Dehli, la guerra delle immondizie

La metropoli indiana, assediata dalle 7 mila tonnellate di rifiuti prodotti ogni giorno, lancia un piano d'emergenza.

26/05/2011

Con 16 milioni di abitanti Delhi, capitale dell'India e ottava metropoli del mondo, ha un sacco di problemi da risolvere. Per esempio, come smaltire le 7.000 tonnellate di rifiuti che produce ogni giorno. Le tre discariche attualmente in funzione hanno già superato la massima capacità prevista, con montagne di rifiuti alte fino a 30 metri. La soluzione, annunciata per la fine del mese, sarà l'apertura di un nuovo impianto, che non solo raccoglierà le eccedenze, ma soprattutto le trasformerà in carburante per uso industriale.

    Il progetto è il primo nella capitale ad affrontare il problema dello smaltimento anche dal punto di vista ecologico: per prima cosa, infatti, i rifiuti saranno rigorosamente differenziati tra organici, riciclabili, combustibili e tossici. Inoltre, per prevenire l'assorbimento dei liquami tossici liberati dalla combustione, il terreno della discarica è stato impermeabilizzato con tre strati compressi di terra battuta e polietilene. Anche i gas prodotti  durante la fase di decomposizione saranno trattati e depurati dalle sostanze tossiche, prima di essere rilasciati nell'atmosfera. L'impianto inizierà con lo smaltimento di 1.300 tonnellate al giorno, ma ha una capacita' prevista per 4.000 tonnellate, quota che conta di raggiungere nei prossimi anni.

La Jatropha curcas.
La Jatropha curcas.

     Non ci resta che la Jatropha

     Il progetto, costato piu' di 2 milioni di dollari, dovrebbe dare respiro a due problemi che stanno diventanto drammatici non solo nella capitale indiana, ma anche nel resto del mondo, Italia in testa: i rifiuti e l'energia. Dopo le disastrose conseguenze del terremoto sulle centrali nucleari giapponesi, il mondo intero si sta interrogando sulla sicurezza dell'energia atomica e su forme alternative di produzione. Il progetto della nuova discarica di Delhi suggerisce una risposta che potrebbe rivelarsi strategica per il nostro futuro. In pratica utilizza la soluzione di un'emergenza – quella dei rifiuti – per risolverne un'altra - quella dell'energia. E lo fa, almeno sulla carta, nel rispetto della bio-etica.

     “L'India non ha causato il problema del riscaldamento globale”, ha detto il Ministro per l'Ambiente Jairam Ramesh, “ma vogliamo essere sicuri di contribuire alla sua soluzione”. Per questo ha lanciato un piano quinquennale per lo sviluppo delle energie alternative, con l'obiettivo di coprire il 20% del fabbisogno nazionale: pannelli solari, pale eoliche e bio-combustibili, tra cui quelli estratti dai rifiuti. Ma non solo. Anche piante e radici possono trasformarsi in energia pulita, come per esempio un arbusto perenne e velenoso, di nome Jatropha curcas, diffuso soprattutto nelle aree tropicali.

     La Jatropha cresce praticamente ovunque, sul ciglio della strada, come in zone aride e desertiche, e non ha quasi bisogno di acqua per sopravvivere.  Produce dei semi, grossi circa come una noce, ricchi di olio non commestibile, ma utilizzabile tale e quale come combustibile, ovvero carburante, in motori Diesel modificati; oppure, se trasformato in bio-carburante, quest'olio prezioso può essere impiegato in tutti i motori Diesel, senza alcuna modifica. L'India vuole passare dai 5.000 km quadrati di coltivazione attuale, a 140.000 entro il quinquennio. Ma forse, anche l'Italia non farebbe male a cominciare a tenere qualche arbusto di Jatropha in giardino...

Marta Franceschini
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Postato da Franco Salis il 27/05/2011 11:24

La foto piccola e la grande rappresentano due realtà diverse. Avrei voluto che quella piccola fosse ormai in archivio,ma dubito molto. Il mio interesse verso la povertà deriva dalla mia famiglia d’origine:poverissima ai confine della miseria e con disturbi che ne hanno minato la emancipazione. Dopo questa mia confessione, credo di aver diritto a manifestare e rinnovare la mia utopia. L’economia tradizionale,sia quella feudale che quella mercantile che quella marxista che quella capitalistica quella liberista hanno fallito. Il Beato Giovanni Paolo II diceva che il fallimento del marxismo non doveva autorizzare a forme capitalismo sfrenato. I tempi di un equilibrio a seguito dell’assetto della economia globale richiede tempi lunghi e bisognerà vedere se riuscirà. Allora ripropongo l’utopia presentata in un precedente commento : sottrarre all’economia del mercato le risorse che producono grandi redditi: energia acqua cereali. Queste tre fonti (i tecnici approfondiranno) non vanno disgiunte,perché se no creano altri squilibri. Per esempio l’utilizzo dei campi per coltivazione di cereali per ecodisel che sottratti all’alimentazione umana e/o animale,aumentano la fame nel mondo. Certe percentuali di cereali non possono essere sottratte alla alimentazione. Si vada verso una contro desertificazione di altri terreni e vengano utilizzati quelli. Poi c’è una strana concezione di “eco”: Essa è un insieme di fattori che producono un abitat ottimale per l’uomo, per tutti gli uomini. Quindi qualsiasi intervento che non sia collegato o collegabile a tutti gli altri, è destinato a fallire. Per questo vedo di buon occhio La coltivazione della Jatropha,essendo velenosa, non è idonea all’alimentazione umana o animale.

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati