprio di “quell’altro mondo” su cui la chiesa dovrebbe invece basare la sua stessa esistenza ! E qui sorge spontanea la domanda:" ma se sono loro i primi a non preoccuparsene che a parole........??"

Postato da ironyman il 15/12/2011 23:44

Nessuno mette in dubbio il fatto che se vi è una legge questa va rispettata e fintantochè nessuna contestazione viene formulata dagli organi preposti al controllo non si possono fare dei processi sommari di piazza e emettere condanne senza diritto di difesa. La caccia alle streghe e le inquisizioni sono roba d’altri tempi. Bisogna esser garantisti sempre e non a fasi alterne. Tuttavia, pur con le dovute cautele, i dubbi circa le modalità con le quali la normativa in questione viene utilizzata da parte di alcune autorità ecclesiali permane e dirò il perché. Dobbiamo però partire dall’origine della questione che va collocata nel quadro dei rapporti tra il Governo Berlusconi e la chiesa. La normativa infatti, in una versione chiaramente di favore era stata emanata dal Governo Berlusconi per aggraziarsi i favori della Chiesa. Obiettivo ovviamente conseguito, ed il fatto che la Chiesa abbia ricambiato l’appoggio ricevuto purtroppo spinge i più smaliziati a pensare che forse le cose non fossero del tutto casuali. La legge fu poi riveduta da Prodi perché chiaramente contraria ai principi di concorrenza ed a rischio censura da parte della UE. Nella sua versione riveduta però assume una portata incerta in quanto l’esenzione viene mantenuta solo per quelle attività prevalentemente a fini di culto o assistenziali. E’ evidente dunque che se nella stessa struttura metto insieme un attività esente ed una commerciale ne riceverò un indubbio vantaggio perché in tal modo risparmio le imposte sulla parte commerciale e non è certo cosa di poco conto perché se l’attività meramente commerciale fosse esercitata in maniera esclusiva o quasi nella medesima struttura sarebbe rimasta incisa dal prelievo fiscale. Si dirà, ma la legge è stata rispetta e questo è quel che conta. Giusto, anzi giustissimo. Il punto è che stabilire quale attività sia prevalente o meno, soprattutto quando l’attività istituzionale viene svolta attraverso l’apporto di volontari o di beneficienze è davvero molto arduo e si presta certamente ad apprezzamenti approssimativi ed incerti. Ma vi è dell’altro. Si è detto che il patrimonio immobiliare della Chiesa è immenso. Qualcuno mi pare abbia riportato una stima del 30% dell’intero patrimonio immobiliare del paese. Non so se sia una stima attendibile o meno, sta di fatto che gli edifici di proprietà della chiesa hanno un valore certamente considerevole. E di conseguenza anche se quelli adibiti ad utilizzazione promiscua rappresentassero una percentuale minima, comunque il loro numero e valore non sarebbe certamente trascurabile. Ebbene, ci si aspetterebbe che i controlli dell’Agenzia delle Entrate su questi immobili fossero in congruo numero. Ed invece, e sfido chiunque a fornire dati contrari, io ho la ragionevole sensazione (non la certezza) che in percentuale i controlli siano del tutto insignificanti, semmai ve ne siano perché in punta di diritto il potere normativo è concesso, ma quale direttore di ufficio provinciale dell’Agenzia delle Entrate oserebbe mai fare un controllo su una attività ecclesiastica ben sapendo in quali e quanti “intralci” potrebbero incorrere?. E già! Perché la questione della legalità in Italia non è tanto quella di una legislazione carente o inefficace (anche se alle volte interventi legislativi sono necessari), ma quella di una assoluta immunità di fronte alla legge per cui basta avere le giuste referenze per ottenere una licenza in barba alla legge piuttosto che un appalto a trattativa privata senza dover passare per le forche caudine delle gare ad evidenza pubblica. Senza dire poi dei procedimenti giudiziari, per cui se insorge una controversia tra fisco e contribuente, a parte la possibilità di definizione con sanzioni minime prive di qualunque deterrenza, comunque c’è sempre la possibilità di rimandare tutto a babbo morto facendo ricorso e aspettando magari un condono che sani la questione. Si potrà poi in ultima istanza sempre fidare su qualche giudice, magari fervente cattolico, che prenda a cuore la questione E che la Chiesa abbia intrecciato in maniera trasversale, una fitta rete di relazioni con l’establishment di questo paese è un dato di fatto. Allora, visto che normativa è fumosa e si presta facilmente ad abusi, ma perché la Chiesa stessa non ne chiede una correzione in modo da ripristinare condizioni minime di certezza del diritto? In questo modo non lascerebbe adito alcuno a sospetti ed illazioni di sorta. Riguardo all’atteggiamento delle Chiesa e dei fedeli nei riguardi della Legge, sarà che forse c’entrano come i cavoli a merenda ma due cosine le vorrei dire. IL principio a base di ogni civiltà giuridica secondo cui nei confronti della Legge e soprattutto della Legge ecclesiale siamo tutti fratelli in Dio, in tutta onestà, quanti sarebbero disposti ancora a credere che sia sempre rispettato dai giudici della sacra Rota? In più; l’appoggio quasi ininterrotto della Chiesa a colui che è stato per lungo tempo capo di governo e leader della maggioranza di questo paese nonostante abbia calpestato senza esitazione e sfacciatamente questo sacrosanto principio con una serie interminabile di leggine a suo uso e costume, può darci garanzia che la Chiesa ha sempre rispetto per la regole giuridiche alla base della convivenza civile? E’ forse anche per questo che i dubbi sulla corretta applicazione della legge sulla esenzione ICI non sono del tutto infondati.

Postato da folgore il 15/12/2011 21:36

E chi, Federico47, dice il contrario. Se una persona (chiunque sia) non paga delle tasse che deve sono solo affari suoi. Ne risponderà direttamente alla competente Agenzia delle entrate. Non serve una campagna stampa, a meno che non sia altro quello che si vuole.

Postato da Federico47 il 15/12/2011 12:46

Caron Folgore ripeto che è assolutamente ovvio che tutti devono fare il loro dovere fiscale, e che le situazioni anomale vanno comunque sanate chiunque ci sia coinvolto. Ma la chiesa non può pretendere di venire a farci la morale se poi si rifugia dietro il : "lo fanno tutti lo faccio anch'io" a meno che per te, chiesa sindacato coop ecc. sianto tutti uguali senza distinzioni !

Postato da folgore il 15/12/2011 01:57

Fondato o meno da Dio ogni cittadino italiano, o associazione o gruppo o che so io, ha l'obbligo di rispettare le leggi esistenti (non quelle, chiaramente, che qualcuno vorrebbe ci fossero). Se uno non lo fa interviene lo Stato (nel caso specifico con l'Agenzia delle entrate. Il resto sono semplicemente polemiche per nascondere (nel fumo) altre situazioni? La Chiesa possiede delle situazioni fiscali per cui non paga (dovendolo) le tasse? Allora non serve gridare allo scandalo. E' sufficiente andare all'Agenzia delle entrate e dirlo. Ultima osservazione: ma perché non estendere questa osservazione anche ai circoli ricreativi e culturali e alle altre religioni presenti in Italia?

Postato da ironyman il 14/12/2011 20:20

Insomma come al solito quando si tratta di parlare delle prerogative della Chiesa l’impulso a incrociare le armi della disputa ideologica diventa irrefrenabile. Personalmente non condivido né l’accanimento astioso nel riguardi della Chiesa che trapela da certi pareri (che starei attento ad inquadrare in un dato movimento d’opinione o culturale), né la strenua difesa di corpo ed il vittimismo della Chiesa per la quale ogni critica su scelte legislative di favore nei suoi conformi è un delitto di lesa maestà. Meno male che Bagnasco è intervenuto opportunamente a stemperare un pò gli animi ed a riportare la discussione su un binario più propizio. Evidentemente ha dovuto riflettere sulle conseguenze di questa radicalizzazione. Nel merito la questione mi sembra abbastanza chiara. Non è assolutamente vero che la Chiesa non paga l’ICI sulle attività commerciali. Fu il governo Prodi che per evitare problemi con l’Europa fu costretto a introdurre una modifica ad una precedente esenzione generale del Governo Berlusconi estesa a tutti gli immobili di proprietà della Chiesa e chiaramente contraria ai principi di libera concorrenza. Il punto è che la nuova formulazione secondo cui l’esenzione spetta a tutti gli immobili di proprietà di enti religiosi in cui si svolgano attività “non esclusivamente commerciali” si presta a interpretazioni di comodo. La questione dibattuta si incentra sul significato e valore da attribuire all’accezione non esclusivamente commerciali. Il nostro sistema tributario è basato su una fiscalità generale a cui si accompagnano norme di vantaggio per determinati settori e/o categorie di contribuenti che il legislatore ha ritenuto, per la loro rilevanza sociale, meritevoli di particolare tutela (onlus, associazioni sportive, organismi internazionali, sindacati ecc..). Purtroppo però accade spesso che le agevolazioni vengono sfruttate come paravento per attività commerciali vere e proprie sicchè se si vuole aprire un ristorante e non pagare le imposte è sufficiente farlo passare come un circolo culturale, oppure si può tranquillamente aprire una palestra sotto la veste formale di una associazione sportiva per aggirare le norme tributarie. Adesso riprendendo le fila del discorso, non v’è dubbio che nessuno osa contestare l’esenzione per gli immobili della Chiesa destinati al culto o alle opere di carità (come l’articolo lascerebbe intendere), ma una norma che consente anche all’albergo o ad una clinica di passare indenne tra le maglie del fisco solo perché al suo interno vi è una cappelletta per il raccoglimento e la preghiera, è ovvio che viene avvertita da tutti tranne i più ortodossi ed i crociati, come un inaccettabile privilegio. Le questioni di legittimità sollevate non sono dunque campate in aria e partorite da una campagna denigratoria e anticlericale. Piuttosto si tratta soltanto di ripristinare condizioni di concorrenza compatibili con il diritto comunitario per tutte le attività commerciali svolte dalla Chiesa. Perciò la chiusura a riccio della Chiesa su posizioni anacronistiche e corporative mi sembra fuori luogo e finalmente l’ha capito anche il Cardinale Bagnasco che ha giustamente invitato a discutere sull’argomento proprio per evitare che venga offuscata quell’immagine di trasparenza che deve connotare l’opera della Chiesa. Nessuno osa mettere in discussione il ruolo sociale della Chiesa ma non per questo la Chiesa può sottrarsi, nelle rarissime occasioni in cui capita, alla legittima critica ed alle volte anche al giudizio della società. Ed allo stesso tempo a nessuno è consentito mettere in discussione l’opera meritoria delle Chiesa sulla base di casi isolati di devianza. Purtroppo noi italiani non abbiamo maturato una cultura della responsabilità e quindi un sacerdote che si rende responsabile di un comportamento deplorevole viene strumentalmente adoperato per screditare l’intera organizzazione ecclesiale, allo stesso modo con cui singoli casi di ruberie, certamente esecrabili, inducono l’opinione pubblica a gettare fango sull’intera classe politica senza distinzioni, con l’obiettivo nemmeno tanto dichiarato di rendere tutti colpevoli e dunque assolvere quelli più compromessi o quelli che per loro disgrazia vengono colti con le mani in pasta. Tutti riconoscono ed apprezzano il lavoro prezioso per il bene della collettività svolto lontano dai riflettori dai sacerdoti, ma quando è capitato che taluni di essi hanno tradito il giuramento di fedeltà a Cristo infangando l’immagine della Chiesa, la Chiesa ha sbagliato a tacere, a minimizzare o a cercare di nascondere quei crimini mentre provvidenziale è stato l’intervento del Papa che ha finalmente condannato senza ambiguità il fenomeno della pedofilia con una posizione chiara, ferma e cristiana. Ritornando alla esenzione ICI vorrei aggiungere un’altra osservazione. Ricollegandomi a quanto già osservato da qualcun’altro, io sogno un mondo in cui la Chiesa non debba più fare da stampella allo Stato nel sopperire alle sue deficienze in campo sociale, perché ciò vorrebbe dire che la società avrebbe raggiunto un grado accettabile di giustizia. Allora meno povertà, meno profughi, meno campi rom, meno discriminazione sociale e razziale, più carceri a misura d’uomo, e così via. Purtroppo così non è ed allora la Chiesa deve continuare ad esercitare la sua missione terrena che è quella di stare a fianco di qualunque essere umano in difficoltà. Se questo lo fa con spirito evangelico, così com’è in buona parte, con l’impegno generoso, appassionato e solidale della comunità dei credenti allora è una attività meritoria ed utile; se invece utilizza risorse dello Stato la cosa non mi convince tanto. Mi spiego meglio. Le recenti misure introdotte dal Governo dei tecnici, peseranno, come al solito sulle fasce sociali più deboli e perciò mi auguro che la condanna della Chiesa giunga netta e forte. Anche questi provvedimenti si inseriscono in un solco ormai tracciato da tempo che è quello di tutelare le fasce appartenenti alle categorie reddituali medio o medio alte (la tanto blandita classe media) che hanno maggiore tutela e rilevanza nelle organizzazioni partitiche a danno delle fasce medio-basse che man mano vengono risucchiate nel vortice della povertà estrema. Secondo criteri di giustizia ma anche per esigenze di crescita economica il processo andrebbe invertito. Va da sé che, rebus sic stantibus, una nuova fetta di popolazione verrà spinta a varcare la soglia della povertà per impinguare la schiera dei derelitti e questo comporterà più lavoro per le mense dei poveri piuttosto che per i gruppi di sostegno agli anziani e via di seguito. Mi chiedo allora, ma non sarebbe preferibile ed auspicabile anziché costringerli a recarsi a mense sempre più sovraffollate, lasciare loro qualche soldino in più consentendogli così di consumare un pasto frugale nel loro ambiente, evitando magari il taglio della indicizzazione sulle loro pensioni o esentandoli dal pagare l’ICI su abitazioni modeste, ed utilizzando in parte anche le imposte sgravate alla Chiesa con l’esenzione ICI? Insomma rinunciare (indirettamente attraverso l’esenzione ICI) a risorse della collettività a beneficio della Chiesa affinchè poi questa li utilizzi a sostegno dei bisognosi, dai quali purtroppo (e speriamo che prima o poi si volti pagina) quelle stesse risorse provengono, mi sembra rasenti il grottesco. Sarebbe davvero molto più semplice lasciare quelle risorse nelle mani di chi ne ha davvero bisogno. A mio parere la Chiesa per le opere di carità non dovrebbe rivolgersi allo Stato, ma fidare sulle sue Inestimabili, latu sensu, risorse. Mentre dovrebbe con il proprio magistero, condannare le ingiustizie sociali e l’uso dissennato delle risorse terrene (che hanno una destinazione universale) contrari alla dignità umana ed opporvisi con i sistemi democratici attraverso la presenza dei propri fedeli nel tessuto sociale a qualsiasi livello non solo negli organismi sociali e nei partiti.

Postato da Federico47 il 12/12/2011 08:18

Caro Folgore, è assolutamente ovvio che tutti devono pagare quello che c'è da pagare, però almeno i nostri onorevoli, non vanno in giro dicendo di essere stati fondati da Dio e di essere costantemente ispirati dall Spirto Santo ! Almeno questa ce la risparmiano !!

Postato da folgore il 11/12/2011 17:25

@Franco Salis: la Chiesa deve fornire elenchi? E poi cosa? Il Papa viaggia gratis in Alitalia? E allora? Prima facciamo pagare l'autostrada, il treno, l'eventuale volo aereo ai nostri Onorevoli e poi parliamo. E finiamola colla solita tiritera della Chiesa che deve essere povera e dare l'esempio. E poi cosa ci azzecca che si potrebbe pensare che la Chiesa faccia beneficenza per fare proselitismo. A parte che fu un tale 2000 anni fa a dire di convertire la gente, sarebbe il caso di evitare delle cose abbastanza - voglio essere soft - discutibili. Per non cadere nella frase di chi anni or sono affermò che madre Teresa di Calcutta aveva fatto quel che aveva fatto per una forma di qual desiderio di autoaffermare la sua importanza, una forma di superbia insomma.

Postato da santrev il 10/12/2011 22:59

@Franco Salis il 09/12/2011 17.42 - Concordo perfettamente su tutto il contenuto del commento e soprattutto sulla richiesta di chiarezza. Ci guadagnerebbero tutti, Bagnasco, il Vaticano e soprattutto la Chiesa e quindi i fedeli tutti. Perché ricercare le solite scorciatoie, come quelle messe in atto nei mesi scorsi con l'aiuto dei parlamentari di CL, eletti nel PDL, in seno al governo? Infatti il solito Giovanardi, che si doveva occupare della famiglia, alla fine dei suoi tre anni di governo lo abbiamo visto attivo solo al momento di difendere l'ICI. Un semplice elenco da divulgare per evitare tutta una serie di menzogne e incomprensioni! E mi chiedo, che cos'é che non permette la divulgazione di questo semplice elenco? Perché spesso la Chiesa non si presenta con la sua faccia pulita?

