L'Italia è fatta (ma è solo pallone)

Marcello Lippi ha scelto il club dei 23

01/06/2010

La coppa del mondo, quella vera d'oro e pietre in esemplare unico, parte stasera alla volta del Sudafrica, adeguatamente protetta da uno scrigno di Louis Vuitton. L'Italia definitiva va tramite documento ufficialissimo, intestato Figc, alla Fifa entro la mezzanotte, pena diventare zucca e tornare a casa. L'Italia in carne e ossa, invece, partirà nella pancia di un charter martedì 8 giugno alle ore 23 dall'aeroporto di Milano Malpensa. E finora, che si sappia, è l'aereo è l'unica cosa non griffata. 

      Anche l'Italia infatti reca a suo modo una griffe, la firma di Marcello Lippi, che stasera dopo l'allenamento pomeridiano al Sestriere si è dovuto prendere il più ingrato tra i suoi compiti: cancellare cinque sogni dalla lista dei convocati con un baffo di penna e apporre l'imprimatur alla lista definitiva per la Federazione internazionale. Un compito reso più complicato dagli accertamenti al ginocchio accidentato di German Camoranesi, che ha ottenuto dai medici il nullaosta per l'esordio contro il Paraguay soltanto in serata.

      Come previsto sono stati cassati (e cacciati) seppur a malincuore: Sirigu, il quarto portiere, giovane con previsioni di grande avvenire, Cossu e, un po' meno prevedibilmente Cassani (cui è stato preferito il genoano Bocchetti), e poi Borriello, che si dava in ballottaggio con Giuseppe Rossi. E, invece, a sorpresa, il verdetto, atteso come l'oracolo di Delfi, ha colpito anche Rossi che tanti davano per pupillo del Ct, l'unico che aveva non sfigurato un anno fa nella Confederation Cup che testava gli stadi mondiali. 

      Al posto di entrambi Marcello Lippi 2 ha scelto Quagliarella a far trio in attacco con Di Natale e Gilardino. E non mancherà chi avrà da da dire, per l'esclusione del rossonero Borriello, dato per erede di Luca Toni, con cui condivide la stazza fisica da sfondamento, potenzialmente utile in una squadra che con pochi inventori rischia di preannunciarsi sparagnina in fatto di reti. 

      Critiche ne pioveranno, ma succede sempre e fa parte del gioco e poi magari Lippi ci conta pure un po'. Sullo stato d'assedio ha costruito un successo mondiale e ha continuato a dire che aveva una gran voglia di riprovare le emozioni di quattro anni fa. Ma non ha mai detto di desiderare soltanto quelle dorate della fine: ha messo in conto tutto il pacchetto e chi ben ricorda sa che il titolo mondiale del 2006 partì avvolto nella cartavetrata. Per scartocciarlo bisogna graffiare e graffiarsi.  E mister Lippi questo lo sa.




Elisa Chiari
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