Il 2011 in modulazione di frequenza

Due puntate speciali di Primapagina, in onda su Radio3 Rai il 25 e 26 dicembre dalle 7,15 alle 8,40. Voci e fatti dell'anno che si chiude.

24/12/2011
Serge Latouche
Serge Latouche

«Tutti gli economisti lo sanno da anni, il debito pubblico non sarà mai pagato. Non servono aiuti per pagare il debito, si deve cancellare il debito e prendere tutt’altra direzione. Si fa finta che sia ancora credibile che venga pagato, in realtà si aiutano i paesi a pagare non il debito, ma gli interessi sul debito per poter continuare con questo modello economico». Serge Latouche è un francese della Bretagna prossimo a compiere 72 anni. Noto economista e filosofo, teorico della "decrescita felice", ama parlare chiaro. Lo fa tra l'altro ai microfoni di Radio3 Rai che lo intervista in merito alla crisi economica in atto e alle possibilità di transizione ad un nuovo modello di consumo.

La sua è una delle testimonianze che il programma Primapagina  trasmette in due puntate speciali, in onda il 25 e 26 dicembre dalle 7,15 alle 8,40. I fatti più importanti del 2011 sono raccontati attraverso i titoli dei giornali, le telefonate degli ascoltatori arrivate a Primapagina durante il corso dell'anno e le testimonianze di chi quei fatti li ha vissuti in prima persona. Tra gli altri, Federico Zatti intervista: Flavio Parisi, italiano che vive e lavora in Giappone, sullo tsunami che ha devastato il Paese e provocato un incubo nucleare planetario; Vandana Shiva, economista, teorica dell’ecologia sociale e autrice di “Sopravvivere allo sviluppo”, sul valore sacrale ed economico dell’acqua (anche in relazione al referendum dello scorso giugno); il matematico Massimo Marchiori, autore dell'algoritmo alla base di Google, sulla "rivoluzione" realizzata da Steve Jobs; Francesco Avignone, rugbista 21enne, uno degli "eroi del fango" giunti in soccorso degli alluvionati liguri; l'esperto di semiotica Massimo Leone sulla caduta dei tiranni (da Bin Laden a Gheddafi); Laura Boldrini, portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, sugli sbarchi a Lampedusa.

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Postato da martinporres il 26/12/2011 12:28

L'Italia deve raggiundere il pareggio di bilancio nel 2013, e nei prossimi anni deve ridurre il rapporto deficit/pil. Personalmente ritengo che ci aspettino anni molto duri, vediamo cosa succede. IL minimo che ci possa capitare è: "la possibilità transizione ad un nuovo modello di consumo". Beh!!!, speriamo nella: "decrescita felice" però ho i miei dubbi.

Postato da Andrea Annibale il 25/12/2011 05:17

Di per sé il capitale del debito pubblico si è già ripagato a condizione che i possessori di titoli del debito pubblico siano anche i fruitori dei beni e dei servizi pubblici. Oggi non è più così perché i titoli del debito pubblico sono in larga misura nelle mani di investitori stranieri che non hanno tratto nessun beneficio dal debito pubblico a parte gli interessi sul debito stesso. Non sarà facile far digerire a questi investitori stranieri l’azzeramento del debito pubblico. Si realizza, purtroppo, quello che dice l’A.T: “Il Signore tuo Dio ti benedirà come ti ha promesso e tu farai prestiti a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito; dominerai molte nazioni mentre esse non ti domineranno” (Deuteronomio 15, 6). L’azzeramento del debito pubblico è in definitiva una gigantesca operazione di spostamento della ricchezza da chi non ha goduto di beni e servizi pubblici a favore di chi più ne ha goduto. Da chi è titolare di titoli del debito a favore di chi è non è titolare di titoli del debito pubblico. Ci sono delle distorsioni evidenti. Meglio una imposta patrimoniale su chi ha più goduto dei beni e servizi di cui si parla e sui grandi patrimoni mobiliari. Detto questo, non sono un economista ma spero di aver detto qualcosa di utile. Facebook: Andrea Annibale Chiodi; Twitter: @AAnnibale.

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