Postato da Franco Salis il 09/12/2011 17:42

@brunoi il 09/12/2011 12.41, Io ho chiesto e chiedo ripetutamente CHIAREZZA. Io non ascolto radio radicale, né leggo se non a piccole dosi Micro mega, né dall’altra parte Apologetica cattolica né Pontifex se non a piccole dosi, per ragioni di “stomaco”. Ho messo nello stesso calderone pubblicazioni diverse, ma accumunate dalla menzogna . Gli errori? quelli di cui si parla sono crimini gravissimi e non me ne esco “in buona o in cattiva fede, non lo sappiamo ,”e no, io lo voglio sapere eccome se lo voglio sapere, anche perché vi sono connivenze vere o presunte con la regione Lombardia il cui governatore è niente di meno che il capo di CL !(una pubblicità di un lassativo un tempo diceva “:basta la parola”)E’ tutto falso? Bene fatemelo sapere con certezza! Si può usare quella espressione per i “peccata quotidiana” non per i crimini. Ma siccome io credo a tutti e a nessuno, può un cattolico pretendere dalla gerarchia che FACCIA CHIAREZZA, aggiungo non può, ma deve. Se tu hai prove, ti prego di darmele, come vengono usati, quando poi avrò le prove potrò dire :”ok brunoi, grazie”. Come faccio a sapere che i soldi e le prestazioni sanitarie non vengano utilizzate come arma di ricatto per la conversione? Come mai così frequentemente persone dedite completamente agli altri ci lasciano la pelle? Mi risponderai che anche Gesù Cristo è stato crocifisso innocente”!ma ha anche detto :”attenti ai falsi profeti” E’ vero, ma proprio per questo il cattolico autentico deve pretendere, ripeto, pretendere CHIAREZZA .Il dossier de l’Avvenire sull’ICI e la Chiesa è tutt’altro che chiaro è un argomentare in difesa, scaricando tutto sui “cattivoni”. Adesso mi chiederai che cosa intendo con chiarezza. Ecco la mia risposta, che è una risposta, non l’unica, tu ne potrai avere altre: La massima autorità della Chiesa in sede del territorio italiano, mi pare di poter dire il cardinale Bagnasco, pubblichi l’elenco completo dei beni di proprietà della Chiesa, annotando uno per uno oltre ai dati catastali anche l’importo versato o esentato. Contestualmente dico io altro elenco dei “servizi” e i relativi costi che la Chiesa predispone per i cittadini italiani. I cattolici, sono cittadini italiani a tutti gli effetti. I costi devono essere quelli di mercato, che poi tu faccia determinati servizi a titolo gratuito, non sono cose che riguardano l’Agenzia delle Entrate. Ecco perché dico “ a naso” lo stato è debitore nei confronti della Chiesa. Le “visite pastorali del Papa” a carico di chi sono del Vaticano? Allora come cittadino italiano non me ne importa. No ma l’Aereo è stato messo a disposizione gratuitamente dall’Alitalia? Allora me ne importa eccome. Concludo dicendo che io non ho nulla né con te né con gli altri, ma questo non mi esime dal chiedere CHIAREZZA. A nos idere sanos a kent’ annos (= a rivederci in buona salute almeno sino a cento anni).

Postato da brunoi il 09/12/2011 12:41

Franco Salis,che "Radio radicale" percepisca ogni anno dallo stato 10 milioni é un fatto conosciuto e riportato dalla stampa. Per quanto riguarda Marcinkus e Don Verze',non voglio giustificare i loro errori,(fatti in buona o cattiva fede non sappiamo) Anche i membri della Chiesa sono soggetti a sbagliare.La mia frase "La Chiesa spende bene le risorse che ha" era riferita alle opere di assistenza e promozione sociale che promuove in tutto il mondo e che sono ben visibili anche in Italia. Trovo paradossale che i soliti anticlericali e laicisti contestino l'esenzione Ici alla Chiesa e non spendano una parola per altri enti esenti da tasse come le sedi dei partiti politici e dei sindacati,le fondazioni vicine ai partiti,le associazioni sportive,le camere di commercio e un numero infinito di circoli ricreativi che svolgono pure attivita' commerciali che sicuramente non vanno a beneficio dei poveri. Ecco perche' molti cominciano a pensare che si tratta della ennesima campagna denigratoria contro la Chiesa. Esponenti del mondo cattolico hanno sollecitato i comuni a verificare se ci fossero immobili di proprieta' della Chiesa affittati o adibiti ad attivita'commerciale senza finalita' sociali che non pagano le tasse ,Non mi risulta che abbiano detto le stesse cose le altre confessioni rfeligiose o enti laici che usufruiscono l'esenzione dell'Ici.

Postato da Franco Salis il 09/12/2011 10:34

@brunoi il 08/12/2011 22.34 e 23.04 Mutatis mutandis, stai dicendo le stesse cose dei radicali! Da dove hai attinto le due cifre, di 4 milioni e poi di 10 milioni? La prima va bene c’è una legge, ma la seconda, proprio non la capisco! Però se tu lo sai, evidentemente è un fatto pubblico e tanto sarebbe sufficiente per avviare una verifica di legittimità. A me non interessano tanto le cifre che si conoscono ma quelle che non si conoscono. CHIAREZZA. Poi se lo stato risulterà debitore, come a naso penso, vuol dire chi sarà altra tassa, magari diluita nel tempo, se invece sarà la Chiesa, i fedeli metteranno mano ai portafogli e restituiranno quanto dovuto. Punto. Non si tratta né di accusare, né di difendersi, ma solo di verificare. Certo non sarà facile, da una parte i radicali, ancora non hanno digerito il principio si sussidiarietà(= in parole povere non faccia lo stato ciò che può fare il cittadino singolo o associato e lo stato si deve limitare a finanziare quando il fatto ha una valenza pubblica). Vuol dire che anzi che digiunare lo sottoporremo ad un corso accelerato di educazione civica).Ma io mi chiedo, un tempo i maestri erano quasi tutti appartenenti all’associazione “maestri cattolici” e avevano nella loro pedagogia il principio sempre valido della “formazione integrale dell’uomo”, dove sono finiti? In fondo le elementari le ha fatte anche Pannella e la Bonino e anche quel passerotto di Capezzone che vola da una parte all’altra, senza alcun pudore. Ma quando stavano nella maggioranza fornendole i loro i voti ,in cambio dell’esclusiva per la radio radicale dei lavori parlamentari ben, anzi benissimo remunerati? Non è voto di scambio? MA RIBADISCO TUTTO E DA TUTTE LE PARTI DEVE ESSERE FATTO ALLA LUCE DEL SOLE. Diversamente come fai a dire “ la Chiesa utilizza bene le risorse che ha, molto meglio dello stato.” E anche Paul Casimir Marcinkus? che, inseguito dalle procure italiane, ha trovato rifugio in uno stato estero ,Stato della Città del Vaticano che poi ne ha favorito la fuga in Arizona, complice autorità italiane, dove è morto nel 2006 ? E le operazioni di don Varzé, tutte limpide? E il Banco Ambrosiano ? Allora il Vaticano, o chi per esso offra, AMPIA FACOLTÀ DI PROVA. Sbagliatissimo dire che sono solo “chiacchiericcio” come le ha definite non so il Bertone o Bagnasco o addirittura il Papa .Ma scusate, la pedagogia della Chiesa non ha sposato il principio secondo cui “coprire” chi ha sbagliato non lo riabilita né tanto meno lo fa crescere ? Pone fae,muzzé) proverbio locale,il marito invita la moglie a non invidiare le ricchezze del vicino e la invita amangiare le fave,il saggio termina con l'intervento della polizia che arresta tutto il vicinato) Occhio!

Postato da frassinello il 09/12/2011 09:45

Cara Famiglia cristiana, sono d’accordo con Anfossi, ma per par condicio forse sarebbe il caso di parlare anche di un’altra bufala, quella delle frequenze gratuite a Rai e Mediaset. Chi sta promuovendo questa disinformazione non sa, o finge di non sapere, che in tutta Europa, e anche negli Stati Uniti, il processo di digitalizzazione si è attuato e si sta attuando tramite l’assegnazione di nuove frequenze gratuite agli operatori già esistenti. Come Mediaset e Rai, per l’appunto. Allo stesso tempo, le frequenze destinate alle telecomunicazioni, come quelle per Umts, sono invece state assegnate in gara. Come imposto dalla Commissione europea, parte delle frequenze televisive, ossia la banda 800 mhz, è stata posta in alcuni Paesi a gara economica tramite aste riservate agli operatori di telefonia mobile. Nel settembre scorso il ministro Romani ha indetto l’asta per gli operatori mobili che, partendo da una base di 2,4 miliardi di euro, ne ha fatti incassare oltre 4. Se l’Italia avesse scelto un’asta competitiva anziché l’assegnazione gratuita, le tv italiane sarebbero state discriminate rispetto a quelle degli altri Paesi dello stesso mercato europeo. Di qualche giorno fa le dichiarazioni di Corrado Calabrò, presidente di Agcom: “Oggi che con la crisi si raschia il barile, viene più di un dubbio pensando che stiamo dando gratuitamente le frequenze, anche se questo avviene in tutta Europa. Comunque, è troppo tardi per tornare indietro anche perché il bando è ben avviato e poi l’Italia rischierebbe un’altra infrazione da parte dell’Ue”. Non c’è nessun regalo di a Mediaset (e alla Rai) che il ministro Passera dovrebbe evitare, ma una semplice procedura che si sta attuando in tutta Europa. E non ci sono soldi sottratti alle casse dello Stato a scapito dei pensionati e dei tartassati dalle tasse, al massimo multe dall’Ue evitate. E quelle sì che le avrebbero pagate i contribuenti italiani.

Postato da brunoi il 08/12/2011 23:04

rileggendo alcuni post ho l'impressione che siano scritti dai soliti radicali e anticlericale sia per lo stile che per le notizie faziose riprese dalla stampa laicista. Ma la realta' é diversa.da recenti sondaggi risulta che la Chiesa é ai primo posti nella fiducia degli italiani e sono consapevoli del bene che fa' ,anche se non sono cosi solleciti a scriverlo nei forum.

Postato da brunoi il 08/12/2011 22:53

sono d'accordo con quanto scrive paracchinoi64 ,c'è troppa disinformazione in giro e lo si nota anche da certi commenti nel forum. A questo hanno contribuito anche certe trasmissioni come "Ballaro" che hanno dato notizie completamente false e faziose e soprattutto non hanno invitato nessun esponente della Chiesa per dire come stanno le cose. Sembra che la Chiesa pretenda dallo stato dei privilegi,quando invece tutte le sue attivita' sono finalizzate al bene spirituale e materiuale del prossimo.Ovviamente per operare ha bisogno di mantenere le sue strutture,ma alcuni analisti hanno giustamente detto che se in Italia la Chiesa chiudesse tutte le sue opere lo stato andrebbe in tilt soprattutto in questo momento di crisi. Conclusione: la Chiesa utilizza bene le risorse che ha,molto meglio dello stato.

Postato da kzk67kzk il 08/12/2011 22:46

Caro Anfossi la carità non la si fa con i soldi che non ti appartengono. Prima adempi ai doveri legati alla giustizia umana: " dai a ciascuno il suo ". Poi con quel che ti rimane fai quel che credi e se quel che credi è aiutare chi è meno fortunato di tè questo è amore, carità.La carità fatta con i soldi degli altri non è carità ma ipocrisia allo stato puro. L'ideale sarebbe inoltre che evangelicamente la mano destra non sapesse quel che fa la sinistra perché diversamente la carità si trasformerebbe diabolicamente in uno strumento di potere sociale e politico subdolo e contrario allo Spirito ( i peccai contro lo spirito sono gli unici che non conosceranno perdono ).Caro Anfossi, meno afflato apologetico,più onestà intellettuale, almeno questa se proprio non vuol sapere di crescere un pochino in una fede slegata dai soldi e dai giochi di potere

Postato da brunoi il 08/12/2011 22:34

com'é noto i radicali sono i fautori della campagna faziosa sulla presunta evasion e dell'Ici da parte della Chiesa.Soprattutto si parla degli immobili affitati e della attivita' commercaili senza finalita' sociali per le quali la Chiesa ha sempre pagato le tasse.Avvenire e tutta la stampa cattolica hanno piu' volte precisato questo e i Vescovi stessi hanno detto che i comuni hanno i mezzi per verificare eventuali casi anomali da sanare.Ma perche' si parla solo di esenzione Ici alla Chiesa e mai degli enti no profit di ispirazione laica che sono la grande maggioranza? Sono esenti da Ici i circolo Arci,case del popolo,circolo ricreativi e culturali,fondazioni varie ecc.,che svolgono pure attivita'commerciali come gestione campi da tennis,calcetto,case poer ferie ecc Probabilmente sono in regola con la legge,ma perche' non si parla anche di questi? Perche' non pagano l'ici le sedi dei sindacati? E se i radicali parlano di privilegi alla Chiesa, che dire della loro "superprevilegiata "Radio radicale" che oltre ai 4 milioni circa di euro che riceve come contributo dell'editoria,riceve anche,ogni anno,10 milioni di euro dallo stato per fare ,in massima parte propaganda ai digiuni fasulli di Pannella? I poveri e i bisognosi trovano aiuto e conforto dalla Chiesa,ma nulla dai radicali!

Postato da Franco Salis il 08/12/2011 22:23

Ma mi pare che ho sostenuto la tesi contenuta nella risposta di Fulvio Scaglione in risposta a Lord Henry da tempo: SI FACCIANO I CONTI. La chiesa intesa come popolo di Dio e basso clero, fa sforzi immensi. Fedeli cristiani defunti hanno lasciato beni di valore a parrocchie diocesi e altre istituzioni .Ora anche il ministro nella intervista di Lucia Annunziata, questa sera, si è pronunciato in questa direzione. Ma perché ancora insistere su ICI si e ICI no. Alla luce della legislazione vigente e della giurisprudenza, si faccia la mappatura di tutti i beni a disposizione della chiesa o a qualsiasi altro ente ad essa collegato e se ne renda pubblico l’ammontare . D’altro lato la chiesa faccia la somma di quanto ha speso prelevando dalle offerte e lasciti in opere controllabili di assistenza, comprese quelle, che sarebbero state a carico dello stato, nella costruzione di ospedali e villaggi all’estero, nelle parti più povere del mondo. BERTONE non ha alcun diritto di ergersi a giudice unico, assumendo l’atteggiamento di parte offesa. Tenga a mente Bertone ciò che ha detto oggi il Papa: "L'unica insidia di cui la Chiesa può e deve aver timore è il peccato dei suoi membri". Lo ha affermato Benedetto XVI nel discorso pronunciato oggi in piazza di Spagna in occasione della Festa dell'Immacolata Concezione. Suggerisco (il mio è solo un suggerimento, i direttori sono cattolici “maturi o "adulti"?”)ai direttori di L’Avvenire e Famiglia Cristiana di prendere le distanze dalle posizioni del loro Bertone(meno male che fra due anni diventa emerito e non potrà più far danno)Umberto Folena il 13 settembre 2011 sull’ L’Avvenire ha scritto: “ i Comuni hanno gli strumenti per accertare l’infrazione e far pagare quanto dovuto”. Non prendiamoci in giro, il sindaco è soggetto a troppe pressioni da parte per esempio del vescovo. Sia piuttosto la Guardia di Finanza a fare gli accertamenti. Comunque io rimango dell’opinione con calcoli fatti a naso che la Chiesa, fatti bene i calcoli, risulterà creditrice. Solo così i vari Espresso, micro mega, don Farinella (e continuano a chiamarlo don, e lui per modestia aggiunge, prete) saranno ben serviti.Ciao

Postato da paracchini64 il 08/12/2011 21:48

Ne ho fatto un post anche nel mio blog, su questo tema. Ho messo anche i riferimenti su come stanno le cose con il dossier di Avvenire. Pensate che qualcuno abbia letto le informazioni? Nessuno: tutti sono partiti di preconcetto nello sparare a zero sulla chiesa che non sta facendo niente, che anzi si avvale dei suoi privilegi per guadagnarci su.... Vi è un mare di disinformazione che viene diffusa con tutti i mezzi di comunicazione, che fa quasi paura. È al pari delle altre campagne contro il Papa che ci sono state e continuano a prosperare...

