18/10/2012
L'approvazione del ddl al Senato (Ansa).
L’Italia avrà presto una legge anticorruzione. Una legge severissima, che introduce anche il reato di corruzione privata. Il Governo
ha posto la fiducia e il Senato ha risposto con 228 sì, 33 no e due astenuti, approvando il maxiemedamento presentato dal ministro della
Giustizia Paola Severino. Il premier Mario Monti ha rivendicato con orgoglio l’approvazione del
testo, dichiarando di averci messo la faccia: "Anche la legge contro la
corruzione non può non essere un fattore per sbloccare la crescita. In un
recente colloquio con l'emiro del Qatar mi sono sentito dire che il
fattore che ha impedito investimenti in Italia è stata la corruzione".
Quando il il disegno di legge verrà definitivamente approvato, il Governo
intende emettere un provvedimento anche sulla non candidabilità dei parlamentari condannati
in via definitiva con pene superiori ai due anni.
Il Guardasigilli è intervenuto anche sulla
questione del voto di scambio: "Il governo è pronto, se richiesto, ad intervenire anche su
questa materia. Se ci sarà una sollecitazione parlamentare lo
potremo fare in tempi rapidi". Ma quali sono le principali novità del disegno di legge?
Vediamo.
Corruzione tra privati. Come abbiamo detto, nasce il reato di corruzione
tra privati, che prevede una pena da uno a tre anni di reclusione.
Concussione. Viene anche sdoppiato il reato di concussione (la richiesta di mazzette da parte di funzionari pubblici) che oggi è punito con pene da 4 a 12 anni. E' prevista la concussione "per costrizione nei confronti del privato da parte del pubblico ufficiale che
avanza una richiesta in forza della sua autorità". Questa prevede pene da 6 a 12 anni. Vi è poi la "concussione
per induzione" (quella di cui è accusato Berlusconi per aver
telefonato in questura a Milano chiedendo, in qualità di capo del Governo, la «liberazione» di Ruby Rubacuori presentandola
come la nipote di Mubarak). La concussione per induzione sarà punita con pene da 3 a 8 anni. Si riduce anche il tempo per la prescrizione.
L'Autorità anticorruzione. Nasce una sorta di Authority anticorruzione,
incaricata di valutare “la trasparenza e l’integrità” delle amministrazioni
pubbliche. Questa Autorità nazionale ha anche il compito di approvare il Piano
nazionale anticorruzione predisposto dal dipartimento della Funzione pubblica,
vigilare e controllare l’effettiva applicazione delle decisioni adottate,
riferire in Parlamento con una relazione ogni anno. A capo dell’Autorità
anticorruzione vi è un Commissario anticorruzione (un prefetto di prima classe, o un
magistrato), che potrà avvalersi degli uomini della Guardia di Finanza.
La zona grigia delle "cricche". Una delle novità della legge è che opererà in quella che viene
definita “la zona grigia” della corruzione, quel mondo di faccendieri,
facilitatori, mediatori opachi che si muovono sul confine della legalità
assediando i palazzi del potere per esercitare i loro affari. L’anticamera della corruzione vera e propria,
insomma. In una parola, potremmo dire: le cricche. C’è un nuovo articolo del
codice penale che prevede da uno a tre anni di reclusione. In parole povere, è prevista la punibilità
tanto di chi si fa dare o promettere denaro o altri vantaggi, quanto di chi
versa o promette con riferimento a un atto contrario ai doveri d’ufficio o al ritardo di un atto d’ufficio.
Aumenti di pena. Vi sono poi aumenti di pena per gli articoli già esistenti, dai
reati di corruzione in atti giudiziari, alla corruzione vera e propria, al
peculato e all’abuso di ufficio.
Rotazione. Quello di far girare il personale per impedire che si creino centri di corruzione e di potere è un classico già in uso nella pubblica amministrazione e nelle forze dell'ordine. La nuova legge prevede l'estensione di questa consuetudine amministrativa anche per molte figure dirigenziali.
A scuola di etica. La scuola superiore della pubblica amministrazione predisporrà percorsi di formazione dei dipendenti sui temi dell’etica e della legalità. Vi parteciperanno anche dipendenti pubblici chiamati a
operare nei settori in cui è più elevato il rischio che vengano commessi reati
di corruzione.
Le sanzioni accessorie. Chi corrompe o si fa corrompere paga i danni. Un’altra novità è quella delle sanzioni accessorie: i dirigenti
e gli impiegati condannati con sentenza passata in giudicato per un reato di
corruzione dovranno rispondere, oltre che con la sospensione dal servizio e
dallo stipendio, anche per danno erariale e all’immagine della pubblica
amministrazione. Ogni prefettura, infine, istituisce l’elenco dei fornitori e
prestatori di servizi non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa.
La nuova legge dovrebbe contribuire, se non a estirpare la piaga della corruzione in Italia, almeno a limitarla. Ricordiamo che a parte i danni morali, la Tangentopoli che si consuma ogni anno nei palazzi dell potere e delle pubbliche amministrazioni pesa nelle tasche degli italiani 60 miliardi di euro l'anno.
Francesco Anfossi