Irene, l'uragano travolge Obama

Scampata la grande paura a New York e a Washington è l'ora delle accuse per presunti falsi allarmismi. Ma il bilancio è comunque di 20 vittime.

29/08/2011
New York sotto l'uragano.
New York sotto l'uragano.

Dopo la tempesta, arrivano le polemiche   Irene si sta lentamente dissolvendo lungo la frontiera del Canada, dopo aver tormentato per giorni le coste orientali degli Stati Uniti. Inizialmente uragano di classe tre, Irene durante il suo percorso ha incontrato masse d'acqua fredda e correnti secche che ne hanno limitato la forza declassandola a tempesta tropicale, classe uno. Ha comunque lasciato sul campo oltre 20 vittime. Tra queste un bambino di 11 anni ucciso da un albero mentre si trovava nella sua cameretta in North Carolina, la più giovane delle vittime.

Dispersi due campeggiatori in Pennsylvania, mentre una donna in Vermont è stata trascinata via dalla corrente mentre era con il compagno ad osservare le acque rabbiose di un torrente. Vari morti per incidenti d'auto in Virginia. Nessun morto o ferito grave invece a New York dove in molti si aspettavano una catastrofe, fortunatamente scampata.  Ancora oggi mote famiglie sono senza elettricità e ci vorranno giorni per ripristinare la rete elettrica e sistemare i danni causati dalla caduta degli alberi. Migliaia infatti gli alberi divelti e milioni di dollari di danni, anche se meno dei 15-20 miliardi previsti. «Per un calcolo complessivo dei danni e della spesa per i soccorsi ci vorranno giorni», ha dichiarato Craig Fugate, capo della Fema, la Protezione civile Usa.

A Washigton DC alcune aree della città sono ancora senza energia, al punto che in alcune stazioni della metropolitana le autorità hanno invitato i cittadini a portare torce elettriche. «Ci aspettavamo molto di peggio», minimizza un cliente del supermercato Harris Teether, «qualche mini allagamento, tanti rami spezzati e un bel weekend con la famiglia chiusi in casa». Supermercati e negozi fai-da-te hanno fatto affari d'oro, grazie alla psicosi collettiva. «Noi abbiamo fatto solo scorta di birre e acqua», spiega Sara, «ma tanti hanno comprato di tutto: asce, torce, batterie, generatori». E dopo la tempesta, come sempre, imperversano le critiche sui soccorsi e sulla strategia di precauzione della Fema. Bersagli preferiti Obama e il sindaco di New York Bloomberg, accusati di eccessivo zelo e di «aver sprecato i soldi dei contribuenti», come sostenuto dal candidato presidenziale repubblicano Ron Paul.

Domenica scorsa,  durante l'ultima conferenza stampa della FEMA a Washington DC in un intervento da parte di una non-meglio specificata testata si è accusato il segretario dell'Homeland Security, Janet Napolitano, di inutile allarmismo e di incrementare inutilmente il deficit. «Questa è la peggior presidenza di sempre» ha dichiarato, ponendo fine alla conferenza stampa stessa. Erano necessarie tutte queste precauzioni e tutto questo allarmismo? si chiede la gente. «Abbiamo salvato delle vite» risponde Obama, «Grazie al lavoro e coordinazione delle agenzie federali e della FEMA». «Oltre il 75% delle persone evacuate sono tornate a casa senza trovare nessun danno» ribatte Janet Napolitano. «Agire così ha evitato a quel 25% potenziali rischi alla propria incolumità».
 
Per tanti, sopratutto repubblicani, perseguire il principio di precauzione con eccessiva dovizia senza avere una valutazione corretta dell'intensità di un fenomeno ha avuto un costo eccessivo in termini economici. A New York lo stop completo di teatri, cinema, esercizi commerciali e ristoranti ha causato perdite di svariate centinaia di milioni di dollari. Per il sindaco Bloomberg non importa:  «Abbiamo preso le decisioni giuste». Meglio evitare un'altra Katrina, «abbiamo imparato la lezione». Tanti altri esercizi hanno sfidato la tempesta, come 7th Hill pizza, non lontano da Capitol Hill a Washington. Solitamente affollato, alle 9 di sera, nel pieno dell'uragano, 2-3 clienti attendevano la loro pizza. «E' una sciocchezza, in Florida abbiamo uragani ben più devastanti», ha commentato il proprietario. Nelle vicinanze però alberi e rami giacevano nelle strade: se quest'ultime fossero state affollate come in un normale week-end, ci sarebbero potuti essere feriti o danni alle auto.

Tira un respiro di sollievo il mondo degli assicuratori. In queste ultime 48 ore hanno ricevuto migliaia di richieste di risarcimenti: case, auto, danni fisici e psicologici. Sui mercati i titoli dei principali riassicuratori sono però saliti, grazie ai danni inferiori al previsto. Secondo gli analisti, se i danni avessero superato i 15 miliardi questo avrebbe avuto una conseguenza di scala globale sui costi delle assicurazioni. Il rassicuratore AIR Worldwide prevede comunque 1,1 miliardi di dollari di risarcimenti solo per le isole Caraibiche americane, Virgin Island e Puerto Rico, due territori sotto sovranità statunitense.    

Emanuele Bompan
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Postato da Franco Salis il 30/08/2011 15:50

Prendo atto che anche in America vige il principio del "senno del dopo" e lo si manifesta senza alcun pudore.L'esperienza del Caterina e i dati tecnici giustificavano ampiamente l'assunzione di precauzioni che PER FORTUNA si sono rivelate eccessive. Che cosa avrebbero detto se invece non fossero stati presi e si fosse verificata la tragedia del Caterina? Comunque ho un proposta per l'immediato futuro:noi vi diamo Berlusconi Tremonti e Bossi e voi americani ci date solo Obama.Beh tre al prezzo di uno si rifanno del danno dovuto al fermo delle attività commerciali,o no? Ciao

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