Postato da paracchini64 il 08/12/2011 21:47

Ne ho fatto un post anche nel mio blog, su questo tema. Ho messo anche i riferimenti su come stanno le cose con il dossier di Avvenire. Pensate che qualcuno abbia letto le informazioni? Nessuno: tutti sono partiti di preconcetto nello sparare a zero sulla chiesa che non sta facendo niente, che anzi si avvale dei suoi privilegi per guadagnarci su.... Vi è un mare di disinformazione che viene diffusa con tutti i mezzi di comunicazione, che fa quasi paura. È al pari delle altre campagne contro il Papa che ci sono state e continuano a prosperare...

Postato da miche il 08/12/2011 19:17

intanto siete indagati dalla UE per concorrenza sleale, poi fate come vi pare, tanto l'avete sempre fatto comunque, detto per inciso, il socialismo è la dottrina politica più vicina al cristianesimo che sia mai stata proposta: leggete il vangelo e leggete i passi del capitale dove si parla dello sfruttamento e della necessità di ribaltare la situazione per il bene dei poveri.

Postato da Europio il 08/12/2011 18:57

mi pare evidente da quanto scritto da Libero Leo che la normativa sull'esenzione dall'ici debba essere modificata, e sarebbe un'ottima cosa se la offerta, o richiesta, o proposta di modifica, ovviamente in termini generici e non dettagliati, venisse proprio dalla Chiesa. I primi cristiani davanti ai loro persecutori si difendevano dicento che pagavano le tasse, mi sembrerebbe una forma di ritorno alle origini particolarmente esemplare, significativa ed apprezzabile in questi difficili momenti...

Postato da Libero Leo il 08/12/2011 16:32

Mi pare che le argomentazioni di Francesco Anfossi non dicono molto di concreto e non fanno chiarezza; anzi, alimentano la contrapposizione. Più concreto è quanto scrive Corriere.it, che sintetizzo. L’ICI fin dall’inizio (1992) fu esclusa per tutti gli immobili ecclesiastici che ospitassero attività considerate «particolarmente meritevoli». Dicitura ambigua sulla quale intervenne la Cassazione (nel 2004) stabilendo che l'esenzione sarebbe dovuta spettare solo alle unità all'interno delle quali si svolga «un'attività effettivamente meritoria e legata al culto». Il governo Prodi (agosto 2006) ha introdotto l’esenzione limitatamente agli immobili non esclusivamente commerciali. Pertanto, se all’interno dell’immobile destinato ad attività commerciale c’è anche una piccola parte destinata ad attività religiose o non commerciali, l’intero edificio è esente. E’ evidente che questa norma consente di esentare facilmente gli immobili. Un grande immobile usato per stampare un giornale diventa esente se al suo interno c’è una piccolissima chiesa o un locale dedicato alla preghiera. La legge attuale esenta questo immobile. Ma è giusto, o non è giusto, che sia esente? Rimane poi il problema dei tanti edifici non usati. Sono esenti, o non sono esenti?

Postato da Federico47 il 08/12/2011 15:04

Carissimo Sig.Scaglione le sono infinitamente grato per non aver né pubblicato, né risposto alla mia replica contenete due conticini, facili facili. sull’ uso che la chiesa fa del denaro che immeritatamente le viene elargito. La mia gratitudine deriva dal fatto di avermi così confortato con la conferma, aldilà di ogni ragionevole dubbio, della giustezza delle mie posizioni, e sulla obiettività e buona fede con cui la stampa “cattolica” si muove su questi argomenti, ma del resto non posso biasimarla, anche lei “tiene famiglia” ! La saluto cordialmente e, visto che con tutta probabilità, non ci sentiremo più, a Lei ed alla sua Famiglia (cristiana) invio i miei migliori auguri di buone Feste ! PS inoltre, dai messaggi che vedo pubblicati, e considerandoli solo una percentuale di quelli che effettivamente ricevete su questo argomento, mi pare che riceviate più pernacchie che applausi, mi scusi l’ espressione un po’da caserma ma non riesco a trovarne una migliore !

Postato da dino avanzi il 08/12/2011 14:48

Cosa pensate delle affermazioni di don Farinella contenute nell'articolo:" Il Vaticano scivola sull'Ici. osi la Chiesa aggira l'imposta sugli immobili" Di Sergio Colombo. ?

Postato da dino avanzi il 08/12/2011 14:37

Vi trasmetto per conoscenza articolo aapparso su "LEttera 43"Il Vaticano scivola sull'Ici Così la Chiesa aggira l'imposta sugli immobili. di Sergio Colombo .(© La presse) Il cardinal Tarcisio Bertone. .Leggi Ici, pensi Vaticano. E impazza la polemica. Era accaduto ad agosto, con la manovra bis varata dal governo Berlusconi. È successo oggi, con il pacchetto targato Mario Monti. Il punto è sempre lo stesso: le esenzioni concesse alla Chiesa. Secondo molti dovrebbero essere cancellate, soprattutto in un momento in cui a tutti si chiedono sacrifici: le iniziative in questo senso non mancano. Il 7 dicembre, 20 deputati del Partito democratico (Pd) hanno presentato una mozione per impegnare il governo «ad attivare le necessarie procedure» affinché il 30% del gettito Ici arrivi dal patrimonio immobiliare della Chiesa. Un mancato introito, quello generato dalle esenzioni al Vaticano, che, secondo l'Associazione dei Comuni italiani, nel 2005 ammontava a più di 400 milioni di euro: la cifra oggi - alla luce della rivalutazione degli estimi - sfiora i 700 milioni. MICROMEGA: UN PRIVILEGIO IGNOBILE DA ABOLIRE. Ad appellarsi all'esecutivo del professor Monti sono in molti, dal leader dell'Italia dei valori (Idv), Antonio Di Pietro, al governatore del Lazio, Renata Polverini («L'Ici è una tassa che deve ritornare per tutti», ha dichiarato). Il senatore della Lega Nord Piergiorgio Stiffoni si è provocatoriamente rivolto al segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, chiedendogli se il plauso alla manovra, proferito il 6 dicembre, derivasse forse dal fatto che i provvedimenti in questione non colpiscono i beni della Chiesa. Fuori dalla politica ufficiale è arrivato l'appello di Micromega: a Monti perché «abolisca questo ignobile privilegio» e ai lettori perché lo firmino online. Casini fa scudo sulla Chiesa. E Famiglia Cristiana attacca una pagina Facebook (© La Presse) Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc. .In difesa del Vaticano è prontamente accorso il leader dell'Unione di centro (Udc), Pier Ferdinando Casini, che ha parlato di una «falsa polemica nata sul nulla, che come tale va spenta». Sulla stessa lunghezza d'onda le parlamentari del Terzo Polo Emanuela Baio e Paola Binetti, secondo cui si tratta di «miti da sfatare una volta per tutte». A scendere in campo sono anche gli organi di stampa cattolici. Famiglia Cristiana ha definito sprovveduti, laicisti e tafazisti le persone che hanno aderito alla pagina Facebook VaticanoPagaTu, aperta nei mesi scorsi. Dura la replica dei promotori: «Piuttosto che pensare a noi, farebbero bene a prendere ad esempio dalla Chiesa ortodossa, che in Grecia ha detto di essere pronta a cedere parte del suo vasto patrimonio immobiliare per aiutare il Paese a contrastare la grave crisi. Noi invece gli chiediamo solo di pagare le tasse». AVVENIRE: ESENZIONI PER TUTTE LE RELIGIONI. Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, ha tuonato: «Le esenzioni previste per le attività solidali e culturali svolte senza l'obiettivo di guadagnarci riguardano non solo la Chiesa cattolica ma ogni altra religione che abbia intese con lo Stato italiano e ogni altra attività non profit di qualunque ispirazione, laica o religiosa». Tarquinio, poi, ha spiegato: «Le attività commerciali svolte da enti e realtà riconducibili alla Chiesa sono tenute a pagare l'Ici sugli immobili che le ospitano e tutte le altre imposte previste esattamente come ogni attività commerciale». Don Paolo svela il trucco: «Basta una cappella comunicante...» (© Ansa) Mario Monti, presidente del Consiglio. .Il nodo è delicato, certo. Ma c'é chi ha deciso di scioglierlo con molta chiarezza. Don Paolo Farinella, parroco in una chiesa di San Torpete a Genova, è uscito allo scoperto: «Sì, pago l'Ici per gli appartamenti di pertinenza della parrocchia e, come me, tanti altri sacerdoti in tutta Italia». La parrocchia di don Farinella è proprietaria di sei appartamenti, ricavati nell'edificio storicamente parte della struttura della chiesa, che risale al 1100 e per questo è sotto il vincolo della Soprintendenza. Le case sono date in affitto, con un canone che non supera i 200 euro: «I rapporti amministrativi e con gli affittuari, compresa la riscossione degli affitti, sono gestiti da un'apposita cooperativa. Per quando riguarda l'Ici, ho dato mandato a un commercialista per i versamenti dovuti». IL PRETE: SITUAZIONI SCORRETTE E IMMORALI. Il problema, secondo il prete, «sono le strutture di istituti religiosi che fanno attività alberghiera, turismo». Il riferimento è a tutti quegli «enti che fanno attività alberghiera e non pagano l'Ici perché c'é una cappella comunicante con le strutture ricettive». Don Farinella non ha usato mezzi termini: sono situazioni «scorrette, immorali da un punto di vista della dottrina della Chiesa e ingiuste sul piano fiscale». Quindi la soluzione: «Solo le chiese, le canoniche e i locali in cui si svolge attività pastorale andrebbero esentati». Il suggerimento è valido e viene dall'interno. Ora, la palla ora passa al professore. Mercoledì, 07 Dicembre 2011

Postato da imma sò il 08/12/2011 14:02

dico solo questo..... IL VATICANO NON PAGA ICI, IRPEF, IRES, IMU, TASSE IMMOBILIARI E DOGANALI, GAS, ACQUA, FOGNE. è TUTTO A CARICO DEI CONTRIBUENTI ITALIANI. possiede quasi il 30 % del patrimonio immobiliare italiano e con l'8 per mille toglie quasi 1 miliardo di euro all'anno all'Italia. Tassare la chiesa e i suoi possedimenti in italia è giusto per gli italiani ! Ma non vi vergognate !?

Postato da carlo121 il 08/12/2011 13:45

Io troverei gravissimo se la Chiesa, o chi in qualche modo la rappresenta, mentisse spudoratamente. Per cui chiedo : " è vero o non è vero che sono esentati dall'ICI tutti quei beni della Chiesa o degli Ordini religiosi che abbiano fini non esclusivamente commerciali" ? Traduzione " E' vero o non è vero che un Seminario che ospiti 20 seminaristi, e affitti ai turisti 80 camere è esente dal pagamento dell'ICI" ? Grazie

Postato da LordHenry il 08/12/2011 12:34

Condivido l'esigenza di non dover generalizzare sostenendo vere o presunte evasioni fiscali da parte della Chiesa però, per onestà intellettuale, va anche detto che la Cassazione ha fissato un principio molto chiaro: "gli immobili di istituti ecclesiastici non possono beneficiare dell’esenzione accordata ad altri tipi di edifici qualora facciano business" http://www.ilsecoloxix.it/Facet/print/Uuid/597281b4-e123-11de-aee9-0003bace870a/Ici_Suore_condannate_a_pagare_maxi_multa_suore_SPEZIA_B_05112009.xml

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice-direttore FC)

Caro Lord Henry,

appunto: ci sono le leggi e ci sono i magistrati per applicarle in ogni caso (e sottolineo "ogni") di cattiva condotta. Ma la campagna "la Chiesa non paga l'Ici" che viene condotta in questi giorni, in un Paese in cui l'evasione fiscale è un fenomeno di massa, è una stupidaggine. Tra l'altro, se si facesse il conto di quante opere assistenziali e di beneficenza la chiesa crea e gestisce, forse si arriverebbe a concludere che lo Stato ci guadagna.
Saluti

Postato da cc il 08/12/2011 11:41

Allego il link dell' inizio di una puntata di report intitolata "il boccone del prete"- programma serio e ben documentato che ha sempre vinto tutte le querele ricevute nel tempo. http://www.youtube.com/watch?v=-BLdH4mUsXA&feature=player_embedded qua c'è anche un altro video http://www.youtube.com/watch?v=tu68ACwhu7s si intitola "alberghi vaticani che non pagano l' Ici: la prova esclusiva" é giunta l' ora che le cose cambino. Basta privilegi

Postato da Europio il 08/12/2011 11:06

ho letto quanto riportato in http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/07/pdl-fli-paghi-anche-chiesa-radicali-scoprono-convitti-usati-come-alberghi/175950/ ed ho visto i video in tale link riportati e devo dire che sono un po'perplesso. E' vero che il segretario di Stato della città del vaticano card. Bertone avrebbe proposto una revisione congiunta con il governo italiano del trattato specificamente sull'argomento ici? sarebbe a mio parere un ottimo segnale, da diffondere il più possibile, una notizia da "prima pagina"... che ne dite?

Postato da ROBERTO TO il 08/12/2011 10:54

quante bugie, il 30% del patrimonio immobiliare appartiene al vaticano, il vaticano è lo stato più ricco e potente del mondo, ha una banca lo ( IOR ),l'istituto vaticano è un vero paradiso (fiscale) in terra, ci sono stati molti scandali e fu accompagnato da infinite leggende e da una scia di cadaveri eccellenti. Michele Sindona avvelenato nel carcere di Voghera, Roberto Calvi impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra, il giudice istruttore Emilio Alessandrini ucciso dai colpi di Prima Linea, l'avvocato Giorgio Ambrosoli freddato da un killer della mafia venuto dall'America al portone di casa. Senza contare il mistero più inquietante, la morte di papa Luciani, dopo soli 33 giorni di pontificato, alla vigilia della decisione di rimuovere Paul Marcinkus e i vertici dello Ior. OVVIAMNTE DIRETE CHE SONO TUTTE MENZOGNE, MA LA VERITA' E CHE PER COLPA DEL VATICANO IN QUESTO PAESE SIAMO INDIETRO DI 20 ANNI RISPETTO A RESTO D'EUROPA, mi chiedo come mai il vaticano non si sposta in polonia visto che questo non è uno stato cattolico, ma laico, almeno li sarebbe in linea con la loro costituzione.

Postato da Federico47 il 08/12/2011 08:10

Mi scusi ma volevo solo aggiungere, che prendo buona nota del fatto che ritenere che la chiesa debba dare di se un' immagine al di sopra di ogni sospetto, è una pretesa "allucinante". Di nuovo cordiali saluti

Postato da Federico47 il 08/12/2011 08:03

Caro Sig. Scaglione Vedo che siamo immancabilmente arrivati alla Chiesa cha fa tanto bene: Scorriamo i rendiconti CEI (non dell’ UAAR) e colleghiamoli con la linea del Vaticano espressa anche dal suo giornale e semplifichiamo: Io ho un patrimonio di centomila euro che gestisco con fini di lucro.(patrimonio “accumulato” che se fosse stato “redistribuito” ai poveri, non esisterebbe o sarebbe di dimensioni infinitamente più ridotte, e questo è sotto il sole) Poi vengo da te a chiederti 10 Euro da dare ad un povero. Tu me li dai ma io al povero ne do solo 2 e 8 me li tengo. Dopo di che vado in giro dicendo che se tu non continui a darmi i 10 euro ma li riduci a 6 o 7 io al povero non do più niente ! Non mi pare il massimo per un’ organizzazione che poi pretende di venirci a fare la morale ! Cordiali saluti

Postato da folgore il 08/12/2011 00:13

Scusate, ma se non date delle prove le cose stanno a ZERO! "Sai, se in un albergo della Chiesa si pone una semplice cappelletta vi è l'esenzione dell'ICI....". Ma dai, siamo seri, volete che l'Agenzia delle Entrate si fermi davanti ad una semplice chiesetta. Se così è vi giuro che nella mia casa faccio costruire immediatamente una chiesa! Mi piacerebbe, pertanto, che vengano fatti degli esempi e non solo dei riferimenti vaghi. In quanto a don Gallo, certo che la Chiesa deve pagare le sue tasse, ma questo è lampante. Chi non le dovesse pagare sia indicato all'Agenzia delle Entrate. Non se ne faccia una generalizzazione.

