Juve e Milan, due pianeti diversi

Sono entrambe in Champions, ma una scoppia di salute, l'altra soffre di anemia ed è dietro di 15 punti. E ormai c'è poco da stare Allegri...

21/10/2012
Martin Caceres firma il primo goal in Juve Napoli.
Martin Caceres firma il primo goal in Juve Napoli.

Le due squadre italiane che hanno dominato il campionato scorso, Juventus prima e Milan secondo, divise stando ai rossoneri soltanto dal gola ingiustamente negato al milanista Muntari in uno dei due scontri diretti, giocano in questi giorni nella Champions League: la Juventus martedì in Danimarca, a casa del Nordsjaelland, il Milan mercoledì in Spagna, a Malaga. Nel suo girone la Juventus ha appena due punti (pareggio diciamo glorioso, a Londra in rimonta, con il Chelsea campione d’Europa, e inglorioso a Torino con gli ucraini dello Shahktar Donetz), il Milan quattro (pareggio moscio in casa con i belgi dell’Anderlecht, bella vittoria esterna sui russi dello Zenit di San Pietroburgo). In campionato dopo appena otto giornate la Juventus ha 15 punti di vantaggio sul Milan, quindicesimo a quota 7 e ormai tagliato fuori dalla lotta per lo scudetto e dalle speranze serie per almeno il posto in Champions League 2012-13.


La Juventus ha sconfitto a Torino il Napoli isolandosi in testa alla classifica e portando a 46 le sue partite senza sconfitte in campionato sotto la guida di Conte (più una sotto Del Neri) e inseguendo il record del Milan, 58 partite dal maggio1991 al marzo 1963. Il Milan ha patito la Lazio, pur risalendo da 0-3 a 2-3: non fosse per la pesante penalizzazione precampionato che ha handicappato il Siena, adesso con suoi 7 punticini in classifica sarebbe sedicesimo, insieme con Bologna Pescara e Chievo e davanti al solo Palermo, dunque in ancor più serio pericolo di retrocessione. La Juventus scoppia di salute, il Milan soffre di anemia per le perdite estive di giocatori importanti come Ibrahimovic, Thiago Silva, Seedorf, Gattuso, Nesta. La Juventus sta lavorando sul mercato per prendere a gennaio il famoso top player sempre annunciato e mai arrivato, il Milan sogna Kakà, minestra riscaldatissima, e spera nel pieno recupero di Pato che ha appena 23 anni ma già ha patito problematiche fisiche impressionanti, in negativo. 

La Juventus due anni fa era una sorta di cronicario per giocatori sempre infortunati, il Milan esponeva le meraviglie del suo Milan Lab, struttura sanitaria ad alto livello scientifico: ora è tutto capovolto. E ancora: la Juventus riempie sempre lo stadio suo, il Milan per giocare al Meazza pieno ha dovuto contare sul derby perso ospitando l’Inter riemergente. La Juventus ha accanto eccome la famiglia Agnelli, il Milan avverte sempre meno la vis dello spentissimo Berlusconi, che è stanco di spendere e pare vicino a cedere a suoi amici russi una parte del suo impero rossonero, contrastato peraltro dalla figlia Barbara che, sempre  fra l’altro, è fidanzata di Pato. E sommando i punti calcistici di Torino (Juve e Toro) e Milano (Milan e Inter), si vede che il calcio grande si è di nuovo trasferito sotto la Mole. Paradossalmente la Champions League potrebbe spingere avanti il Milan e diventare una trappola per la Juventus, se la Signora (abbonata ai pareggi, otto consecutivi, in Europa, dove l’ultimo successo risale al 26 agosto 2010, quando affrontò lo Sturm Graz austriaco in quella che allora era la Coppa Uefa) non vince in Danimarca: ma questo vorrebbe paradossalmente dire che il nostro calcio di club è ormai ridotto internazionalmente ad una piccola cosa. 

E così due partite di Champions League come quelle prossime venture, partite che ancora un paio di mesi sembravano roba da normale amministrazione e tale comunque non poter incidere nella storia di due club, diventano adesso partite che possono segnare la storia tutto del nostro calcio. E chissà che partita sarà Milan-Juventus, in programma il 25 novembre, turno n.14. Il bello è che adesso si trova chi sostiene di avere previsto tutto, mentre in realtà al massimo si poteva pensare ad una Juventus ancora forte, mai ad un Milan così debole. D’altronde uno dei massimi esperti (davvero) di calcio, Galliani viceBerlusconi al Milan e garante dell’allenatore Allegri, aveva assicurato che la campagna-acquisti rossonera era stata persino più intelligente che austera, e che i salassi, alcuni dovuti al tanto e dunque irrinunciabile denaro offerto al suo club, altri a scelte di vita calcisticamente facile di giocatori ricchissimi e stanchissimi, sarebbero stati benefici, tipo quelli che si facevano un tempo chirurgicamente o si delegavano alle sanguisughe per scacciare certi mali.

Gian Paolo Ormezzano
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