L'India si conta, le indiane tremano

Il censimento mostra che la crescita demografica rallenta, ma gli indiani sono quasi il 20 per cento dell'umanità. Il dramma delle figlie femmine rifiutate.

24/04/2011
Gli addetti al censimento in un villaggio dell'India.
Gli addetti al censimento in un villaggio dell'India.

Un anno di lavoro, 500 milioni di dollari e due milioni e mezzo di rilevatori coinvolti: queste le dimensioni del quindicesimo censimento nella storia dell'India, secondo Paese piu' popolato del mondo, che costituisce da solo quasi il 20% dell'umanità.     

     Tre milioni di chilometri quadrati da battere al tappeto, dalle vette dell'Himalaya alle foreste tropicali, dai grattacieli alle capanne. E non sempre senza rischi. Gli abitanti di Sentinel, una delle isole Andamane e Nicobare, per esempio non gradiscono intrusi, e li fanno a pezzi senza tanti complimenti. L'ultimo sistema escogitato dai rilevatori per contare i "sentinelesi" è di lanciare da un elicottero sacchi di cibo e oggetti vari sulle coste dell'isola, per poi contare gli abitanti che si raccolgono intorno ai misteriosi doni  piovuti dal cielo. Nonostante queste ed altre difficoltà, il Governo ha reso infine pubblici i dati ufficiali del sondaggio, che fissano la popolazione indiana a quota 1 miliardo e 210 milioni di abitanti.     

     In dieci anni è come se l'intero Brasile si fosse trasferito in India. Una crescita di 181 milioni di persone, che tuttavia viene letta dagli esperti come un lieve rallentamento nella crescita demografica, che per la prima volta è scesa al di sotto del 20%. Un risultato incoraggiante, tuttavia non sufficiente a cancellare le altre ombre emerse dal censimento. Prima fra tutte la disparità  di nascite in rapporto al genere: 940 femmine ogni 1000 maschietti. Un dato imbarazzante per una tra le maggiori potenze economiche del mondo, che aspirerebbe a cancellare dalla propria immagine simili  segnali  di arretratezza.

Per molte famiglie dell'India, la nascita di una femmina è una "disgrazia".
Per molte famiglie dell'India, la nascita di una femmina è una "disgrazia".

UNA FEMMINA, CHE DISGRAZIA!

   
     Ma nonostante 40 anni di politiche sociali tese a risolvere questo dramma, i numeri parlano chiaro: la nascita di una femmina continua a essere considerata una disgrazia in India e, se possibile, va evitata in tutti i modi. Due sono i metodi più praticati: il feticidio e l'infanticidio. Benché dal 1996 una legge abbia reso illegale la determinazione del genere del feto prima della nascita, cliniche e medici continuano a praticarla per ovvi interessi di lucro. E così in India, ogni giorno, 2.000 bambine che potrebbero nascere non nascono.

     Ma perché è così terribile l'evento di una figlia femmina per una famiglia indiana? In parte per motivi culturali non dissimili a quelli a noi noti, riassunti dal famoso augurio “salute, e figli maschi”. Ma in India, la vera ragione è un'altra,e si chiama “dote”, una tradizione anch'essa fuori legge, tuttavia tuttora saldamente radicata nel sistema sociale. In base a questa istituzione, la famiglia della sposa dovrà provvedere al futuro marito una cifra che spesso equivale ai guadagni di una vita intera. In molti casi il matrimonio indebita entrambi i genitori fino alla morte. Per questo diventa problematico, se non impossibile, soprattutto per le famiglie povere, accettare la nascita di una figlia femmina.     

     Quando le femmine poi sono più di una, la tragedia è annunciata. Sono frequenti i casi di giovani ragazze che, per sollevare i genitori dall'insostenibile peso di procurare loro una dote, scelgono il suicidio.     

     Se il subcontinente non riuscirà a trovare soluzioni capaci di invertire questa tendenza, entro 20 anni la popolazione indiana non solo avrà superato il miliardo e mezzo, ma sarà composta soprattutto da uomini. Chissà che le difficolta' di trovare una sposa non finiscano per convincere i futuri mariti a rinunciare alla smisurata dote o addirittura non li spinga, nella speranza di accaparrarsi  una moglie, a ribaltare la tradizione. Ma anche se ciò avvenisse, ci vorrebbe almeno un secolo per ristabilire l'equilibrio. Per il momento, tuttavia, in India sono ancora troppo poche le bambine che riescono a nascere.