Postato da markub il 07/12/2011 23:36

Salve, sono uno studente, lavoratore, autonomo, emigrato a malincuore dall'Italia per puri motivi di opportunità, serenità ed ideologia. Leggendo i Vostri commenti, non nego di apprezzarne la cordialità, la forma e la dialettica pregevoli. Tuttavia non riesco a capacitarmi, mi rivolgo ai difensori, e pertanto anche agli addetti ai lavori, di codesta testata, di un presupposto che Voi date per scontato, anzi due. Il primo è che ad una persona che oggi nasce su codesto pianeta, deve interessare uno stato estero a tutti gli effetti, che detiene possedimenti a mo' di 'ambasciata', intoccabili, protetti da un'aura di santità soggettivamente riconoscibile, in tutto il mondo. Ammettiamo che per convenzione e per andare incontro alla maggior parte della popolazione di numerosi paesi che risulta essere credente nella Fede Cristiana, si accettino queste strutture in quanto aiuto materiale ai bisognosi, sollievo spirituale ai fedeli, centro di recupero per coloro che si sono persi. Non posso negare questo tipo di attività svolto nelle parrocchie, né tantomeno la virtuosità di questi atti. Ma mi sorge una domanda spontanea, se permettete: se il messaggio di Cristo, portatore sulla terra secondo la Fede Cristiana di un grande manifesto dell’Humilitas,si ispira a certi valori, perché in suo nome si fanno opere di bene come le sovra elencate, ma si spendono anche dei soldi per beni terreni, quali automobili, gioielli, manifesti, pubblicità, propaganda? Ed ancora: se i soldi derivano da offerta, non dovrebbero essere devoluti a opere di bene, che non riguardano sicuramente beni privati dei sacerdoti? E se sono oggetto di guadagno, lucro o come lo si voglia chiamare, in quanto non in atto sul territorio della Città del Vaticano, ma di altri stati, perché devono essere esenti da tasse? Vi giustificherete dicendo che anche i sacerdoti sono uomini, anche loro hanno i loro bisogni. Ebbene io rispondo che anche io ho i miei bisogni, ho il diritto di fare delle scelte, e qualunque esse siano ho l’obbligo di pagare le tasse per il servizio che lo Stato offre e di cui io usufruisco. Le mie tasse vanno anche al Vostro Stato, di cui io non faccio parte e del quale i servizi non mi interessano. Chiunque scelga di diventare sacerdote, fa una scelta che non può e non deve gravare sulle tasche altrui, in forma di sovrattassa. Innanzitutto perché la mia libertà, finisce laddove inizia quella di un altro. Secondariamente perché, lo dicono le Vostre Sacre Scritture, alla stregua di Dio siamo tutti uguali. Mi sembra ovvio che, laddove si presenti un guadagno derivante da ciò che è lecito chiamare un mestiere, ossia quello del sacerdote, vi sia una tassa conforme con le leggi in atto del paese di cui il sacerdote è cittadino, e che questo paghi la tassa sulla sua prima casa, da distinguere dagli immobili di carità e di culto, laddove presente nei vari paesi. Il secondo punto è: perché si parla nell’articolo sopra di laicità come di una cosa spregevole? La laicità non è forse un modo di comportarsi, di vedere il mondo in maniera disponibile, aperta, e priva di pregiudizio religioso verso ogni uomo o donna? Perché devo considerare le opere della Chiesa come opere di sola carità, e non anche di mantenimento di un apparato di dipendenti, dirigenti, con i loro comfort e compensi? Perché non posso considerare questa struttura un’azienda di fatto, che agisce in buona fede, ma che ha anche degli introiti? Questo mio atteggiamento oggettivo (almeno di tale intenzione) e laico è forse offensivo? E’ forse contro la carità, contro l’aiuto alle classi più povere, alla libertà di culto e al recupero dei bambini che crescono con le regole della strada? Non vorrei peccare di presunzione, ma mi pare una strumentalizzazione bella e buona. Se si parla male della Chiesa, anche se di alcune sue ‘mele marce’, si agisce ingiustamente perché quest’ultime sono solo la minoranza. Quando però si parla bene della Chiesa, si parla come se la Chiesa fosse solo beneficienza, carità appunto e i sacerdoti stessero tutti in fila a fare dichiarazioni dei redditi. Siccome i tempi in cui si poteva puntare all’ignoranza della gente, mi auguro, sono finiti, vorrei che la Chiesa, e i suoi Ciceroni, riescano a trovare la forza di tacere di fronte a certe obiezioni a loro rivolte, se non ammettere importanti verità (non sono troppo ottimista su quest’ultima alternativa). Fare questo tipo di arringa non solo offende, a mio modesto avviso, la cultura, l’intelligenza e l’apertura mentale di ogni lettore, ma non giova neanche al fautore di cotanto sforzo perché, presupponendone la grande conoscenza, la cultura e la capacità di pensiero, ci troviamo di fronte a un forte contrasto tra ciò che si vede e ciò che si va narrando. Sarei lieto di ricevere delle risposte razionali alle mie domande ed obiezioni, qualora i Destinatari avessero il piacere di cogliere il mio invito. Cordiali Saluti Marcin Kubik p.s. Non posso, in una piccola parentesi, non rispondere al commento dell’Egregio Vice Direttore Fulvio Scaglione, il quale pretende di affermare che la Chiesa non deve dimostrare alcuna innocenza. Se si partisse da questo presupposto, ebbene dovremmo abolire le dichiarazioni dei redditi ed ogni forma di controllo della legalità, il che porterebbe allo sfascio della società. Ricordiamo che ‘homo homini lupus’, e per me sono ‘homines’ anche i sacerdoti. Come si può affermare, occupando dei territori di uno stato, più o meno lecitamente (mi riservo di sottolineare la totale soggettività della mia affermazione), pretendendo di avere un’influenza sulla vita politica di quest’ultimo, e pertanto presentandosi come un organismo importante di un paese, di non dover dichiarare nulla, di non doversi esporre al controllo di routine che tocca, o perlomeno dovrebbe toccare, a tutti i cittadini? Siete forse un po’, permettetemi l’assurdità, più uguali degli altri? Se non c’è nulla da nascondere, perché non si fa luce sui soldi pubblici, e quindi anche miei, che finiscono nelle casse del Vaticano sotto forma di fondi per i musei o a pro di fondazioni no-profit. Se è tutto in regola e di buona intenzione, perché non farsene vanto, come Vi fate vanto di altro?

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice-direttore FC)

Caro Markub,

sulle Sue considerazioni non intervengo. Solo due cose. 
Primo: non è vero (giusto per capirci: NON E' VERO) che le opere in qualche modo riconducibili alla chiesa cattolica non pagano l'Ici. Secondo le leggi vigenti, alcune non la pagano (per le ragioni previste appunto nella legislazione) e molte altre la pagano regolarmente. Un piccolo esempio: la nostra casa editrice ha delle librerie che pagano regolarmente tutte le tasse previste, Ici compresa.
Secondo: quando dico che la Chiesa non deve dimostrare niente, mi riferisco alla campagna-linciaggio appunto condotta al motto di "la Chiesa non paga l'Ici", che è falso. Ma per tutto il resto è ovvio che la Chiesa e gli uomini di Chiesa devono rispondere, per le loro attività materiali, alle leggi dello Stato. Cosa che infatti avviene, a proposito di tasse, per opera dell'Agenzia delle entrate. Eventuali irregolarità vanno punite.
Cordiali saluti 

Postato da Guidonapoli il 07/12/2011 23:12

Io non so francamente quali cespiti della Chiesa siano soggetti già a tassazione e quali non lo sono perchè producono o meno lucro o sono semplicemente luoghi di culto o di assistenza, una cosa è certa a questo punto: anche Monti e Catricalà non ci hanno capito niente perchè quando qualcuno ha provato a rivolgere loro questa domanda e cioè come mai gli immobili della Chiesa non sono stati considerati per quanto riguarda l'IMU, entrambi hanno risposto: "Non ci abbiamo pensato". Siamo davvero sicuri che la Chiesa paga l'IMU o l'ICI sulle tante case di proprietà ricevute in eredità e che dà in affitto (a prezzi non proprio stracciati, anche questo va detto ....) ?

Postato da Michele Lanzillotta il 07/12/2011 22:15

Credo che il discorso dell'ici anche per le proprietà eclesiastiche dove si svolgono attività commerciali mi sembra giustissimo, non dimentichiamoci che non pagando come tuuti gli altri si fa una concorrenza sleale. Nessuno vuole far pagare ici o patrimonili alle parrocchie o alle mense della caritas oppure alle abitazioni dei parroci, ma semplicemente se si fa un attività economica tutti sono soggetti alle stesse regole, una democrazia cosi funziona. Michele Lanzillotta

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice-direttore FC)

Caro Lanzillotta,

è talmente giusto che già funziona così. Chi dice il contrario, facendo di ogni erba un fascio, o non sa o mente. Se ci sono irregolarità o violazioni della legge, che siano punite.
Saluti

Postato da Giancarlo1959 il 07/12/2011 21:16

se io sono un ingenuo come mi spiegate questo:http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/07/pdl-fli-paghi-anche-chiesa-radicali-scoprono-convitti-usati-come-alberghi/175950/ a quanto pare siamo in tanti. Credo che la trasparenza sia sempre la miglior risposta e di trasparenza, parlo del clero che decide, non del sacerdote del paese, ce ne è poca. Poi se vi basta dare dell'ingenuo a chi la pensa in modo diverso invece che rispondere con i fatti buon per voi. Buona giornata

Postato da Federico47 il 07/12/2011 19:40

Caro signor Scaglione, mettiamola così, la chiesa è "imputata" nell' opinione della gente. Il sospetto corre, ma se non si fuga, il sospetto diviene certezza. Chi va predicando di "morale" dovrebbe essere sensibile a questi temi. Ma evidentemente di fronte ai sodi ! La saluto cordialmente

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice-direttore FC)

Caro Federico,

a parte l'allucinante concetto del diritto (la gente ti sospetta, se non la convinci sei colpevole), sia il nostro sito sia Famiglia Cristiana sia altri giornali hanno ampiamente illustrato la realtà delle cose. che altro dovremmo fare?
Inoltre: non abbiamo bisogno di prediche per sapere che spesso l'immagine che gli uomini di Chiesa danno di sé non è ideale. Curiosamente, però, i critici come Lei citano sempre e solo quelli. Perché non ricordare le infinite opere assistenziali che la chiesa costruisce e gestisce, in Italia e in molti altri Paesi, compresi i più poveri e difficili (quelli, per dire, dove impazza anche l'Aids)? Perché non ricordare i fondi di solidarietà alle famiglie in difficoltà economica accesi dalle diocesi in tutta Italia negli anni scorsi? Vuole che vada avanti con l'elenco? Parlare di "Chiesa" tout court, come di un'unica congrega di truffatori ed evasori fiscali, è un'aberrazione intellettuale.
Saluti

Postato da Federico47 il 07/12/2011 18:06

In sede penale è l' accusa che deve dimostrare la colpevolezza dell' imputato mentre in sede civile è il cittadino che deme dimostrare la propria innocenza. Quindi per mettere fine a questa querelle, dato che ormai il bubbone è finalmente scoppiato e cittadini vessati sono giustamente indignati verso incomprensibili privilegi, gli enti ecclsiastici qualunque cosa gestiscono DIMOSTRINO di essere in regola con il fisco (e con la loro coscienza) e si potrà finalmente mettere la parola fina alla faccenda. Le semplici "dichiarazioni" non servono e non bastano !

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice-direttore FC)

Caro Federico,

chiedo umilmente scusa ma questa è una delle maggiori sciocchezze che abbia sentito negli ultimi tempi. Primo: tutte le polemiche sono lecite ma la Chiesa non deve dimostrare alcuna "innocenza" non essendo sotto accusa. Non c'è alcun procedimento, né civile né penale. Secondo: come Lei sa, il Fisco fa regolarmente le sue verifiche su persone fisiche e società. Quando trova qualcosa di irregolare interviene, quando non lo trova no. Dunque, se non interviene...
Cordiali saluti

Postato da 19621982 il 07/12/2011 17:59

Premesso che condivido in pieno l'articolo, devo dire (conscio di essere forse il solo) che ritengo il riferimento al "Tafazzismo" (peraltro ormai entrato nel vocabolario comune) se non volgare, quantomeno inadatto allo stile che contraddistingue questo giornale. La bravura del giornalista saprà senz'altro trovare modi migliori di usare l'arma dell'ironia, senza adattarsi alla grettezza che la televisione ci inculca. Con immutata stima.

Postato da itised83 il 07/12/2011 17:29

Caro brunoi, lei è mai stato costretto con la violenza a prostituirsi? Lei è mai rimasto incinto di gente sconosciuta? Perché giudica chi non la pensa come lei, in questo caso sull'aborto, come se fosse una lesa maestà? Perché pretende che gli altri rispettino i suoi modi di vedere le cose, se non sono i loro? Crede che Don Gallo non sarebbe felice di pagare le tasse, se ciò fosse conseguenza di una legge che ormai, per la stragrande maggioranza della gente, sarebbe più che giusta? Provi a esprimere le sue convinzioni sulle bacheche di repubblica o ilfattoquotidiano e non via mail privata, vedrà che non la cestina nessuno. Chiudo citando Monti a una domanda fattagli in conferenza stampa da un giornalista straniero: "Avete pensato ad estendere il pagamento dell’Ici anche alla Chiesa Cattolica?" Risposta: "E’ una questione che non ci siamo ancora posti". In tutta sincerità, se fosse vero ciò che ha scritto Anfossi, io mi aspetterei più un "Basta polemiche, la Chiesa paga già l'ICI".

Postato da alexVV il 07/12/2011 16:54

A parte le oggettive verità che ho scritto nel commento precedente, non si può non registrare il grande imbarazzo dei gerarchi cattolici quando l'opinione pubblica li mette così facilmente all'angolo. Facilmente a causa della deriva commerciale ed egoistica presa dalla chiesa cattolica (a differenza di altre religioni cristiane che non a caso stanno guadagnando consensi in tutto il mondo, al contrario della chiesa di Roma che perde via via credibilità). Io stesso ho registrato comprensibile (diciamo pure doveroso) imbarazzo quando un prelato di livello piuttosto alto, a una mia specifica domanda, confessò tutta la sua vergogna per il fatto che mentre le Chiese Valdesi, Evangeliche e Metodiste destinano ben l'80 (ottanta) per cento dell'8 per mille a opere di beneficienza, la chiesa cattolica non destina a beneficenza più del 20 (venti) per cento. E sono dati ufficiali, non smentibili.

Postato da Cristian72 il 07/12/2011 16:53

ambigui Strutture ecclesiastiche dalle finalità ”esclusivamente commerciali” In realtà è da diversi anni e da diverse legislature che ci si chiede se questo privilegio di natura ecclesiastica sia da abbattere. Non stiamo parlando di far pagare l’Ici a mense ed oratori, ma alle strutture ecclesiastiche dalle finalità ”esclusivamente commerciali” come previsto dal Decreto Fiscale collegato alla Legge Finanziaria 2006. Lo fa notare anche Marco Tarquinio, direttore dell’Avvenire, che nell’ editoriale pubblicato stamattina sul quotidiano episcopale, nel manifestare la propria indignazione nei confronti di chi accusa la chiesa di non pagare l’ICI, scrive: Le attività com­merciali svolte da enti e realtà riconducibili al­la Chiesa sono tenute a pagare l’Ici sugli im­mobili che le ospitano e tutte le altre imposte previste esattamente come ogni attività com­merciale. Gli immobili di proprietà di enti re­ligiosi dati in affitto sono assoggettati all’Ici e alle altre forme di tassazione come qualunque altro immobile dato in affitto. Il problema è che Tarquinio dimentica una cosa importante, e cioè che sulla dicitura “esclusivamente” si è fin troppo speculato: basta infatti che all’interno dell’immobile destinato ad attività commerciale si istituisca anche una minima struttura adibita a finalità religiose per assicurare il famigerato privilegio all’intero edificio. Una mossa che l’Unione Europa ha però intuito, portando ad una condanna nei confronti dell’Italia. Peraltro la stessa UE ha stimato il risparmio della Chiesa, nel mancato pagamento dell’Ici, per la cifra di due miliardi di euro.

Postato da alexVV il 07/12/2011 16:41

E' in un certo senso ammirevole, benchè ampiamente fallimentare e ovviamente destinato alla sconfitta, il trito e ritrito tentativo di Famiglia Cristiana di sviare l'attenzione dal problema, nell'illusione di poter ingannare i lettori. Vecchi metodi clericali residuo di un passato che, piaccia o non piaccia all'estremismo cattolico, non tornerà. Non è ripetendo come ossessi "laicisti, laicisti, laicisti" (termine che peraltro suscita solo ilarità negli italiani) che il clericalismo può illudersi di nascondere la verità, e cioè i tantissimi esercizi di finto culto e in realtà adibiti principalmente (o spesso SOLO) al commercio e ad altre attività di lucro, vedi hotel. Per vostra sfortuna, gli italiani si sono giustamente indignati nel vedere, e il tutto è DIMOSTRATO da inchieste televisive e giornalistiche (e da testimonianze dirette!) che edifici che il clero spaccia per residenze per preti, sono in realtà hotel a 3, 4 o 5 stelle, sui quali la chiesa lucra senza freni e vergognosamente senza pagare un euro di ICI. Idem per tanti negozi spacciati per luoghi di culto. Lo scandalo è enorme e suscita doveroso sdegno negli stessi cattolici, e non è evitando l'argomento (come lo evita questo articolo) che potere illudervi di essere creduti. Nessuno si può quindi meravigliare del fatto che la chiesa cattolica è oggi ai suoi minimi storici di credibilità.

