Ilva, 336 milioni per la bonifica

Il Governo ha dato il via libera alla riqualificazione ambientale dell'Ilva di Taranto con un decreto che sblocca i fondi destinati agli interventi di bonifica del sito.

04/08/2012
Tutte le foto di questo servizio, copertina inclusa, sono dell'agenzia Ansa.
Tutte le foto di questo servizio, copertina inclusa, sono dell'agenzia Ansa.

E' un passo avanti in una vicenda dai delicati risvolti umani, ambientali, giuridici, politici e sindacali. Il Governo Monti ha dato il via libera alla riqualificazione ambientale dell'Ilva di Taranto con un decreto che sblocca i 336 milioni di euro destinati agli interventi di bonifica del sito, previsti dal protocollo d'intesa siglato lo scorso 26 luglio e messo a punto dalla task force guidata dal ministro dell'Ambiente Corrado Clini. Un decreto, ha spiegato lo stesso ministro Clini, che snellisce e «semplifica le procedure per fare in modo che gli interventi previsti siano attuati in tempi certi».


Il decreto legge del Governo è arrivato poche ore dopo che il Cipe aveva deliberato, tra gli interventi di manutenzione straordinaria del territorio, le misure per il risanamento ambientale e la riqualificazione di Taranto, in particolare del quartiere di Tamburi. La possibilità del decreto legge per la bonifica del sito dell'Ilva era già stata annunciata dal ministro Clini che aveva definito una "svolta" e lodato l'annuncio del presidente dell'Ilva Ferrante della rinuncia al contenzioso col Ministero dell'Ambiente «per cominciare a lavorare insieme agli interventi che servono a risanare l'ambiente». La notizia del via libera la decreto per l'Ilva, data dal presidente della Regione Nichi Ventola, è stata accolta da un applauso dell'intera assemblea regionale della Puglia. «La scelta del governo - ha sottolineato Vendola - è stata quella di accogliere il suggerimento che la Regione Puglia, la Provincia e il Comune di Taranto, la deputazione parlamentare avevano avanzato ieri nel corso dell'incontro a Bari con il Ministro Clini». 


«Diamo atto al Governo e in particolare al ministro Clini, della sensibilità e della gran rapidità di azione sull'Ilva», ha detto il deputato pugliese del Pdl, Raffaele Fitto, mentre Sergio D'Antoni, responsabile delle politiche del Pd sul territorio, ha definito il decreto "determinante", aggiungendo che «è indispensabile fare tutto il possibile per garantire che lo stabilimento resti produttivo». E per il Fli, «il Governo ha mantenuto le promesse e smentito i corvi». Positivo anche il commento di Legambiente, «ma è fondamentale la riapertura di una nuova Aia»; e per FareAmbiente che chiede però che "si intervenga anche sulle cause". 

Commenti negativi invece dal senatore della Lega Nord, Fabio Rizzi, che parla di "vergognoso assistenzialismo" da parte del Governo, dall'Idv, secondo cui il decreto non risolve e non dà garanzie" e dal presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, secondo cui i 336 milioni stanziati sono "inadeguati" se paragonati "ai 5 miliardi (3 pubblici e 2 privati) per Porto Marghera": e "non è dato sapere se e con quale cifra l'Azienda interverrà per le bonifiche".Anche per Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista nel decreto "manca l'obbligo per la proprietà dell'Ilva di tirare fuori i soldi per abbattere l'inquinamento e la nocività dello stabilimento". 

Per quanto riguarda l'utilizzo dei fondi stanziati, il ministro Clini ha spiegato più volte che sono destinati alla bonifica delle aree pubbliche di Taranto e  ha ribadito che "l'Ilva riceverà fondi pubblici solo se introdurrà innovazioni tecnologiche, e non per mettersi in regola con i limiti imposti dalla legge". Da lunedì 6 agosto comincerà un tavolo tecnico per trovare le soluzioni più adeguate: «Spero che in una settimana il tavolo tecnico individui le soluzioni per ridurre le emissioni», ha aggiunto il ministro, parlando di un'intesa che «vincoli l'Ilva a rispettare gli impegni. Questo è un modo di lavorare europeo e l'Ilva è una grande azienda». Sull'Ilva intanto pende ancora la decisione del Tribunale del riesame, che sarà depositata il 9 agosto, sui ricorsi presentati dall'Ilva contro il decreto di sequestro di sei impianti dell'area a caldo e dei difensori di otto dirigenti ed ex dirigenti dello stabilimento arrestati il 26 luglio scorso.

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Postato da DOR1955 il 04/08/2012 15:39

Due domande: "Ma il danno ambientale da chi è stato provocato?". Se la "responsabile" è l'ILVA (alias i proprietari privati), per quali motivi deve essere speso denaro pubblico per la riqualificazione ambientale? Che sia necessario intervenire, prima di tutto per salvaguardare la salute delle persone e in subordine dei posti di lavoro è innegabile; in cambio, io, come cittadino italiano, pretendo che i proprietari (colpevoli del disastro? - O no?) ripaghino lo Stato (cioè tutti i cittadini italiani) con beni propri. Questo succede in un Paese normale. Dimenticavo: non siamo un paese normale.

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