Marta Franceschini
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Postato da Franco Salis il 28/04/2011 19:06

Grazie a Folgore per la precisazione. Ma Folgore mi insegna che non si arriva ad una legge così improvvisamente .Ci sono stati vari tentativi precedenti, tutti falliti. Non credo che vuoi negare quanto fosse ampia l’ “ingerenza vaticana” riconosciuta illegittima da alcuni,ma da altri legittima e necessaria causa il grande livello di analfabetismo della popolazione (sto dando una spiegazione non una giustificazione). I contatti fra la Democrazia Cristiana e il Vaticano furono intensi ed estenuanti. ”Se mi dici dove in Occidente sia successo…” Sai bene che l’informazione allora non era diffusa come oggi,ma delitti a danno di ragazze che tentavano di infrangere e infrangevano le “regole di famiglia” non erano molte ma neanche poche,per me comunque troppe. Tutti fra l’altro tacevano perché ….era giusto che fosse così. Per concludere ti ricordo il “delitto d’onore”, Il tradimento coniugale punito con la galera solo per la donna (beh non con la lapidazione) e sino alla riforma del diritto di famiglia del 1984(?) la moglie doveva seguire il marito ove egli riteneva opportuno stabilire la dimora,cosa che le veniva ricordato anche al momento delle nozze dal Celebrante. Il fatto è che non sempre la donna ha saputo o voluto far buon uso di questa “emancipazione”, riappropriandosi del privilegio fattole da Dio che aveva scelto una Donna per la Nuova Alleanza (Genesi).Infatti ha spesso ceduto alla falsa libertà e ha inseguito gli idoli come o peggio dell’uomo. Ciao

Postato da folgore il 27/04/2011 22:37

Il suffragio femminile all'entrata al Governo del De Gasperi Alcide esisteva già, essendo stato introdotto dal Premier Ivanoe Bonomi che emanò decreto legislativo luogotenenziale 2 febbraio 1945, n.23. Inoltre una cosa è la divisione delle spese o anche una, condannabile, discriminazione mentre un'altra è morire perché di sesso femminile. Se mi dici dove in Occidente sia successo....

Postato da dino avanzi il 27/04/2011 11:52

in aggiunta a quanto detto nel post precedente: noi viviamo secondo la nostra cultura e certi comportamenti non dovremmo accettarli, perché sono contro la dignità delle persone, delle donne prima di tutto.
Dino 51

Postato da Franco Salis il 26/04/2011 23:27

Ma quanto crediamo di essere avanti rispetto all’India!Allora la situazione italiana era presso che la stessa cosa ad eccezione dell’aborto che va comunque e sempre combattuto. Sino a qualche tempo fa in alcuni paesi era usanza che la sposa provvedesse alle spese della cerimonia,l’arredamento e il corredo e il marito portasse la casa, se l’aveva, se no in affitto. In caso che il pranzo nuziale fosse abbondante i tre quarti andava alla famiglia dello sposo e un quarto alla sposa. La ragione è semplice era la donna che sottraeva due braccia lavorative alla famiglia dell’uomo e quindi procurava un danno che in una qualche maniera doveva compensare. Ma vi erano altri motivi “pseudo culturali”:proprio come viene descritto nell’articolo,la donna non veniva considerata neppure persona,doveva obbedire e basta,e non aveva alcuna capacità decisionale. Un detto sardo diceva “sa femina non è zente” (la donna non è gente)Forse questa tradizione veniva trascinata dall’antica Roma in cui la donna doveva essere sempre accompagnata da uomo, diversamente non poteva neppure fare acquisti. Ora la domanda ,quando sono venute meno queste condizioni ? Semplice,quando la donna si è affacciata al mondo del lavoro divenendo così essa stessa produttrice di reddito. Se questa emancipazione ha prodotto effetti positivi,bisogna però dire che non sempre la donna ha usato bene questa emancipazione. Era quello che temeva la Chiesa ed è per questo che ha sempre frenato l’ emancipazione. E’ stata dura la lotta di Alcide De Gasperi di consentire alla donna la partecipazione del voto (non era quello il ruolo della donna,si diceva in ambienti vaticani),e ha ceduto solo davanti alla previsione concreta della vittoria del fronte popolare. Ecco perché non mi stancherò mai di ribadire che l’unica strada percorribile è quella della educazione e non della arroganza.Credete ancora che sia più utile l'autorefenzialismo,(qualunque cosa dica la gerarchia ,anche palesemente sbagliata,il popolo dica evviva!).Tuttavia pare che fra un tentennamento e l'altro si sta imboccando la strada giusta (lineamenti pastorali dell'episcopato italiano).Naturalmente ci vorrà del tempo per entrare a "regime" .In tal caso non avremo più paura di una eventuale presenza eccessiva di comunità indiane.Buona notte

Postato da dino avanzi il 26/04/2011 02:30

articolo molto interessante, quando parliamo di multiculturalismo queste situazioni dobbiamo averle presente. In Europa, in Italia da immigrati frequentano i nostri consultori e anche qui da noi, probabilmante tendono a ripetere gli stessi comportamenti, dobbiamo avere la forza di vietare, denunciare e condannare pubblicamente gli aborti per motivi di genere.
Dino 51

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