Postato da nicolag il 07/12/2011 16:16

In questo triste momento in cui le famiglie italiane a basso reddito vengono messe sotto torchio in via diretta o indiretta (vedi imposta sui consumi anche primari e sul carburante per auto a cui fanno ricorso quotidiano i lavoratori che si recano fuori sede), non sarebbe affatto assurdo che anche alla Chiesa Cattolica e alle altre Confessioni religiose venga chiesto un sacrificio volto non alla diminuzione delle attività benefiche,ma alla diminuzione delle spese strutturali e superflue a cui fanno frequentemente ricorso le alte sfere ecclesiastiche. Oltre a una rivisitazione delle esenzione ICI ,un dimezzamento al 4 per mille (dall’attuale 8 per mille) del flusso annuale IRPEF ,esplicitamente concordato o meglio richiesto dalle stesse Confessioni Religiose, con obbligo di destinazione a PROVVIDENZE PER LA FAMIGLIA, verrebbe apprezzato sia dal mondo laico, che dagli stessi fedeli,sempre più inclini,pare, a riflettere sull’opportunità di continuare a scegliere la tradizionale destinazione. E’ da rilevare,intanto,che la immissione nella compagine governativa di eminenti personalità di provenienza del mondo cattolico non ha influito affatto a dare alla manovra quella equità che ci si aspettava,peraltro più volte ripetuta e promessa. Il pianto della Ministro Fornero lo ha ben messo in luce. Il Segretario del Pdl Alfano si è perfino vantato di aver evitato quel po’ di sacrificio in più,che non avrebbe affatto influito sul corrispondente tenore di vita, ai possessori di reddito da 75.000 in su e di aver decisamente ostacolato l’istituzione –assolutamente non voluta dall’ex Premier che continua a dirigere in qualche modo il gioco da bordo campo- dell’IMPOSTA SUI GROSSI PATRIMONI. Una tempestiva intervista al Cardinale Bertone sarebbe proprio opportuna da parte di questa meritoria rivista,seguita fiduciosamente da tanti Italiani. Come,anche,se possibile un particolare risalto alla proposta della Gabanelli fatta in una puntata di Report sulla eliminazione del contante nelle transazioni,a prima vista assurda,ma in Italia più che opportuna,sia per contrastare efficacemente l’evasione che il malaffare. Anche in quel caso la destinazione dei sicuri maggiori flussi di entrate tributarie potrebbe e dovrebbe andare a beneficio DELLA FAMIGLIA , delle piccole imprese e di chi sta avviando un lavoro autonomo,anche di carattere professionale . E’ superfluo evidenziare che i minori costi per le banche (gestire il contante costa parecchio)dovrebbe consentire la completa esenzione da spese e commissioni sia per la emissione che per la gestione delle carte di pagamento (bancomat,postamat o similari).

Postato da Marco Poli il 07/12/2011 16:02

Perché il signor Francesco Anfossi è una persona così disinformata sulla materia ICI? Se è fatto involontariamente è gravissimo perché indica poca professionalità nel suo campo e molto "bigottismo". Se è fatto volontariamente è ancora più grave perché fa chiaramente DISINFORMAZIONE. Il problema è che moltissimi alberghi, pensioni e cose varie della chiesa NON pagano l'ICI perché la legge dice che le attività "non prettamente commerciali" non devono pagarla. Ma un albergo è un albergo, e deve pagare come tutti. Sono stati fatti anche dei servizi in tv dove vengono filmati alberghi (dove basta pagare per dormire, senza obblighi religiosi) della Chiesa che non pagano l'ICI. Signore Anfossi, perché questa cosa non la dice? Perché fa disinformazione?

Postato da folgore il 07/12/2011 15:03

Vede vice direttore, serve sempre un "nemico" su cui scaricare la responsabilità di tutto. Prima c'era lui, il Premier, che si diceva sbagliasse tutto. Ora che c'è chi non viene toccato dalla critica la responsabilità della crisi, ha notato, ricade sulla Premier tedesca che non vuole i bond europei. O sulla Chiesa che non paga l'Ici. Solita solfa, solita canzone. Ma lo sanno i "soliti" che non solo la Chiesa non paga l'ICI (in certe situazioni immobiliari) ma manco le altre religioni o anche associazioni. ABOLIAMO TUTTE LE ESENZIONI? Bene, ma poi non protestiamo delle conseguenze.

Postato da brunoi il 25/09/2011 18:33

Tundo,ci sarebbero due motivi per cui non meriterebbe risposta: 1) lei ha paragonato la Chiesa alla Mafia. 2) ha citato come esempio Don Gallo,un prete che frequenta i salotti televisivi per esaltare se stesso e che anni fa' si vanto'di aver fatto abortire alcune donne extracomunitarie. Dovrebbe sapere che anche la sua comunita'in quanto riconosciuta come ente non profit é esente da ICI.Se fosse passato l'emendamento dei radicali anche don Gallo avrebbe dovuto pagare le tasse. Nelle settimane scorse ho espresso queste miei convinzioni,tramite e-mail a "Repubblica" "Il Fattoquotidiano" e altri gioranli laici,ma mi hanno cestinato.Al contrario Lei trova spazio in una rivista cattolica.Ne capisce la differenza?

Postato da Eros Tundo il 21/09/2011 16:50

Brunoi, per un ateo che dà ragione a lei, io le cito don Gallo che dice che sia giusto che la chiesa paghi le tasse. Inoltre anche papa Luciani disse che la chiesa è esempio di cosa Gesù Cristo ci ha detto di stare lontani. Come vede non è tutto rose e fiori ciò che riguarda gli ambienti ecclesiastici. Lei dice che senza i preti il paese andrebbe a rotoli, e io le rispondo che c'è qualcuno che dice lo stesso della mafia. Quindi vuol dire che la mafia è un bene per l'Italia? Io non credo proprio. E le posso garantire che anche i mafiosi si rendono promotori di opere di beneficenza, e tutto ciò a scopo pubblicitario. La chiesa, come la mafia, spende soldi in attività benefichi pubblicitarie, ma la stragrande maggioranza dei suoi profitti vengono spesi per i due scopi principali: arricchire i suoi consociati e diffondere una dubbia morale. Che poi tutto questo discorso si allontana molto dal motivo che mi ha spinto a scrivere qui. Un gruppo di persone crea una pagina su facebook per dire che la chiesa gode di vantaggi economici ingiustificati. E la chiesa al posto di dire, è vero che godiamo di privilegi ma noi pensiamo di meritarceli, hanno scelto la strada di dare dei bugiardi agli altri, e ciò non è affatto positivo. La chiesa gode di privilegi, è stato ampiamente dimostrato, poi è logico che chi è seguace e condivide la morale della chiesa si risenta a sentire ciò. In ogni caso in nessun altro stato le confessioni religiose ricevono così tanti soldi, tra finanziamenti ed esenzioni, come in Italia. Ciò da solo dovrebbe bastare a far riflettere.

Postato da brunoi il 20/09/2011 14:12

Sig.Tundo,nel post precedente mi sono permesso di citare "Il Manifesto" perche'a suo tempo mise in giro la favola che il Papa calzerebbe scarpe di prada cosi come uso' il termine dispregiativo di "pastore tedesco" riferito a B.16. Mi rendo conto che i suoi pregiudizi e il suo rancore nei confronti della Chiesa sono talmente forti che nessuna argomentazione puo' farle cambiare idea ed é libero di pensarla come vuole. Le ricordo pero'che la stragrande maggioranza della gente,anche di atei obiettivi,pensano diversamente. Un ateo come Gennaro Acquaviva ha detto che se in Italia si fermassero i preti e le parrocchie,si fermerebbe l'Italia. La Chiesa non usa le sue risorse per mandare i suoi preti in crociera o al night,caso mai li manda nel terzo mondo dove spesso ci rimettono anche la vita. La Chiesa non impone nulla a nessuno,in un paese democratico tutti hanno il diritto di esprimere le loro opinioni. La Chiesa difende dei valori che ancor prima di essere cristiani sono umani e basilari per la societa'. Dove vengono meno ne vediamo i risultati.

Postato da Eros Tundo il 19/09/2011 14:34

Per Brunoi: il fatto che lei dica che io leggo solo "il manifesto" dimostra la sua pochezza intellettuale. Lei accusa di comunismo tutti quelli che non la pensano come lei, e che in particolare sono contrari ai privilegi della chiesa. Io non sono comunista, come ho precisato nei post precedenti (se poi lei non li legge non è colpa mia) e quel ridicolo giornale io non l'ho mai letto. Per quanto riguarda l'otto per mille, la quota dello stato viene usata per la chiesa cattolica ben oltre la conservazione dei beni artistici, basta che si legga il resonconto sull'utilizzo dei fondi per capire ciò. Se le scarpe del papa sono di prada o no conta poco, perché è comunque innegabile che il pontefice sia ricoperto d'oro dalla testa ai piedi. La chiesa non è un'associazione benefica, ma è un'industria del servizio che punta al guadagno. la poca beneficenza che fa viene usata a scopo pubblicitario per incassare ulteriori soldi(come detto, la pubblicità è l'anima del commercio). In quanto industri privata è scandaloso che la chiesa intaschi tutti quei soldi dallo stato: non se li merita. Voi volete imporre agli altri la vostra cultura, è questo il problema. Una volta usavate esclusivamente la violenza, ora avete capito che il potere economico fa molto di più della violenza pure, per cui avete spostato il vostro ambito d'azione....

Postato da brunoi il 17/09/2011 12:53

sig.Tundo,forse le sfugge che i fondi dell'8xmille che i contribuenti assegnano allo stato doveva essere utilizzato per il restauro e la conservazione dei beni artistici,invece sono stati utilizzati per finanziare le missioni militari all'estero.I preti svolgono anche un ruolo sociale e gli italiani lo sanno benissimo.Cmq lei non é obbligato a versare l'8xmille alla Chiesa cattolica.Il patrimonio immobiliare della Chiesa viene utilizzato per le sue strutture (dove hanno sede le mense caritas, case di accoglienza per immigrati, poveri ecc? ) Un grande organizzazione come la Chiesa necessita anche di sedi amministrative, seminari scuole ecc..Le ricordo ancora una volta che per gli immobili affittati e per le attivita' commerciali che non hanno scopo sociale la Chiesa ha sempre pagato l'Ici. Le ricordo anche che lo stato in passato ha confiscato alla Chiesa un ingente patrimonio (frutto di lasciti dei fedeli) le cui rendite sono molto piu' dell'8xmille. In questi giorni sono state scritte tante bugie e malvagita'nei sul tema dell'esenzione Ici alla Chiesa. Perfino "Famiglia cristiana" é stata accusata di non pagare le tasse, cosa non vera come ha precisato l'ufficio stampa della San Paolo. Lei involontariamente ha scoperto la sua identita'quando ha menzionato le fantomatiche scarpe di Prada calzate dal Papa. E' stato piu' volte precisato che l'attuale Papa si serve dello stesso ciabattino che ha servito almeno altri 5 Papi e che risiede nei dintorni di San Pietro. Se vuol sapere come stanno le cose non legga solo "Il manifesto" o "Il Fatto quotidiano".

Postato da Eros Tundo il 15/09/2011 20:51

@brunoi: il patrimonio storico artistico potrebbe essere conservato dallo stato, se i soldi dell'otto per mille li tenesse esso, visto che già la sua parte la spende in buona parte per i beni della chiesa cattolica. I preti meritano un compenso, ma non si capisce perché debbano essere i cittadini italiani a pagarglielo. Loro lavorano per un'organizzazione privata, quindi dovrebbero essere ricompensati in base a quanto fanno guadagnare alla loro organizzazione, senza che siano tutti i cittadini a doverli pagare. Le ricordo che la chiesa ha un patrimonio immobiliare ingente, attività commerciali di ogni tipo e in più riceve copiose donazioni dai fedeli. Tali proventi coprirebbero senza problemi gli stipendi dei preti e tante altre cose. Forse rimarrebbero pochi soldi per vestire di prada il papa e dotarlo di una serie di jet privati e altre comodità, e mi sa che il problema è proprio quello...

Postato da brunoi il 15/09/2011 12:41

Sig.Danesi,la campagna dei radicali sull'esenzione ici alla Chiesa é pretestuosa e falsa in quanto non dice la verita'. Tutti gli enti no profit sia di estrazione cattolica che laica sono esenti da Ici anche se svolgono alcune attivita' commerciali.Se i radicali contestano l'esenzione Ici al bar dell'oratorio o all'accoglienza nelle foresteria di un monastero,altrettanto si dovrebbe fare nei confronti degli enti laici (Arci,circli ricreativi,fondazioni ec) che gestiscono bar,mense,campi da tennis,calcetto ecc. Come ho gia'scritto in altri post,gli enti ecclesiastici esenti da Ici sono appena il 4% del totale. E' stato piu' volte chiarito che la Chiesa ha sempre pagato l'Ici per immobili concessi in affitto o per attivita' commerciali che non rispondoni ai canoni della legge 504 del 1992. Se ci fosse qualche caso anomalo andrebbe sanato,ma trovo scorretto accusare tutta la Chiesa di non pagare l'Ici. I radicali piuttosto guardino a casa loro e ci dicano perche'continuano a intascare dallo stato 10 milioni all'anno per trasmettere le sedute del parlamento,un servizio che potrebbe svolgere la Rai. Per la loro propaganda radicale non sono sufficienti i 4 milioni che ricevono dai fondi dell'editoria?

Postato da brunoi il 14/09/2011 18:13

Sig.Tundo,un ateo come Gennaro Acquaviva ha dichiarato che la Chiesa spende bene l'8xmille. Gli italiani sanno che gli introiti dell'8xmille sono utilizzati anche per la conservazione del patrimonio storico-artistico delle Chiese che sono una ricchezza per tutto il paese. Inoltre i Parroci,.che spesso sono gli unici punti di riferimento nei quartieri e nei posti piu' sperduti,non meritano un minimo di compenso? E i locali parrocchiali dove hanno sede le opere caritative e assitenziali non ncessitano di manutenzione? Infine le vorrei ricordare che in passato lo stato ha confiscato alla Chiesa un ingente patrimonio (inngran parte lasciti di fedeli) che non ha mai restituito. L'8xmille é dovuto ed é una minima parte di quanto quel patrimonio rende allo stato.

Postato da nicola danesi il 12/09/2011 14:39

Non sono un nemico della chiesa, credo che all'interno della chiesa come in qualsiasi istituzione umana ci sia del bene e del male. Ma questa difesa risentita e offesa mi ha incuriosito ed ho preso ulteriori informazioni... tra le altre cose ho trovato questo: http://tv.repubblica.it/dossier/crisi-italia-2011/chiesa-e-ici-l-inchiesta-dei-radicali/75698/74060. Non so se è giusto o sbagliato non far pagare l'ici alla chiesa... ma non mi sembra corretto accusare di falsità e pretestuosità la campagna radicale.

Postato da Eros Tundo il 05/09/2011 10:43

Per brunoi: avevo scritto un commento molto articolato, ma non è stato pubblicato. Quindi ora mi limito solo a farle notare come la chiesa riceva più di un miliardo di euro con l'otto per mille, ma spende solo 200 milioni in opere caritatevoli. Quindi il discorso che senza la chiesa lo stato andrebbe in tilt mi sembra alquanto tendenzioso. Detto questo non ho più nulla da dire su questo argomento: mi sembra di aver smentito categoricamente le accuse dell'autore. Poi ognuno è libero di tenersi la sua opinione.

Postato da brunoi il 02/09/2011 22:39

Sig.Tundo,lo sa'che gli enti ecclesiastici no profit esenti da Ici sono appena il 4% del totale degli esentati? Stesso discorso per lo sconto Ires. La maggior parte sono enti no profit di ispirazione laica e di sinistra tipo Arci,circoli culturali e ricreativi ecc,che svolgono pure attivita'commerciali per il proprio sostentamento (gestione campi da tennis,calcetto,mense ecc),ovviamente nel rispetto della legge 904 del 1992. Quindi Lei vorrebbe far pagare l'Ici solo agli enti ecclesiastici? Lei vorrebbe far pagare l'Ici al barrettino dell'oratorio e cosa pensa dei centri sociali che usufruiscono di locali comunali esentasse?In questo momento di crisi economica se non ci fossero le opere della Chiesa lo stato andrebbe in tilt. La Chiesa il danaro che ha non lo usa per mandare i preti nei night club,ma per i bisognosi. In ogni parrocchia d'Italia esistonmo molteplici opere e iniziative di solidarieta'.Se non ci crede vada a vedere.

