16/02/2012
la conferenza stampa del direttore Rai Antonio Marano e di Mauro Mazza, direttore di Rai 1. In copertina: Lorenza Lei (foto Ansa).
Dunque abbiamo scoperto che il direttore Antonio Marano, appassionato di volo a vela e forse per questo paracadutato in fretta e furia a Sanremo in veste di commissario, non è un commissario ma semplicemente un “supervisor” incaricato di far funzionare i guasti tecnici che hanno mandato in tilt il sistema, contingentare meglio i tempi della scaletta, ripristinare i break pubblicitari etc. Ora tutto funziona a puntino, i problemi sono finiti. “Mission accomplished” come disse Bush sulla portaerei Lincoln dopo l’invasione in Iraq. Lo ha detto lui stesso in una conferenza stampa nella città del Festival.
E Celentano? Marano è qui per far rispettare il contratto firmato dal molleggiato. Che in effetti ha totale libertà di espressione. Punto e stop. Dal direttore Mazza apprendiamo che il cantante s’è portato da casa perfino un gobbo che ha sistemato sul palco dell’Ariston, ma di quel che aveva scritto “il suo gobbista personale” non era dato di saperlo a nessuno. E se per caso finisse per violare codice penale? E' maggiorenne, sa che non deve passare col rosso al semaforo. Apprendiamo perfino che in Rai c’è un comitato etico di cui fa parte anche Marano ma che al momento non è in grado di pronunciarsi sul fatto se sia stato violato o no, anche perché il direttore è tenuto a mantenere la riservatezza fino alla pronuncia del comitato. Ma avvertiamo che la liturgia della convocazione del comitato richiede tempi lunghi, se abbiamo capito pari a quelli di un processo di diritto civile, forse di beatificazione.
I giornalisti in sala stampa incalzano: ma Celentano ha violato o no il codice etico dando del “deficiente che scrive idozie” al più letto e competente critico televisivo italiano? Senza replica e senza contraddittorio? Ha fatto bene a dire che i due principali giornali della stampa cattolica sono “testate ipocrite”, dovevano chiudere e sbattere giornalisti e dipendenti in strada solo perché avevano osato criticare il cachet di Serafino? Ma chi convoca il codice etico? “Il codice etico interviene quando viene chiamato in causa: io sono qui, gli altri sono a Roma, i tempi sono lunghi”. I giornalisti sono gente cocciuta e insistono: ma dare del deficiente a una persona davanti a quattordici milioni di italiani, insomma, è un incidente di percorso o una violazione del codice etico? Nessuna risposta. Non si sa. Vedremo cosa dirà il consiglio di amministrazione.
E si capisce benissimo che in Rai la partita è quella di abbozzare e di tenere il punto di uno share del 50 per cento e l'audience stellare, inviare 24 mila baci a Celentano e “contenere” l’indignazione generale per il trattamento fatto alla stampa cattolica e al povero professor Aldo Grasso (che guarda caso insegna all’Università Cattolica). Siamo stati i primi a sdrammatizzare a invitare il molleggiato a parlare di Dio e di religione sulle nostre pagine, ma quel che ci amareggia è lo stato di una Rai che è disposta a rappresentare e tutelare tutti, qualunque espressione di partito o corrente o club o circolo ricreativo o bocciofila, ma che non esita a lasciare i cattolici italiani come zimbelli in balia degli attacchi personali. I cattolici hanno le spalle larghe, hanno perfino sopportato il metodo Boffo. Ma la domanda resta: sarebbe questo il servizio pubblico?
Francesco Anfossi