Postato da Eros Tundo il 02/09/2011 10:50

Gentile redazione, grazie per la risposta. Voi dite che il mio intervento si commenta da sé. Mi sembra un po' una presa in giro. Il bar dell'oratorio è o no un'attività commerciale? Sì! Il castello di cui parlo non paga l'ici perché è un luogo di culto aperto al pubblico in orari prestabiliti, per cui secondo la legge non deve pagare. Ma ciò non impedisce di effettuare commercio. Per quale ragione non devono pagare? Quindi perché deve essere esente? Ma vi rendete conto che in un momento in cui tutti stanno male e devono pagare, solo la chiesa e i politici conservano i loro privilegi? La chiesa è perfettamente in grado di sostentarsi anche senza tutti questi benefici, quindi non è il caso di continuare a concedeglieli. E, come detto in precedenza, l'ici non è l'unica questione. Come si giustifica lo sconto del 50% sull'ires? E la deducibilità fiscale delle donazioni fino a 1032€? Perché alla chiesa sì e al canile municipale no? Non si può continuare a far finta di niente, a distorcere la realtà o a dire che sono tutte menzogne.

Postato da brunoi il 01/09/2011 12:09

che sia stata imbastita una campagna demagogica nei confronti della Chiesa sul tema dell'Ici é sotto gli occhi di tutti. Nelle settimane scorse "Repubblica" ha parlato di un "resort" a 5 stelle a Chiaravalle,nei pressi di Milano dove si pagherebbe 300 a botta.Invece si tratta di un normale monastero cistercense che per una celletta (ne hanno sette) chiedono,a chi desidera fare una esperienza spirituale con i monaci, 40 euro al giorno comprensivo di tre frugali pasti,ma se uno non li ha pazienza. Ovviamente quando la fandonia viene smascherata si guardano bene dal pubblicare una rettifica,cosi i lettori continuano a credere che a Chiaravalle ci sia un hotel a 5 stelle e che la Chiesa ci lucri. Questo é solo un episodio tra i tanti che sono circolati in questi giorni. Come é stato gia' ricordato, i radicali dovrebbero rinunciare ai 9 milioni di euro che ricevono dallo stato per Radio radicale,questi si sprecati in quanto gli italiani gia' pagano il servizio pubblico della Rai e non hanno bisogno di una radio che fa' propaganda ai digiuni di Pannella. Quanti poveri si potrebbero aiutare con quei soldi?

Postato da Eros Tundo il 01/09/2011 11:02

Per F.A. Il fatto che lei parta usando il termine laicismo al posto di laicità, denota la sua scarsa volontà di confronto. Essa è inoltre accentuata dal fatto che lei consideri menzogna tutto quello quello che noi diciamo, senza portare prova. Nessuno e ripeto nessuno ha mai detto che la chiesa non paga l'ICI sulle attività riconosciute come commerciali. Quello su cui si sta puntando il dito sono tutte le attività commerciali all'interno di luoghi considerati di culto o destinate ad attività sportiva, e quindi esenti dal pagamento di tale tassa. Gli oratori non devono pagare l'ici, però all'interno di essi ci sono i bar, e non si può negare che svolgano commercio. Per non parlare di quando ci sono feste patronali o altro dove tali strutture diventano dei ristoranti a tutti gli effetti. E non è che i prezzi siano di favore: la lattina di aranciata la pago lo stesso al bar dell'oratorio o al bar della stazione. E tutte le abbazie e conventi che svolgono attività alberghiera? Sono fantasie? Abbazia di santa Giustina di Padova, Convento di San Francesco del Deserto a Venezia, Abbazia di Rosazzo di Manzano a Udine sono solo alcuni esempi delle numerosissime strutture che non pagano l'ici ma svolgono un'attività commerciale. Alcune di queste strutture offrono addirittura un sistema di prenotazione dal loro sito internet. Più business di questo... Altre offrono un catalogo dei prodotti da loro venduti, quali miele e liquori vari. Nel mio paese c'è un castello dei missionari, struttura esentata dal pagamento dell'ici. Quando ero bambino ricordo che a natale andavamo a vedere il loro presepe, e ricordo bene che alla fine, prima di raggiungere l'uscita si passava per una fila interminabile di bancarelle dove veniva venduto di tutto. Anche i seminari non sono estranei a queste pratiche. Ho avuto un fratello che è stato in seminario per tre anni, e ricordo che quando andavamo a trovarlo in occasione di feste o quant'altro, c'era la possibilità di acquistare cibo e varia merce. Lei continua a dire che queste sono tutte menzogne satano-comuniste, e quindi invito a smentire ogni punto da me elencato. Inoltre puntualizzo che l'ICI è solo una delle tante questioni in gioco. Vogliamo parlare dell'IRES? La invito a leggere il commento più in basso. E la deducibilità dall'IRPEF per le donazioni fino a 1032€ destinate alle confessioni religiose? Sono tutte fantasie della mia mente?

Risposta della Redazione

il fatto che lei voglia far pagare l'Ici al bar dell'oratorio o al ristorante improvvisato sui tavoli della parrocchia si commenta da sè. Quanto al suo presunto "castello" mi pare davvero strano che i proprietari non paghino. A meno che non si tratti del solito miele e del pollame offerti ai visitatori dei monasteri (e lei farebbe pagare ai proveri monaci l'Ici per quattro uova o qualche lavanda?). Quanto ai pensionati, lo ripeto per l'ennesima volta: se non sono enti non profit pagano l'Ici fino all'ultimo centesimo. (f.a.).

ps: laicità è termine non idoneo a chi è critico verso la Chiesa. E più adatto il termine laicismo. Non lo dico io. Lo dice il vocabolario.

Postato da clagio il 01/09/2011 10:35

La questione dell'ICI, come altre questioni "economico/finanziarie legate alla Chiesa" sono messe in discussione anche da membri della Chiesa stessa. Bisogna togliere di torno l'ipocrisia e valutare serenamente e "CON VERITA" le varie situazioni. E allora si scoprirà che veri e propri "residences" di suore in luoghi di villeggiatura sono spesso "camuffati" da "strutture sociali per le famiglie" ecc..

Postato da massimo7377 il 30/08/2011 03:57

Alberghi, scuole, cinema, cliniche, patrimoni immobiliari e altro, di proprietà della Chiesa, non sono affatto opere di bene, come Avvenire e Famiglia Cristiana tentano maldestramente di far credere. Sono servizi rigorosamente a pagamento per l’utenza, e per giunta dalle tariffe esorbitanti. Con tutto il rispetto, si rischia il ridicolo sostenendo che rappresentino una rete di protezione sociale. Le espressioni “no profit”, o “non commerciale”, non significano che un’azienda sia un’opera pia, ma semplicemente che gli utili vengono reinvestiti nell’attività, piuttosto che incassati dall’investitore. Questa particolarità, squisitamente fiscale, non inficia per nulla la ragione fondamentale dell’impresa, che rimane dedita al guadagno dell’investitore. Nessuna carità verso i deboli insomma, solo un modo diverso di fare impresa. Pienamente legittimo, sia chiaro. Ma la pretesa di non pagare tutte le imposte previste per le analoghe attività gestite da altro genere di organismi, è oggettivamente irragionevole e anche indifendibile. La Chiesa rifletta. I giornali della Chiesa, pure riflettano. Possibilmente senza affrettarsi ad additare tutti quali radicali, socialisti, massoni o satanisti.

Risposta di: F.A.

Questa vicenda sulla pretesa esenzione dell'Ici mi ha fatto scoprire una certa faccia del laicismo del 2011 e non è stata una bella scoperta: c'è gente che continua a credere fideisticamente alle frottole anche di fronte all'evidenza, mostrando una devozione al verbo laicista davvero incredibile che sfocia nell'ottusità. Lo ripetiamo per l'ultima volta: alberghi, cinema, proprietà immobiliari e quant'altro, se non rientrano nei parametri dell'universo non profit (di cui gli istituti ecclesiastici sono peraltro una minoranza rispetto alla stragrande maggioranza laica tipo circoli Arci, cooperative e via dicendo) e se non sono istituti di culto PAGANO L'ICI FINO ALL'ULTIMO CENTESIMO!
La storia che basta una cappelletta per trasformare una pensione in un istituto di culto è una LEGGENDA METROPOLITANA grande come un palazzo perché occorre ben altro e i parametri sono severissimi.
La polemica sollevata dunque è un gran polverone basato sul nulla, in cui centinaia di migliaia di italiani si sono butatti dentro come dei lemming.
Amici laicisti, se sostituite la Dea Frottola alla Dea Ragione per le vostre battaglie contro il Vaticano siamo messi davvero male.

Postato da Eros Tundo il 28/08/2011 10:52

Articolo ben scritto che vuol far raggiungere il suo scopo: screditare agli occhi del lettore chi legittimamente pone un problema, che mette in crisi la posizione dominante che la chiesa ha assunto nei secoli, e che ora comporta costi che lo stato italiano non è più in grado di sostenere. Si parte con l'usare i termini "laicismo" e "laicista", parole coniate da intellettuali cattolici per screditare chi la pensa diversamente da loro. Ricordo all'autore che termini più corretti sarebbero "laicità" e "laico", e un articolo che si dovrebbe porre come verità super partes non dovrebbe prescindere dall'uso dei termini più corretti. Ma vista la sede in cui l'articolo compare è più che giusto che si usino termini tendenziosi: non ho nulla in contrario (ognuno raggiunge i suoi scopi come meglio crede, così insegnava Machiavelli), solo faccio notare ciò che non mi piace. Successivamente si passa a dire che tutto è nato dai radicali, ai quali si è aggiunto qualche politico socialista o di rifondazione. E questa è una cosa che non sta né in cielo né in terra: siamo su facebook, la politica lì è malvista, tutte le fazioni non godono di buona considerazione, sono considerate facce della stessa medaglia (visione per me restrittiva, ma utile comunque a far capire che non c'è nulla di politico dietro quella pagina). Io stesso sono elettore della Lega Nord, partito molto vicino alla chiesa cattolica, eppure sono ateo, e non posso fare a meno di essere indignato per i privilegi fiscali di vario genere, di cui le confessioni religiose (non solo la chiesa cattolica) godono. Veniamo ora al concreto. Questo articolo tratta quasi esclusivamente del problema dell'ICI, e ciò è riduttivo, perché in quella pagina gli argomenti trattati sono molto più ampi e coprono quasi tutte le esenzioni fiscali della chiesa. Qui si dice che se la chiesa apre una libreria o qualsivoglia attività commerciale, pagherà l'ici. E chi ha mai affermato il contrario? Ci mancherebbe altro che non fosse così. Quello che indigna è il regime speciale di cui godono i luoghi di culto. L'autore si è dimenticato di citare una norma importantissima: l'art. 7 comma 2bis della legge n.248/2005, che prevede che gli immobili appartenenti non commerciali(tra cui gli enti ecclesiastici) sono esentati dal pagamento dell'ici se destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, oltre che di religione e di culto, a prescindere dalla natura eventualmente commerciale delle stesse. E questa è una dimenticanza fondamentale: secondo questa norma in una chiesa o un oratorio si possono tenere vendite varie, lotterie, pesche, tombolate e altre attività quali feste, dove la gente spende soldi per mangiare, senza dover pagare l'ici. Tutto ciò, a mio parere, è gravissimo. Questa norma è stata approvata per contrastare la giurisprudenza della cassazione, secondo la quale gli immobili di proprietà di enti soggettivamente non commerciali sono sottoposti all'ici qualora siano destinati ad attività oggettivamente commerciali (cass. sez trib. n. 4573 del 2004, n.4645 del 2004, n. 6316 del 2005). Ed è oggettivamente innegabile, che nella maggioranza delle parrocchie e oratori si svolgono attività commerciali da me indicate in precedenza. Veniamo all'IRES di cui la chiesa gode di una esenzione del 50% in quanto il fine di culto e di religione viene equiparato al fine di beneficenza. Onestamente non si vede il perché di questa equiparazione, chi fa beneficenza investe il suo tempo e il suo lavoro per svolgere attività o opere a favore di altri, senza ricavare del denaro. I ministri di culto invece, svolgono un lavoro che dà diritto ad una retribuzione, a scatti di anzianità e alla pensione, quindi le due cose sono oggettivamente imparagonabili, ma la chiesa accoglie tranquillamente questi vantaggi. Per finire toccherò la questione dell'otto per mille. Non si capisce per quale motivo i cittadini siano obbligati a dare questa quota dei loro guadagni alle confessioni religiose o allo stato, che poi ne usa una parte per la chiesa cattolica in ogni caso. Uno dovrebbe essere libero di scegliere se dare o non dare. Grazie a questo giochino la chiesa incassa all'anno quasi un miliardo di euro, una cifra che farebbe molto comodo al bilancio dello stato italiano. L'articolo infine tocca il punto dell'evasione fiscale: l'autore ritiene che sarebbe più opportuno protestare contro l'evasione fiscale che contro i privilegi della chiesa. Affermazione condivisibile in parte, è giusto protestare ANCHE contro l'evasione fiscale, ma non SOLO. Mi restano ancora da dire due cose sull'argomento dell'evasione. 1) Ma da che pulpito? Lo IOR, alias banca vaticana, è stato coinvolto in diversi scandali, tra i quali casi di prestanome per facilitare l'evasione. 2) Lo stato si sta muovendo nella direzione della lotto all'evasione: ogni anno la cifra sottratta al fisco diminuisce e gli investimenti in tal senso aumentano, mentre nessuno fa niente per eliminare i vantaggi fiscali delle chiese. Oltre ai vantaggi fiscali da me citati ce ne sono altri più piccoli, che non sto qui a citare, ma che messi tutti assieme fanno una bella sommetta. In sintesi è innegabile che la chiesa ha ricevuto e riceve tutt'ora enormi vantaggi fiscali, che lo stato italiano ora non può più permettersi, vista la crisi. Sarebbe quindi auspicabile un passo indietro, che non ci sarà, perché a nessuno piace rinunciare a privilegi acquisiti nel tempo. Concludo precisando che quanto ho scritto non è il frutto di un riassunto di quanto si trova su facebook, o su una frettolosa ricerca su google. Quanto ho scritto può essere facilmente reperito su un manuale di diritto ecclesiastico. Cordiali saluti.

Postato da brunoi il 28/08/2011 10:36

purtroppo in Italia esiste una stampa faziosa che stravlge la verita'. Sull'ultimo numero de "L'Espresso" in un servizio dedicato ai presunti privilegi concessi alla Chiesa,hanno scritto che "Avvenire" e alri periodici cattolici hanno ricevuto sovvenzioni dallo stato.In realta' si tratta di contrubuti all'editoria che riguardano anche altri organi di stampa. Famiglia Cristiana dovrebbe sbugiardare chi scrive queste idiozie

Postato da Scettico il 28/08/2011 01:10

Signor Salis (autore del commento del 22 agosto), a che titolo il presidente di Assoedilizia è da considerarsi un punto di riferimento morale? Ma soprattutto, mi spiega il senso di una frase come quella che lei cita, sul cui contenuto si può essere d'accordo o meno, ma che non ha alcuna validità logica ? “la spiritualità religiosa è considerata una componente fondamentale della natura umana” E' considerata da chi? Dal presidente di Assoedilizia? il presidente, chessò, di Federconsumatori, potrebbe pensarla diversamente, come la mettiamo? 1 a 1 e cerchiamo fonti più autorevoli? Che dice…

Postato da brunoi il 26/08/2011 17:41

Sig.Bardelli, nel mio commento del 25.8 -21,22 replicavo soprattutto al Sig.Pessina. Sono d'accordo sul contenuto dell'articolo di Campanini sull'ultimo numero di F.C.. La Chiesa per fronteggaire la crisi trovera' il modo di potenziare le reti di solidarieta' e distribuzione di fondi per le famiglie disagiate. Quello che non approvo sono le insinuazioni che nei riguardi della Chiesa provengono dagli ambienti radicali e laicisti. Un esempio: sull'ultimo numero de "L'Espresso"tra i privilegi concessi alla Chiesa hanno menzionato anche dei contributi statali per "Avvenire" omettendo di dire che si trattava dei contributi per l'editoria che lo stato a concesso a tutti i giornali compreso "L'Espresso". Purtroppo anche molti cattolici cadono nel tranello. Io no.

Postato da Davide77x il 26/08/2011 13:48

Io penso che i veri Cristiani si debbano vergognare di alcuni atteggiamenti che nulla hanno a che fare con gli insegnamenti di Cristo Nostro Signore. Maltrattamenti e abusi coperti (e ve ne sono le prove), ostacolazione della giustizia, soldi spesi per beni terreni inutili, della I.O.R. non parliamo nemmeno (ma non dovrebbe essere la Banca del Santissimo Padre? Che vergogna!), reliquie e rosari venduti come i peggori oggetti di marketing...peggio che i mercanti nel tempio che Gesù stesso cacciò duramente! È questa la Chiesa degli ultimi 2 secoli? La gente muore di fame si comprano terreni e proprietà mentre le casse della IOR (non la chiamo Banca del Papa perchè non lo merita!) si riempiono, si fa comunella con i peggiori politici (gli errori del passato non hanno insegnato nulla?). Penso che la Chiesa si sia allontanata troppo dai valori della Bibbia e credo che qualcuno debba rileggersela e farsi un esame di coscienza. La Chiesa sta perdendo credibilità tra i giovani e, francamente, non me la sento di dargli tutti i torti. Spero verrà pubblicata ma ne dubito fortemente dato che credo di aver sollevato questioni che ben sapete essere scomode e forse, bontà vostra, nemmeno voi potete porvi rimedio. Saluti.

Postato da spark il 26/08/2011 10:58

Sig.Brunoi, di certo la colpa e' mia che non riesco a buttare giu' due righe in italiano corretto in modo da farmi capire da tutti. Riproviamo con altre parole: "ovvio" non vuol dire ne condivisibile ne moralmente corretto, in questo caso , quanto detto da Bersani e' da me (me lo concede o devo pensarla per forza come lei?) considerato condivisibile e moralmente corretto! Io non ho parlato di monasteri ma di ben altre cose, di cui alcune le puo' trovare sul numero in edicola da ieri (se non l'ha ancora comprato, le consiglio di farlo) molte meglio argomentate di quanto , nel mio piccolo, ho cercato di fare . Osvaldo Bardelli

Postato da brunoi il 25/08/2011 21:22

Sig.Bardelli,le le attivita' propriamente commerciali della Chiesa gia' pagano l'Ici e quindi Bersani ha detto una cosa ovvia. Al Sig.Pessina che accennava ai monasteri che vendono "a nero" i loro prodotti vorrei dire che la legge 504 lo permette.Converrebbe ricordare che la maggior parte dei monasteri furono confiscati dallo stato quando furono sciolti gli ordini religiosi. Piu' tardi alcuni sono stati concessi (in parte) in uso,dietro pagamento di un simbolico di affitto,alle comunita'originarie che l'avevano costruiti. Questi monaci o frati che provvedono al servizio religioso e alla manutenzione del complesso,non sono stipendiati da nessuno e dovrebbero pagare una tassa allo stato per la vendita di qualche prodotto o se affitano una cella ad un prezzp modico nella loro foresteria? Noi cattolici ci facciamo del male da soli; ci lasciamo influenzare dai radicali quando proprio loro ricevono ogni anno 10 milioni di euro dallo stato per Radio radicale,che in teoria dovrebbe svolgere un servizio pubblico,ma in pratica fa' solo propaganda politica e anticlericale.Quei soldi si che dovrebbero essere utilizzati per cose piu' utili.

Postato da spark il 25/08/2011 19:09

Dall'Avvenire del 24 agosto, in merito alla conferenza tampa del segretario del PD sulla contromanovra dei Democratici, leggo ."nella conferenza stampa convo­cata all’ora di pranzo nella sede, ir­rompe il tema dei presunti privilegi fi­scali concessi alla Chiesa cattolica per l’Ici sugli immobili. Un giornalista fa la domanda e il leader democratico non la elude, anzi dà una risposta chiarissima: «In tempi come questi, prima di discutere sarebbe bene fare un giro per le Caritas diocesane, per capire come è messo il Paese e cosa sta facendo la Chiesa». Fatta questa pre­messa, Bersani aggiunge che «il prin­cipio è chiaro e lo teniamo fermo: esenzione per tut­ti, in base alla missione e alla finalità, e tassazione per le attività propriamente commerciali. Vanno poi verificati i singoli casi concreti, e credo che la Chie­sa sia la prima interessata a farlo»". Detto questo, con cui sono d'accordo al 100%, non vedo nulla di scandaloso (dato i tempi!) nel porsi interrogativi come quelllo riguardo l'8 per mille, o discutere sul possibile investimento (come riportato in un intervento pubblicato su FC oggi in edicola) dei beni delle parrocchie e diocesi in BOT e anch'io come altri lettori, aspetto sempre che qualcuno mi dia una risposta su chi ripianera' i debito del San Raffaele e se l'avveniristica e costosissima cupola che copre l'ospedale e' stata costruita con soldi pubblici. Spero di non essere tacciato di essere un radicalmassone ! Osvaldo Bardelli

Postato da brunoi il 25/08/2011 18:06

Sig.Pessina,visto che ha menzionato Don Ciotti pensa che Libera paghi l'Ici per le attivita'commerciali che svolge? I prodotti che provengono dai terreni confiscati alla mafia sono venduti in tutti i supermercati. E le attivita' di Nomadelfia fondata da Don Zeno pagheranno l'Ici sulle loro attivita'? Penso di no ed giusto che sia cosi. Quanto agli insegnanti di religione scelti dai Vescovi é un accordo concordatario e non ci vedo nulla di scandaloso. Se Il 91% degli studenti italiani sceglie l'ora di religione cattolica significa che é gradita cosi com'é. La scelta dell'insegnante da parte del Vescovo garantisce che insegni religione cattolica e non un surrogato.

Postato da brunoi il 25/08/2011 17:47

mi sembra che alcuni facciano confusione tra Vaticano e Chiesa italiana,ben sapendo che la competenza dello stato italiano riguarda solo la seconda essendo il primo un altro stato su cui non puo'interferire l'ordinamento tributario italiano. Qualcuno si é chiesto se all'interno di un monastero dove si svolge attivita'religiosa puo' esistere anche una piccola attivita'commerciale,piccolo spaccio,ospitalita'in foresteria ecc,secondo la legge si,allo stesso modo come é permesso ad un ente laico no-profit di gestire un campo da tennis o di calcetto,oppure un bar o mensa. Basterebbe andare in tanti circoli sportivi e ricreativi e anche nelle case del popolo e circoli Arci per vedere questo genere di attivita.' Allora dovrebbero pagare l'Ici anche questi? Perche' ci scandalizziamo solo per gli enti non profit cattolici che sono solo il 4% del totale degli esentati? Cmq i radicali e i fondamentalisti laicisti hanno messo in giro delle "bufale". Giorni fa un noto giornale ha scritto che a Chiaravalle,nei pressi di Milano esiste un "resort" a 5 stelle a 300 euro a botta. Invece é un monastero cistercense che per una celletta della foresteria e tre frugali pasti al di,chiede una offerta indicativa di 40 euro,ma anche di meno se uno non puo'.Ovviamente quando la fandonia viene smascherata si guardano bene dal pubblicare una rettifica,e cosi i lettori continuano a credere che a Chiaravalle ci sia un "resort" e che la Chiesa ci lucri.

Postato da Umberto Pessina il 24/08/2011 21:17

il probelma non è solo ICI è anche altro e di questo parlo dopo. La legge dice che l’esenzione dell’Ici è riservata agli immobili nei quali gli enti commerciali svolgono alcune specifiche azioni (legge 222/1985) “destinate ESCLUSIVAMENTE allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative o sportive, nonché delle attività di religione o di culto”. Ora non mi pare che il monastero che vende in nero il liquore alla liquirizia, il CD masterizzato de sfross a € 40 - Teramo -, o il miele raccolto dai monaci possano essere considerati esclusivamente ...., così come non ha senso che i docenti di religione nelle scuole pubbliche li nomini il vescovo e li paghi lo Stato, così come è assurdo pensare che lo stato italiano debba trattare in modo differente lo stato del vaticano rispetto a come tratta qualunque altra nazione (USA, Cina, ecc.). Se ci si pensa bene tutte le abitazioni, tutti i luoghi, del mondo possono rientrare in quelle categorie elencate (un bordello per esempio è ricettivo e ricreativo, una banca è ricettiva, culturale e assistenziale), ma solo pochi luoghi sono esclusivamente ... Da Famiglia Cristina non me lo sarei l'aspettavo. Evidentemente Mammona e troppo potente. Ma sapete che in lombardia nel 2008 hanno dato 61.125 buoni scuola e solo 5 di questi a chi frequentava la scuola pubblica? vedi questo link: http://www.lucianomuhlbauer.it/public/RAPPORTO%202009.pdf Ma come è possibile che Don Ciotti, Don Mazzolari, Don Milani, Don Puglisi, Don Zeno, La Pira non hanno insegnato nulla? Che tristezza. Se venisse qui, ora, Gesù Cristo cosa direbbe di questo articolo di famiglia Cristiana? un caro saluto. Umberto Pessina

Postato da giorgio traverso il 24/08/2011 18:35

Sono un grande estimatore,di questo giornale,però l'articolo del sig Anfossi,non mi convince.è vero che una parte dei proventi la chiesa,li adopera a fin di bene,però lo stato del vaticano è uno dei più ricchi al mondo.Le gerarchie eclesiastiche,papa cardinali vescovi, vivono nel lusso e nelle agiatezze.A me risulta che l'insegnamento di Gesù Cristo prendeva altre strade.Delle agevolazioni dai governi italiani,per accaprarsi i voti dei cattolici,ne ha sempre avute.Questa è la mia opinione giusta o sbagliata,sò però che la ragione non sta sempre da una parte sola.Le garantisco,signor Anfossi che non sono un tafaziano,anzi quello che ho me lo conservo bene.Per ultimo,vorrei sapere,come è andata a finire l'affare del San Raffaele guidato da Don Verzè,non era un'opera per i bisognosi,chi paga i debiti?Con rispetto. giorgio traverso

Postato da lucylei il 24/08/2011 18:18

Vorrei porre un quesito semplice: l'Istituto di suore che affitta stanze paga l'ICI?

Postato da Giovanni Totaro il 23/08/2011 21:59

Ne "I promessi sposi" di A. Manzoni c'è la figura dell'untore, colui che spargeva la peste ungendo muri con una sostanza giallastra. "Dagli all'untore" era il grido che echeggiava nelle strade di Milano perché era comodo scaricare la responsabilità dell''epidemia su questo personaggio. La stessa cosa succede adesso, dove l'untore è la Chiesa cattolica, perché ha determinato la crisi economica che ci attanaglia da anni, per cui è lei che deve risolvere i nostri problemi in quanto sottrae allo Stato italiano qualche miliardo di euro. La Chiesa, quando non si sa come uscire da situazioni gravi, è sempre da attaccare e da esporre al pubblico ludibrio. Ma invece di lanciarsi contro la Chiesa, perché non si lanciano contro gli evasori fiscali che sottraggono alle casse dello Stato 120 (mi sbaglio?) miliardi di euro. Il vero untore è l'evasore fiscale, non la Chiesa che attraverso le sue opere di carità aiuta migliaia di famiglie in difficoltà e non solo.

Postato da brunoi il 23/08/2011 16:55

nel mio post precedente é saltata una riga.Avevo scritto. Non si capisce perche' l'esenzione Ici per l'ente no profit "laico" (che sono la maggioranza) vada bene,mentre quello cattolico suscita scandalo. I radicali e i laicisti dovrebbero invece dirci qualcosa a proposito dei centri sociali che utilizzano ambienti dei comuni senza pagare affiti e tasse. Oppure chi da loro i soldi per mantenere Radio radicale. La Chiesa utilizza bene le risorse che ha e gli italiani lo sanno bene. La Chiesa da' allo stato molto piu' di quello che riceve

Postato da dino avanzi il 23/08/2011 14:21

L’articolo che ho segnalato precedentemente ( La chiesa tre metri sopra l’irpef, Il Fatto 18/08/11) contiene almeno due affermazioni che sicuramente non condivido e mi sento di segnalare. La prima è l’affermazione:” Il fatto è che in Italia il sistema dell’8 per mille, che concede democraticamente a qualsiasi cittadino di devolvere una quota dell’Irpef alla confessione religiosa di sua scelta o allo Stato per fini umanitari, è nato sulle basi di un imbroglio. È evidente che il cittadino, che non vuole usufruire della facoltà di devolvere la sua quota a un destinatario preciso, intende lasciare alla piena disponibilità dello Stato la sua irpef “. Faccio solamente presente che nella denuncia Irpef è presente la scelta per lo stato a fini umanitari, per cui è tutta da dimostrare che chi decide di non devolvere la sua quota ad un destinatario preciso intende lasciare alla piena disponibilità dello stato la sua irpef; questa è una libera interpretazione del Fatto. Si potrebbe benissimo obiettare, che chi non sceglie, si rimette al volere della maggioranza di chi sceglie. La seconda affermazione che non condivido è la seguente:” Anzitutto il gettito dell’8 per mille è aumentato esponenzialmente a un ritmo tale che ha non più nessuna relazione con la struttura della Chiesa cattolica. Il numero dei sacerdoti in Italia va infatti sistematicamente calando. Nel 1978, al momento dell’elezione di papa Wojtyla, erano oltre quarantunmila, oggi sono scesi a trentaduemila e nel 2013 dovrebbero ridursi a ventottomila secondo uno studio del sociologo cattolico Diotallevi (insieme a Stefano Molina). Insomma la Chiesa italiana più si riduce e più incassa in finanziamenti statali”. Come tutti sanno la Chiesa Cattolica non è composta solamente da Sacerdoti, ma è popolo di Dio…………

Postato da brunoi il 23/08/2011 12:15

leggendo qualche commento mi rendo conto che c'é disinformazione anche tra i cattolici :.Andrebbe ricordato che gli enti no profit ecclesiastici che usufruiscono dell'esenzione ICI sono solo il 4% degli enti che ne usufruiscono.Non si capisce perche' l'senzione Ici per l'ente no profit laico /Arci,case del poplo,fondaziuoni,circoli culturali e sportivi),mentre per quello cattolico no. E si dovrebbe sapere che la Chiesa ha sempre pagato le tasse per gli immobili affittati o per attivita' commerciali che non rientrano nei canoni previsti dalla legge 504 del 1993 e confermata con decreto del 17.8.2005.Evidentemente si vuoil far passare la Chiesa sempre e solo come un centro di potere dediti al profitto. Se la Chiesa chiudesse tutte le sue opere e associazioni di volontariato lo stato andrebbe in tilt.

Postato da spark il 23/08/2011 10:00

Visto che ho avuto occasione di leggere le stesse cose, riportate nell'articolo postato dal Sig.Avanzi, su altri giornali i cui autori sono autorevoli commentatori, ( che non si possono definire con il termine "comunisti", parola usata in senso dispregiativo che sta ritornando in voga quando non si hanno argomenti da contrapporre.Di cio', non mi meraviglio piu' di tanto dato che ormai e' in dirittura di arrivo, nel silenzio piu' generale, la legge che parifica normativamente partigiani e repubblichini!), non contiene TRUCCHI (come si legge nel titolo dell'articolo del dott.Anfossi), cosa di cui ne sono convinto: ad esempio, di certo non e' una falsa informazione quanto riportato sulle iniziative anticrisi della chiesa ortodossa greca! A mio modesto parere, il contenuto del post del Sig.Avanzi dovrebbe diventare materia di seria analisi e riflessione, non solo tra semplici lettori cattolici come noi ma come suggerito, materia di fattiva discussione anche alla prossima riunione della CEI. Analisi, riflessioni e proposte innovative che riconoscano che anche per la Chiesa (a maggior ragione, proprio per quello che rappresenta per milioni di credenti) il tempo dei privilegi e' finito! Osvaldo Bardelli

Postato da vdiste1939 il 23/08/2011 09:26

le campagne di laicisti e radicali si perpetuano nel tempo, ma è anche vero che l'esenzione dall'ici x immobili non destinati al culto o che producono reddito non è accettabile per una chiesa che deve, ripeto deve, essere povera come Cristo. ricordiamoci dello scisma di lutero, partito da sacrosante constatazioni e poi degenerato per l'intrusione di mestatori interessati. la chiesa cattolica italiana deve mpstrarsi santa sempre, non barattare aiuti fiscali con assoluzioni dubbie.

Postato da dino avanzi il 22/08/2011 20:38

Concordo con l'articolo di Francesco Anfossi, ma, per conoscenza, vi trasmetto un articolo che alcuni amici mi hanno inviato: La Chiesa, tre metri sopra l’Irpef La Chiesa italiana è chiamata a dare il suo contributo per il risanamento del deficit nazionale. In una fase di tagli pesantissimi generalizzati, chi è percettore di un flusso ingente di finanziamenti pubblici non può sentirsi “al di sopra delle parti”. Partecipare è un dovere morale. Nei tempi antichi, in casi d’invasione e di assedi, si fondevano i calici e gli ori dei templi per finanziare la difesa della città o riscattare i prigionieri. Altrettanto vale oggi, quando il nemico – più insidioso e distruttivo – è annidato nelle finanze pubbliche e può essere debellato soltanto se veramente tutti, e non solo le famiglie a reddito fisso, partecipano ai sacrifici. Sbaglierebbe la gerarchia ecclesiastica a scrollarsi di dosso la richiesta, etichettandola come anticlericale o animata da spirito antireligioso. È vero il contrario. Il dovere di mettere mano alle proprie disponibilità nasce (dovrebbe nascere) da una considerazione anche religiosa del “bene comune” e dello stesso destino dello stato sociale. In Grecia la Chiesa ortodossa sta valutando, con il governo, di sostenere il bilancio pubblico vendendo parte del suo patrimonio immobiliare. Può la Chiesa italiana rifiutarsi di affrontare nella fase attuale la questione dell’8 per mille, che pesa sul bilancio dello stato per oltre mille milioni? Dirò subito che nell’ottica di uno stato sociale e democratico, che favorisce lo sviluppo della personalità dei cittadini nella dimensione culturale, valoriale e associativa, anche sostenere l’espressione comunitaria di una fede e favorire la costruzione di una chiesa, una sinagoga o una moschea è un elemento di civiltà. Il fatto è che in Italia il sistema dell’8 per mille, che concede democraticamente a qualsiasi cittadino di devolvere una quota dell’Irpef alla confessione religiosa di sua scelta o allo Stato per fini umanitari, è nato sulle basi di un imbroglio. È evidente che il cittadino, che non vuole usufruire della facoltà di devolvere la sua quota a un destinatario preciso, intende lasciare alla piena disponibilità dello Stato la sua Irpef. Così succede in Spagna, che pure ha copiato concettualmente il sistema italiano. La truffa-Tremonti avvenuta nel 1985, è che le somme non toccate – le quote di Irpef dei cittadini che non si sono “espressi” – vengono nuovamente suddivise in base ai “voti” di quanti hanno manifestato la loro preferenza nella dichiarazione dei redditi. Con il risultato che le “preferenze” per le Chiesa cattolica, pari a circa un terzo delle dichiarazioni, attraverso il riconteggio arrivano a qualcosa come l’87 per cento e in tal modo l’istituzione ecclesiastica giunge a incassare circa un miliardo di euro.L’irrazionalità di questo meccanismo è aggravata da molteplici fattori. Anzitutto il gettito dell’8 per mille è aumentato esponenzialmente a un ritmo tale che ha non più nessuna relazione con la struttura della Chiesa cattolica. Il numero dei sacerdoti in Italia va infatti sistematicamente calando. Nel 1978, al momento dell’elezione di papa Wojtyla, erano oltre quarantunmila, oggi sono scesi a trentaduemila e nel 2013 dovrebbero ridursi a ventottomila secondo uno studio del sociologo cattolico Diotallevi (insieme a Stefano Molina). Insomma la Chiesa italiana più si riduce e più incassa in finanziamenti statali. La seconda anomalia è rappresentata dal fatto che il governo Berlusconi ha rallentato l’accesso al sistema dell’8 per mille di altre confessioni in modo da non scalfire la parte del leone che arriva alla Cei. Da anni l’Unione buddista, i Testimoni di Geova, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, l’Unione induista, l’Esarcato ortodosso e la Chiesa apostolica – che pure hanno firmato le intese con lo Stato italiano – attendono la ratifica del parlamento. Solo per le ultime due è arrivata finora l’approvazione del Senato, ma manca quella della Camera. L’“inerzia” non è casuale. Ogni “voto” a una nuova confessione, toglie fondi alla Chiesa cattolica. È bastato negli anni scorsi che ci fosse un piccolissimo incremento per i Valdesi e sono stati milioni persi per la Cei. Dunque il motto è “non disturbare le gerarchie ecclesiastiche”. Terzo scandalo è che lo Stato non metta un’indicazione di scopo alle “preferenze” per la quota statale destinata a fini umanitari. Se Berlusconi avesse detto che andava alla ricostruzione dell’Aquila, vi sarebbero stati milioni di “voti”. Ma proprio questo non si voleva. La Chiesa ha la pretesa che lo Stato non proponga nulla. Questo è il quadro. Che cosa si può fare immediatamente? La via maestra, la più dignitosa per la Chiesa, è che la Cei nella seduta del suo prossimo Consiglio permanente a settembre annunci di lasciare allo Stato una quota cospicua dei finanziamenti alla luce del fatto che vi sono stati tagli pesanti in tutti ministeri e negli enti locali con riflessi durissimi sulla vita dei cittadini. La Cei insieme alle diocesi in questi anni, con progetti di credito a favore delle famiglie deboli, ha fatto molto. Abbia il coraggio di correggere la stortura del sistema. Il governo a sua volta, a norma dell’art. 49 della legge che ha istituito l’8 per mille nel 1985, convochi la commissione paritetica con l’episcopato per rivedere – come è espressamente previsto – la somma del gettito. Il governo indichi chiaramente lo scopo pubblico della quota a lui riservata per coinvolgere i cittadini su obiettivi precisi e cessi l’andazzo vergognoso per cui milioni della “quota statale” tornano a destinatari ecclesiastici con interventi a pioggia come accade da anni. Si abolisca, infine, il doppio conteggio.Il Fatto Quotidiano, 18 agosto 2011

Postato da Franco Salis il 22/08/2011 17:38

Ma è ovvio che si faccia riferimento alla sola Chiesa cattolica. Cosa vuoi che contino le altre fedi religiose(dal punto di vista economico),gli unici sarebbero i musulmani con le loro moschee,le varie religioni protestanti in effetti che hanno ?qualche magazzeno,ancor meno i testimoni di Geova,scusa chi sto dimenticando?Quindi è chiaro che questi “tafazisti”, se la prendono con la chiesa cattolica. La citazione delle leggi esistenti non serve perché in Italia le leggi sono valide finché non vengono abrogate. Citi “destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché nonché delle attività di cui all'articolo 16, lettera a), della legge 20 maggio 1985, n. 222. 2. L'esenzione spetta per il periodo dell'anno durante il quale sussistono le condizioni prescritte” si riferiscono a tutte le attività o solo a quelle “ecclesiastiche”.Io non lo so. Comunque come ho già detto per ragioni di opportunità e di coerenza con le recenti scelte del Papa,rispondo di SI. PERO’ CHE SI FACCIANO BENE I CONTI. A me non sta bene che una suora lavori il doppio di una maestra “laica” e guadagni la metà. Questo solo per fare un esempio. Se dobbiamo e ritengo che sia opportuno farlo,mettere in discussione,si metta in discussione tutto,ma proprio tutto. I bambini che usufruiscono dei servizi formativi dell’Oratorio stante la brillante spiegazione offerta dal presidente di Assoedilizia Colombo Clerici, il quale ha spiegato che “la spiritualità religiosa è considerata una componente fondamentale della natura umana”, risponde in sé al requisito dell’interesse collettivo e quindi “al pari della salute, della cultura, del benessere, deve essere assicurato e garantito al cittadino dallo Stato”. Ma quelli ancora insistono:quella formazione vuoi (quasi fosse un fatto privato) e tu te la paghi .Ora concordando con Colombo Clerici,dico facciamo pagare l’attività formativa e poi gli interessati chiederanno il rimborso allo stato. Ecco cosa significa quando dico,facciamo i conti e poi vedremo chi è in debito e chi è in credito (aspetta adesso ti dicono che lo stato non deve pagare gli oratori ricettacolo di preti pedofili:giuraci).Premesso tutto questo dico,facciamo pagare tutto a tutti ,anche per ragioni di TRASPARENZA causa ormai sposata anche dal Papa.Comunque io insisto con la patrimoniale:che sia la panacea,lo dimostra che nessuno ne vuole parlare,perché verrebbero “colpiti” solo chi possiede grandi sostanze,cioè i ricchi. Purtroppo questi sono anche investitori e ti creano fastidi a livello di transazioni. Ma bisogna tenere presente quanto ribadito dal Papa in queste giornate della GMG :primato della cultura poi la politica ed infine l’economia in funzione delle prime due. Ciao

Postato da Andrea Annibale il 22/08/2011 17:24

Io, non avendo né figli, né moglie, né nipoti, né fratelli né altri parenti ed avendo un discreto patrimonio famigliare, ho fatto testamento a favore della Parrocchia e l’ho dato al mio Parroco. Mi pongo però un problema di coscienza: ho ricevuto fin da piccolo tutto dallo Stato italiano: scuola, università, sanità, assistenza, welfare vario. E’ giusto che, quando muoio, i miei beni vadano interamente alla Chiesa? Io ho fatto questo testamento come un gesto d’amore e di riconoscenza per la Chiesa però credo che ci dovrebbe essere una imposta su tutti i beni della Chiesa, eccetto i luoghi di culto e/o una imposta di successione molto alta a carico della Chiesa, per esempio un terzo dei beni ereditati dal Vaticano o dalle singole Diocesi. Si dirà che io ho pagato le imposte tutta la vita allo Stato ma in realtà non ho pagato quasi niente; essendo diventato invalido civile dopo quattro anni di lavoro a 28 anni, ho preso per un certo tempo (poi me l’hanno tolta perché ho una rendita immobiliare bassa e regolarmente dichiarata) la pensione di invalidità. Se le scuole e gli ospedali di proprietà della Chiesa fossero gratuiti, capirei l’esenzione ma costano eccome! Quindi, tassarli significa semplicemente un aumento delle rette scolastiche e ospedaliere relative. I soldi ricavati dalla tassazione di questi beni potrebbero essere destinati a opere di assistenza caritatevole che sono stati drasticamente ridotti dal Governo Berlusconi-Tremonti. Si tratta quindi di togliere ai ricchi (che possono permettersi scuole e ospedali privati) e dare ai poveri come chiede anche il Vangelo. Mi sembra un problema serio che andrebbe discusso con più serenità mentre vedo interventi faziosi da parte di Avvenire e della controparte laicista.

Postato da francesco.anfossi@stpauls.it il 22/08/2011 17:14

Dopo l'uscita di questo articolo riceviamo questo commento: Gentile Anfossi, mi piacerebbe farle notare come il gruppo sia pieno anche di cattolici dichiarati e non solo di "soliti radicali, seguiti a ruota da qualche politico socialista e qualche agit-prop di Rifondazione comunista, ampiamente seguiti dalla stampa laica e di sinistra" come lei scrive. Siamo ancora al solito insulto "comunisti", tipico del nostro Presidente del Consiglio? Ma il caso Boffo non è bastato? I privilegi del Vaticano sono sotto gli occhi di tutti, e se si è arrivati sino a questo punto (mischiare la questione ICI con il Vaticano), forse è perché gli italiani sono stufi di: a) promesse non mantenute (Le ricordo di una campagna elettorale basata sull'abolizione dell'ICI per le prime case... peccato che poi siamo arrivati al punto a cui siamo. A proposito, ma la prima casa qual è? La basilica di San Pietro?) b) ingerenze nella nostra vita politica da parte dei cardinali Filippo

Risposta di: Francesco Anfossi - Redazione FC

Gentile Filippo, che ci siano anche molti ingenui cattolici pronti a seguire le idee più strampalate i laicisti e mangiapreti non mi stupisce. L'autolesionismo dei cattolici rischia di divenire ormai proverbiale. La categoria "tafazisti" è anche per loro. Inoltre anche lei cade nell'ingenuità quando parla di patrimonio della Santa Sede, che è uno Stato estero, extraterritoriale e nulla ha a che fare fiscalmente con l'Italia e la Chiesa italiana dal punto di vista del diritto civile. A meno da non volergli dichiarare guerra per espropriare San Pietro in modo da far pagare l'Ici. Quanto alle presunte ingerenze dei cardinali, le auspichiamo quando dobbiamo criticare il bunga-bunga di Berlusconi e quasi ci scandalizziamo se non arrivano, ma le riteniamo ingerenze quando ci dicono cose che non condividiamo o che non ci piace sentire.

Postato da folgore il 22/08/2011 14:50

Mi sono stancato di queste polemiche. Sono sempre le stesse e lasciano il tempo che trovano. Mi domando solo perché - se tutte le religioni hanno le stesse agevolazioni - solo alla religione cattolica si fa riferimento? Troppo comodo.... Comunque - per completezza - esenti sono i seguenti: 1. Sono esenti dall'imposta: a) gli immobili posseduti dallo Stato, dalle regioni, dalle province, nonché dai comuni, se diversi da quelli indicati nell'ultimo periodo del comma 1 dell'articolo 4, dalle comunità montane, dai consorzi fra detti enti, dalle unità sanitarie locali, dalle istituzioni sanitarie pubbliche autonome di cui all'articolo 41 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, dalle camere di commercio, industria, artigianato ed agricoltura, destinati esclusivamente ai compiti istituzionali; b) i fabbricati classificati o classificabili nelle categorie catastali da E/1 a E/9; c) i fabbricati con destinazione ad usi culturali di cui all'articolo 5- bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601, e successive modificazioni; d) i fabbricati destinati esclusivamente all'esercizio del culto, purché compatibile con le disposizioni degli articoli 8 e 19 della Costituzione, e le loro pertinenze; e) i fabbricati di proprietà della Santa Sede indicati negli articoli 13, 14, 15 e 16 del Trattato lateranense, sottoscritto l'11 febbraio 1929 e reso esecutivo con legge 27 maggio 1929, n. 810; f) i fabbricati appartenenti agli Stati esteri e alle organizzazioni internazionali per i quali è prevista l'esenzione dall'imposta locale sul reddito dei fabbricati in base ad accordi internazionali resi esecutivi in Italia; g) i fabbricati che, dichiarati inagibili o inabitabili, sono stati recuperati al fine di essere destinati alle attività assistenziali di cui alla legge 5 febbraio 1992, n 104, limitatamente al periodo in cui sono adibiti direttamente allo svolgimento delle attività predette; h) i terreni agricoli ricadenti in aree montane o di collina delimitate ai sensi dell'articolo 15 della legge 27 dicembre 1977, n. 984; i) gli immobili utilizzati dai soggetti di cui all'articolo 87, comma 1, lettera c), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché delle attività di cui all'articolo 16, lettera a), della legge 20 maggio 1985, n. 222. 2. L'esenzione spetta per il periodo dell'anno durante il quale sussistono le condizioni prescritte. ABOLIAMO TUTTE LE ESENZIONI?

Postato da Franco Salis il 22/08/2011 14:23

Qualche tempo fa ho sostenuto praticamente le stesse tesi di Anfossi,naturalmente alla buona e non in termini professionali. Però davanti ai “tafazisti”,nonostante “ Su questo bastano le parole del presidente di Assoedilizia Colombo Clerici, il quale ha spiegato che “la spiritualità religiosa è considerata una componente fondamentale della natura umana”, risponde in sé al requisito dell’interesse collettivo e quindi “al pari della salute, della cultura, del benessere, deve essere assicurato e garantito al cittadino dallo Stato”. E dunque se lo Stato tassasse un ospedale della Chiesa sarebbe come se mettesse un’imposta sui suoi ospedali: un’assurda e folle partita di giro.” forse è bene togliere ogni scusa. Io non ho mai fatto i conti in Parrocchia né in diocesi,per una innata fiducia. Non ho mai visto il parroco arricchirsi e condurre una vita agiata e così pure i tre vescovi compreso quello in carica. Per cui non mi sono mai sognato di chiedere i conti,proprio mai passato per la mente. Ma arrivati a questo punto tanto vale accelerare ed espandere a tutti i settori,proprio tutti la preoccupazione del Papa: “D'altra parte, ha spiegato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, il mondo, soprattutto dopo l'11 settembre 2001, è cambiato e anche quella particolare parte di mondo che è il Vaticano si deve adeguare alla lotta contro "l'intelligenza perversa che guida le attività illegali" che certo cerca di "approfittare proprio dei punti deboli e fragili"….La Santa Sede approva questo impegno ed intende far proprie queste regole nell'utilizzo delle risorse materiali che servono allo svolgimento della propria missione e dei compiti dello Stato della Città del Vaticano"( 30 dicembre 2010).

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